4. Appartamento

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Arrivati nel quartiere dove il minore abitava, al corvino già vennero dei dubbi sull'integrità della casa.

Una zona un po' deserta è inquietante dove vi era un complesso di mini appartamenti.

Salirono delle scale di ferro e arrivarono difronte la porta, dove il piccolo estrasse le chiavi ed aprì quest'ultima.

A: "con permesso" entrò dopo il minore.

I: "fa come se fossi a casa tua, ma cerca di non fare rumore"
chiarì andando a posare le borse che contenevano i 'vestiti' di scena.

A: "è.. piccola" costatò guardando quella stanza grande nemmeno quanto uno dei suoi bagni.

I: "si ma è accogliente, inoltre contiene l'essenziale"
A: "ha almeno il bagno?"

I: "certo!" rispose stufo delle domande del maggiore.

A: "come mai non ti sei lavato qui allora?"
I: "le mura sono sottili e mi hanno pregato di non fare rumore la notte, finito con l'interrogatorio?!"

Il maggiore si guardò ancora intorno volendo trovare almeno una cosa positiva in quel minuscolo appartamento, tutto ciò però con scarsi risultati.

Era un monolocale con letto, fornello e tavolo tutti uniti in un una sola stanza, con un'altra piccola porta la quale immaginò essere quella del bagno.

A dirla tutta Aizawa la trovò anche poco calda, nel vero senso della parola.. poteva percepire il freddo e il vento che vi era per strada, molto probabilmente dovuto a degli spifferi.

A: "perché proprio quel lavoro?" chiese di getto senza pensarci più di tanto, gli sembrava una domanda lecita.

A: "sei maggiorenne, sei un ragazzo intelligente e gentile, saresti assunto dappertutto"
I: "già.. ma prima non non era così"

Il maggiore lo guardò stranirò, sapendo che il ragazzo da tre anni a questa parte era stato un ottimo alunno.

I: "i miei sono morti in prima, quando avevo 15/16 anni.. provai a chiedere un lavoro ma nessuno volevano assumere un minorenne, quindi.. mi servivano soldi per pagare la retta, l'affitto e la spesa"
A: "e adesso? Ora sei maggiorenne perché non cambi?"

I: "mi sono abituato e pagano bene, inoltre come ti ho detto il sesso e protetto, mi pagano loro le visite mediche, e sono gentili"
A: "ma non c'è nessun parente o amico che ti poteva aiutare? Di solito se ne occupano gli assistenti sociali"

I: "mio padre è scappato quando sono nato, mamma quindi non ha mai pensato a divorziare con lui, quindi quando è morta hanno pensato che io vivessi con mio padre"
A: "quindi è vivo?! Potrei contattarlo se-"

I: "no, non puoi.."
A: "ma per te sarebbe perfetto"

I: "non so chi sia.." ammise prendendo dei fogli dallo zaino e poggiandolo sul tavolo.

A: "m-mi dispiace" si scusò avendo prioritari per la seconda volta un ricordo spiacevole a galla.

I: "bene visto che hai costatato quello che volevi, ora puoi andare.. ho da fare" lo spinse fuori la porta non dandogli modo di ribattere.

Aizawa rimase come uno stoccafisso fuori la porta per buono dieci minuti.

Non solo non voleva che il ragazzo si prostituisse, ma non gli piaceva nemmeno la sua abitazione.

Nessun ragazzo secondo il maggiore dovrebbe vivere in quelle condizioni.

Ancora scosso da i vari avvenimenti, la scoperta poi il sesso e infine la casa, il corvino tornò a casa cercando di pensare ad una soluzione a tutto quel grosso problema.

Così arrivato a casa, dopo essersi lavato, si gettò su letto con mille pensieri in testa sperando di risolverne almeno uno.

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