10. "Ci si può specchiare in un paio di occhi neri?"

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*

"Se dovessi sfuggirmi
anche stavolta
giuro che mi arrendo."

*

Venti giorni passano in fretta.
Se sei una persona che segue degli impegni ben precisi tanto da occuparsi la mente, passano più che in fretta.

Se sei Manuel, che ha appena perso l'unico nuovo amico che ha provato a tenersi stretto, seppur mentendo (a fin di bene, crede lui), e che, inoltre, ha perso ancora e ripetutamente la stessa persona che ama ormai da tempo, allora no, non passano in fretta per niente.

Sono stati venti giorni sofferti, trascorsi lenti, come i chilometri in viaggio scorrono a rallentatore per un bambino che non vede l'ora di arrivare a destinazione.

E proprio così si sente, lui. Non vede l'ora che arrivi quella partenza, il momento del decollo, la scoperta delle stanze organizzate, i luoghi da visitare. Ma solo perché ogni singola cosa di queste potrebbe permettergli di avvicinare Simone, stavolta per davvero e senza ostacoli.

Sempre sperando che lui glielo possa permettere, nonostante il suo ultimo avvertimento quella fatidica sera in garage.

"Dopo stavolta, la porta non si riaprirà."

Eco di dolore per la sua mente frastornata che manda in ripetizione sempre lo stesso disco, sempre la stessa voce, con tanto di immagine ben nitida delle labbra di Simone mentre pronuncia quelle parole in compagnia dei suoi occhi scuri, e non per via del colore, me perché cupi e spenti di emozioni nei suoi confronti.

Ad ogni modo, seppur con un bagaglio enorme di ansia e impazienza, quei giorni sono passati.

Manuel sta scegliendo alla rinfusa alcuni vestiti per riporli dentro una valigia che gli ha prestato sua madre, inutilizzata da almeno quei dieci anni, circa.
Non sa organizzare le cose, non riesce a piegare le maglie senza creare delle spiacevoli pieghe, tanto che, alla fine, opta per impilarle un po' come meglio riesce.

Tra l'altro, è molto orgoglioso del fatto che abbia potuto scegliere di partire lui da solo, con i suoi soldi, racimolati dai risparmi delle piccole riparazioni in garage. In quel modo, non si è dovuto sentire in colpa a doversi affidare alla madre, già abbastanza incasinata, tanto da poter rischiare di arrivare a pensare di non partire con la classe.

«Dunque, ci siamo» sospira, chiudendo la zip senza troppa fatica.
Non ha portato granché, perché non ha granché fra cui scegliere nell'armadio.

Si distende sul letto, ancora vestito.
Deve farsi la doccia, preparare i vestiti da infilare alle cinque del mattino successivo, ricordarsi di recuperare le cuffie a padiglione da utilizzare durante il viaggio.

Ma tutto quello che si concede è un sorriso, un po' impaurito, ma comunque sincero, rivolgendo i suoi pensieri a quel volto che spera di poter sfiorare.

*

"Per impormi delle ultime possibilità
significa che non ho più paura di perdere.
Perché, letteralmente,
non mi resta più nessuno
da perdere."

*

L'alba di una partenza alle porte ha sempre un tocco di fascino in più.

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