3- Voglio una granita!

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"Hai finito di fissare il soffitto e vieni a mangiare?" le chiese Alessio, anch'esso ritornato da poco e palesemente in after. Ry sbuffò alzandosi e dirigendosi al piccolo tavolo posto nell'angolo della cucina dove ad aspettarla c'è un piatto di riso in bianco, d'altronde non mangiavano chissà cosa, si accontentavano di quel che c'era senza troppe pretese da chi dovesse cucinare. Avevano stabilito dei giorni per tre persone, chi puliva i pavimenti, chi cucinava e chi rimetteva in ordine "Dopo passi da mio fratello?" le chiede Alec ancor prima che la mora potesse portare il cucchiaio alla bocca, lo allontano di poco "Non credo" mormorò incerta sul da farsi, doveva passarci? Insomma lei lo andava a trovare una volta l'anno, se tutto andava bene, non gli piace quel posto, le ricordava troppe cose, come il fatto che per tutta la vita avesse seguito strade di chi, una strada, ormai l'aveva persa. Il ragazzo si limitò ad annuire tornando a parlare con gli altri tre di discorsi a cui Ry non dava ascolto. Un po' Christian glielo ricordava, timido e permaloso, gli stessi capelli ricci e neri come la pece, l'unica differenza era la fisionomia del volto e il colore degli occhi. Se visto da lontano, pensò, avrebbe pensato di avere un'allucinazione. Scosse la testa cercando di levarsi quei pensieri di dosso, concentrandosi sul vociare dei suoi coinquilini, non ché la sua famiglia. Alzò lo sguardo quanto bastasse per accorgersi dello sguardo freddo di Salvador che con i suoi occhi color ghiaccio cercava di leggerne i movimenti volontari e involontari "Oh" Alessio tirò di colpo un colpo sulla nuca della riccia che si girò di scatto fulminandolo con lo sguardo "Biondino di merda" sbottò restituendogli il colpo ricevuto "Stronza" ribatté seppur divertito sotto lo sguardo omicida di Meryl "Bambini" li richiamò Joseph scherzosamente "Non li litigate dai! Il primo che fa il cattivo deve ascoltare tutto il mio esame" fece loro l'occhiolino intimandoli che davvero dovevano smettere. Joseph era l'unico ad aver continuato gli studi ed ormai era agli scoccioli degli ultimi esami prima di una lunga preparazione per la tesi di laurea. Era un po', tanto, l'orgoglio di quella casa, quello in cui tutti riponevano fiducia e che cercavano sempre di sostenere in tutti i modi a loro accessibili. "Gnegnegne" mormorò Alexander dall'altro lato del tavolo trattenendo una risata "C'è né anche per te" lo minacciò fintamente puntandogli il cucchiaio "Oh no! Scusami tanto pa-" venne bruscamente interrotto da uno schiaffo di Salvador "Alza il culo e lava i piatti che tra poco devo accompagnare Ry e te, altrimenti rimani a piedi" ricevendo uno sbuffo come risposta.

Nel frattempo Christian continuava e continuava a ripetere le coreografie e mette in atto le correzioni nonostante la sorella e la madre gli avessero consigliato di tornare a casa per riposarsi. Un po' di riposo di certo non gli avrebbe fatto male, ma Christian non la pensava esattamente così, difatti, sapeva che, se sarebbe rimasto solo, i suoi pensieri sulla riccia non avrebbero smesso di torturare la sua mente, alla ricerca di una risposta al loro incontro così inusuale. Tanto che non sarebbe riuscito a riposarsi nemmeno costretto. In fondo aveva ragione, quell'incontro era molto strano, non aveva mai visto quella ragazza da quelle parti, chissà se si era trasferita da poco oppure si era persa. Ma scartò subito l'ultima ipotesi poiché quella sera gli risultò così sicura di sé, da non permettere a Christian di notare anche solo in una smorfia, quasi impercettibile, un suo sentimento, tranne del leggero divertimento nel suo sguardo, eppure nonostante, di primo impatto, non fosse il suo ideale di ragazza, lo aveva completamente stregato tanto che il suo pensiero era sempre collegato all'immagine della sua figura, non riuscendo a toglierla dalla sua testa. Ciò che non sapeva e che, ben presto, sarebbe accaduto, è che non sarebbe mai uscita neanche dal suo cuore. Christian sospirò mentre beveva a collo una bottiglietta d'acqua "Okay, una pausa di 10 minuti e si torna a lavoro" li avvisò la mamma prima di uscire dalla sala. "Mi dici cosa ti frulla in testa? È da quando sei tornato questa mattina che sei strano" Alexia pronunciò quelle parole con un tono leggermente più alto di prima sperando che suo fratello tirasse fuori il rospo "Ma niente Alè te l'ho detto, sono stanco, domani mi passa, promesso" le sorrise rassicurante "Ho voglia di una granita!" esclamò di colpo allargando le braccia per dare più enfasi alle sue parole "Mi devi ancora un euro e cinquanta dall'altro volta" lo minacciò chiudendo gli occhi in due fessure "E ora saranno tre euro, per favore" la pregò mentre la mora alzò gli occhi al cielo scocciata, ma fu tradita da un sorrisetto divertito "Grazie" le sorrise dolcemente abbandonadosi al muro alle sue spalle, mentre guardava sua sorella allontanarsi ed uscire dalla sala e successivamente dalla scuola.

[...]

L'odore di alcool inebriava l'olfatto di Meryl che se ne stava 'comodamente' distesa su un gradino con la testa sul suo stesso zaino, mentre guardava i suoi amici cercare di conquistare e avvicinare delle ragazze decisamente molto più piccole di quando chiunque potesse immaginare "Sento i polsi freddi io, solo guardandovi" alzò la voce venendo fulminata dai ragazzi, il che la divertì molto. Non avrebbe voluto mai essere nelle vesti di quelle ragazzine che cercavano di fare le donne solo per poi fare le gradasse in giro e reputarsi la ragazza di... La fortuna di avere 4 ragazzi li con lei a non permettere a nessuno di avvicinarsi. "Te la passi bene, vedo" la voce di Michael raggiunse le orecchie della riccia che fu costretta a mettersi seduta per osservare meglio il colombiano di fontre a lei "Vuoi?" chiese successivamente porgendole un personal "Erba o fumo?" domandò a sua volta "Roba di qualità" rispose ricevendo un cenno positivo dalla ragazza che senza pensarci ulteriormente afferrò la canna portandola alla bocca per poi accenderla, scoprendo poi essere erba sativa "Se volevi farmi andare fuori di testa, ti bastava un po' d'alcool decente e non quella sottospecie di vodka che non sa di vodka" lo punzecchiò ricevendo una risata dal ragazzo accanto a lei "Che scema" scosse la testa "So che la preferisci" le sorrise poi alzando le spalle senza però ricevere risposta. Dopo minuti passati in silenzio a gustarsi le sensazioni di quella droga leggera Meryl chiese al ragazzo di prestarle il suo skate, avendosi dimenticato il suo da qualche parte, senza però scartare l'idea che, inevitabilmente, Alessio lo avesse scambiato per il suo e essersi allontanato "Dove devi andarci?" chiese confuso, non era da lei sballarsi e mettersi a bordo di uno skate per altro non suo "Senti vuoi farmi questo piacere o no? Non ci vuole molto" sbottò alzando gli occhi al cielo "È lì" glielo indicò, a pochi metri da loro, alla fine di quei gradini "Ah e se puoi di ai ragazzi che ci vediamo direttamente a pranzo" erano quasi le due di notte e aveva una voglia matta di ritornare a Bergamo "Ry per domani pomeriggio lo voglio qui" si impuntò il colombiano sapendo comunque di potersi fidare della mora "Alle 14 qui" confermò lei, non essendo la prima volta che glielo chiedeva in prestito, nonostante fosse sempre lucidissima, a differenza di questa serata. Si godette il vento pungente prima di fermarsi di nuovo sul muretto del giorno precedente, aspettando le quattro, estraendo dalla tasca una sigaretta, e aspettando che Christian uscisse. Le luci della scuola erano ancora accese.

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Plus qu'un ami/Christian StefanelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora