Due anni dopo
Manuel trascina, con dita umidicce e ben ancorate sul manico, il suo piccolo trolley nero opaco.
Ormai è diventata una routine, ormai sono più le volte che si trova in viaggio di quelle in cui resta a casa.
Ma questa volta è diverso.Questa volta, parte per restare.
Da un'altra parte.
Da una persona, la sua persona, che spera possa accogliere quella notizia, proposta, sorpresa, a braccia aperte.Simone studia a Milano. Alla fine, due anni prima, le paure di Manuel si erano avverate quando il fidanzato, con occhi ludici e un po' angosciati, gli aveva espresso il desiderio di partire per il nord, accompagnato da una lettera imbucata in una busta bianca, che enunciava la sua ammissione alla facoltà.
Manuel, su due piedi, aveva reagito male. Si era chiuso nel suo spazio e nel suo tempo per qualche giorno.
Gli aveva risposto a monosillabi tramite messaggi, senza però farsi vedere.
Questo perché temeva di perderlo, ma non voleva neanche portarlo a rinunciare ai suoi sogni, alle sue scelte.
Lui voleva appoggiare le sue scelte.
Doveva solo trovare il coraggio.E così, dopo una settimana di titubanza, si era presentato da Simone un po' brillo, con le lacrime agli occhi in piena notte, tremando nella sua maglietta fradicia di sudore e implorandolo di non lasciarlo, di perdonarlo per le sue reazioni.
Simone, che non aveva nessuna intenzione di lasciarselo sfuggire, lo aveva stretto al petto, accarezzando piano i ricci con le sue dita affusolate.
E poi, come al solito, gli aveva richiesto per l'ennesima volta di seguirlo, di partire e ricominciare insieme, nello stesso luogo.
Manuel non aveva mai accettato.
Aveva sempre tentennato, forse per paura di lasciare da sola Anita, forse perché non voleva sradicare le sue radici da Roma.
Forse perché temeva che, vivendo insieme, potessero rovinare qualcosa.Oggi Manuel è su un treno. Lo stesso treno che ha preso innumerevoli volte per raggiungere il suo amore.
Ma consapevole di non volerne fare ritorno, se non per fare visita alla madre o ritornare a casa, di tanto in tanto.
L'ansia lo porta ad avvertire i suoi battiti accelerati dentro alla gabbia toracica.
Ma è un'ansia buona, di quelle che ti mettono volutamente sulle spine per poi lasciare spazio alla leggerezza, nel momento adatto.Mancano solo due ore.
Due ore a quegli occhi.
Due ore per poterli riallacciare ai suoi e scovarci la felicità di potersi vivere, finalmente, tutti i giorni.Manuel tira fuori il taccuino, quel vecchio taccuino su cui adesso scrive un po' meno, ma che porta sempre con sé.
Adesso, gli sembra l'unico modo per ammazzare il tempo.
Scrivere di lui è sempre il modo. L'unico modo.
*
"Ho combattuto con questa distanza per due anni.
Ci ho affidato le mie paure,
ma anche i miei sogni.
Ho chiesto a questa distanza
di non farci separare,
ma di rafforzare il nostro legame.
Credo sia giunto il momento
di ripagarle l'impegno,
perché non potrei desiderare altro,
niente altro,
che svegliarmi accanto a te ogni mattina,
nello stesso letto,
per ritenermi l'uomo più fortunato al mondo
soltanto ad osservarti dormire,
con le palpebre chiuse
e quelle ciglia lunghe e nere,
che riposano gli occhi
in cui mai mi stancherò di annegare."
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Caro Diario
Fanfic[Simuel] L'inizio dell'ultimo anno, prima della maturità, significa crescita. Manuel e Simone lo sanno bene. Proprio quest'ultimo ha messo una pietra sopra alla sua cotta, durata ben due anni e mai corrisposta del tutto. Un pomeriggio, nella vita or...