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Dopo poco mattia si trovò costretto a congedarsi e allora ci salutò <Fratè io ho lezione, ciao Sara è stato bello conoscerti>sorrise e nuovamente mi incantai ad ammirare i suoi occhi profondi e intensi quasi avessero vita propria. Solo dopo che se ne fu andato realizzai dove e allora dissi <Chri non avevi detto che di sabato non avete lezione?> lui si grattò la testa e sorrise in imbarazzo <Sara noi domani abbiamo la puntata oggi ci sono le ultime prove> lo guardai perplessa <Mi hai detto che non avevate lezioni il sabato, non ti avrei mai chiamato o trattenuto ore al telefono se lo avessi saputo> lo guardai seriamente arrabbiata, non perché avesse lezione, tanto le seguiva ugualmente, ne tanto meno perché passava del tempo con me al telefono, ma perché mi aveva detto una cazzata e sapeva quanto mi desse fastidio <Sei arrabbiata?> mi chiese e fece una di quelle sue tipiche faccie di quando voleva esser perdonato <Sai che se me lo avessi detto non ti avrei tenuto ore al telefono il sabato, vero?> sospirai sedendomi alla solita panchina al parchetto che avevo raggiunto <Si ecco perché non te l'ho detto, ti avrei sentita poco> scossi il capo <Perdonato?> disse a seguito del mio silenzio spezzato solo dal fruscio del vento <Forse> lo presi in giro <Ti ho fatto conoscere mattia> fece un occhiolino e rise <Cosa c'entra?> tirai su il cappuccio della felpa che avevo indosso per proteggermi dal vento freddo di gennaio <Ho visto come lo guardi> rideva o meglio mi derideva <Smettila idiota, ha degli occhi ipnotici> e in quel preciso istante dall'albero sopra di me cadde una fogliolina verde come per intimarmi ad alzare il viso, e così feci. Il cielo si era scurito e riempito di nuvoloni grigi. L'argomento "gli occhi di mattia" rimase lì appeso come le foglie marroncine dell'albero sotto cui ero seduta. Poco dopo Christian mi stava raccontando la sua settimana piena di impegni e tanta danza, quando iniziai a canticchiare una canzone. Non ne rammendavo il titolo ma la sapevo a memoria, ormai era trend su tik tok e centro di molte radio giovanili, era bella, mi ricordava le canzoni di Michele Bravi anche se ero certa non fosse sua. <Ti piace "Sogni al cielo" vedo> si interruppe il moro sentendomi canticchiare <Come hai detto che si intitola?> <"Sogni al cielo"> ripeté sorridendo <Sai la canta un mio amico qui dentro, Alex> ero stupita del livello di questa edizione, un ragazzo chissà quanto giovane aveva scritto un testo così profondo, significativo e diretto. <Davvero?> la mia domanda innescò qualcosa nel viso di Christian, che si indurì diventando improvvisamente serio <Sara ma stai seguendo l'edizione o no?> abbassai gli occhi e osservai le mie convers nere per qualche istante prima di rispondere <Solo le tue esibizioni> <Si certo> borbottò lui quasi come deluso dalla risposta <Chri ti giuro, la domenica pomeriggio mi siedo, i libri di economia davanti e la televisione accesa e sintonizzata su canale 5. Quando cantano o ballano gli altri studio, ma appena sento il tuo nome, nulla mi scolla dalla TV. Non seguo i daytime lo so, ma è te che guardo...> e allora sorrise <Tranquilla, so che devi studiare, il quarto non è un'anno semplice, però ti prego tu guardami sempre, sinché so che mi guardi mi sento al sicuro> e li sorrisi, non potei non farlo, lo conoscevo da anni, mi supportava da anni e condivideva la camera con me da altrettanto tempo. <Chri sai che Edo mi ha regalato due biglietti> dissi tra un argomento e l'altro <Fammi indovinare Michele Bravi?> feci una smorfia di negazione poi risposi <Per tuo stupore no, ma è di Aka che parliamo> sorrisi e lui mi guardò strano <scusa ma non avevate perso i rapporti?> abbassai lo sguardo, era vero li avevamo persi ma non per colpa nostra ma di una relazione. Dopo la rottura con Dannis, conosciuto come "Deddy" così come ci eravamo avvicinati, io e Luca, ci siamo allontanati, non un messaggio né chiamata, non più un giro assieme o un saluto, zero ma senza un preciso motivo. <Si, è vero ma la sua musica l'ho sempre amata, e non per un rapporto perduto smetterò di farlo> Christian sorrise e annuì <Hai ragione la musica unisce e poi vuoi non avete nulla da odiarvi> <E infatti non ci odiamo Chri, solo ci siamo persi di vista> le prime gocce di pioggia iniziarono a cadere allora mi alzai ed entrai nel piccolo bar che ogni sabato frequentavo. Cambiai di nuovo discorso e chiesi <Beh qualcuna carina Chri?> risi e se gli fossi stata accanto probabilmente mi avrebbe dato una spallata imbarazzato, invece si limitò ad arrossire <Tutte carine, ma nessuna abbastanza> era sempre stato così serio e attento, cercava qualcuna capace di stragli accanto di amarlo e odiarlo, di sostenerlo togliendogli la terra sotto i piedi allo stesso tempo, una capace di ancorarlo al suolo per non fagli montate la testa ma anche in grado di farlo sognare e vivere una libertà fuori dal comune. Lui cercava la perfezione coperta di imperfezioni, e fin ora non era riuscito a star bene con nessuna, perché nessuna aveva i requisiti per amarlo abbastanza e sapeglielo dimostrare. <Mi stai dicendo che la dentro non c'è né esce mezza?> lo spronai prendendolo in giro scherzosamente <Come pescare in un vulcano> rise e non potei fare a meno di ridacchiare anche io <Però ho Mattia e mi basta> lo vidi sorridere, e capii l'importanza di quel biondo per lui, era il suo punto fisso, la sua piccola famiglia, la dentro. Ordinai un tè per scaldarmi un po e continuai a parlare con Christian, il tempo volava parlando con lui tant'è che si erano ormai fatte le tre di pomeriggio e lui aveva lezione. <Salutami Mattia, è molto simpatico> sorrisi gustando gli ultimi attimi di quella conversazione eternamente piacevole <Certo che lo farò nana, e tu comportati bene e salutami mamma> annuii <La rivedo lunedì, stasera parto per Bari, vado li al concerto> <Perché a Bari?> mi chiese Chri curioso di quella scelta fra tante tappe del tour più vicine <Vado con Edo e li ha la famiglia, infatti ci fermiamo un paio di giorni e mi spitano da loro> sorrisi al pensiero della gran cortesia del mio coinquilino mentre lasciavo i soldi sul tavolino di legno e mi avviavo verso la porta del piccolo locale <Sai che Matti è di Bari?><Non ne avevo idea, buono a sapersi> risi, ed infine ci salutammo nostalgici e ansiosi di risentirci ma sopratutto di riabbracciarci.

Nei tuoi occhi/ Mattia Zenzola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora