2. Nella camera n.77

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Appena il ragazzo entrò Aizawa scrutò attentamente il volto ancora mascherato, notando troppi dettagli in comune con il suo alunno.

Aveva capelli verdi, che dal palco e le luci soffuse gli erano paesi neri, qualche cicatrice sulle mani e sulle braccia proprio come il suo alunno e in più aveva delle lentiggini che costellavano la sua faccia.

C'era troppo del suo alunno in quella figura mezza nuda che si trovava in stanza con lui.

Il corvino volendo essere certo che non fosse come pensasse, e che fosse solo la sua mente a giocava brutti scherzi, si alzò e levò la maschera al ragazzo.

Quest'ultimo intanto non fece niente, rimase lì a fissare il maggiore con un leggero sorrisetto finché non gli fu strappata la maschera.

Non appena il corvino vide il volto del ragazzo rimase pietrificato, le sue supposizioni non erano frutto di nessun scherzo mentale.

Il ragazzo avanti a lui, mezzo nudo che aveva pagato per fare Dio sa cosa, non era altro che il suo alunno Izuku Midoriya.

A: "c-cosa-cosa ci fai qui?!"
I: "salve ~Sensei~" stuzzicò il suo maestro.

A: "cosa ci fai qui?"
I: "potrei farle la stessa domanda"

Il ragazzo verde iniziò ad avanzare verso il professore che si era spostato subito dietro per mantenere una certa distanza.

I: "se avessi saputo che voleva scoparmi le avrei fatto uno sconto, sa com'è dopotutto è un mio insegnante" disse girando intorno alla sua figura toccandogli il busto con la mano, prendendosi gioco di lui.

A: "sai che potrei sospenderò da scuola? Cosa direbbero i tuoi?"
I: "io non farei tanto il presuntuoso, anche lei si trova qui.. se si venisse a scoprire di me sarebbe lo stesso per lei"

Izuku andò dietro il corvino e appoggiò le sue mai sulle possenti spalle del maggiore.

I: "perché non iniziamo? Ormai ha già pagato, io non sprecherei quest'occasione" iniziò a sfilargli la giacca.

A: "ma che fai?!"
Si spostò subito, girandosi vero il minore.

I: "Sa che l'ho sempre trovato un uomo affascinante, non sa quante volte in classe l'ho immaginato in situazioni poco caste haha" ridacchiò continuando a stuzzicarlo.

Il verde avanzò nuovamente e finalmente riuscì a spingere il maggiore sul letto, approfittandone per salire a cavalcioni sulle sue gambe.

I: "mmh.. non sa quanto mi eccita ~Sensei~" iniziò a muovere il bacino avvicinando il volto candido a quello del professore.

A: "ragazzo s-smettila"
I: "e perché? Il suo corpo dice altro" costatò sentendo l'erezione del maggiore costretta nei suoi pantaloni.

A: "finiremo nei guai"
I: "se lei non dirà nulla allora nessuno saprà niente" gli fece l'occhiolino.

A: "senti davvero non farò nessun reclamo, ti lascio i soldi ma io devo and-MMH!" provò a dire invano mentre il più piccolo gli sbottono i pantaloni e prese la sua erezione in mano

Vedendo il professore vulnerabile ne approfittò per togliergli la cravatta e legargli le mani così da non potersi muovere.

Scese tra le sue gambe e iniziò a masturbare il più grande, da prima con le mani per poi aiutarsi con la bocca.

Il verde non aveva mai visto un membro così grande e duro, che secondo dopo secondo aumentava di volume.. quasi aveva paura all'idea di prenderlo dentro.

Sentendo però i versi di apprezzamento del professore, e eccitandosi ancora di più a sua volta, Izuku risalì a cavalcioni su corvino.

Iniziò a strisciare la sua erezione con quella del maggiore, iniziandosi a preparare l'apertura posteriore da solo, anche perché Aizawa aveva le mani legate.

Una volta che si sentì pronto si alzò leggermente e posizionò il membro al limite del maggiore con la sua apertura già bagnata.

Non appena Izuku inserì la punta e iniziò a penetrarsi, Aizawa sentendo bene quando le pareti fossero strette intorno al suo membro gli venne dentro.

A: "t-tu~ mmh"
I: "le faccio quest'effetto?" si abbassò verso il volto del maggiore baciandolo.

A: "n-non hai usato nemmeno delle precauzioni, sei davvero sconsiderato mmh"
I: "non si preoccupi le uso sempre e poi sono tenuto a fare visite settimanali.. ho pensato che per lei potessi fare un eccezione" continuò a muoversi.

Aizawa stava impazzendo, non solo perché stava facendo una cosa che non avrebbe assolutamente dovuto fare, ma perché gli stava anche piacendo.

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