Quarto

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Hikaru aprì piano gli occhi. Si sentiva ancora stordito. Non ricordava cosa gli era successo. La vista era appannata e non capiva dove si trovava.
-Hikaru, tesoro, stai bene?-
La vista gli si schiarì. Era in un ospedale, vicino a lui c'erano sua madre e suo padre, con Misa-chan e Yukimura.
-D-Dove sono?-
-tesoro, sei all'ospedale. Ti sei dimenticato che sei allergico al latte?-
adesso si era ricordato tutto. Stava bevendo un succo alla fragola, ma era latte alla fragola.
-Mi dispiace per avervi fatto preoccupare, non succederà più.
-ma tesoro, non siamo arrabbiati, devi solo stare più attento, nee?
-certo-
Hikaru si sentiva davvero in colpa. Erano passati quattro mesi e già aveva combinato un pasticcio.
-Whee, amico. Pensavo non ti svegliassi più.-
-Grazie, Yukimura, e anche a te Misa-chan-
-Kyaaa, mi ha chiamata misa-chan , che carino. Comunque di niente. Per la scuola ho avvertito io l'insegnante quindi non preoccuparti.-
- Si. Grazie-
Tutti tacquero. Stavano aspettando qualcosa, ma cosa?
La porta si spalancò all'improvviso, ed entrò un signore con un camice bianco. Doveva essere il dottore.
-È lei la signora Sawada?-
-Certo-
-bene, suo figlio adesso può uscire, ma abbiamo riscontrato una cosa strana.-
La madre di Hikaru guardò il dottore in modo molto preoccupato
-Mi dica, è grave?- il dottore sospirò e la guardò
-No signora. Solo che no riusciamo a capire, nei documenti dell'istituto dove avete adottato Hikaru non parla di nessuna allergia-
-È  vero, dottore. Ma quando siamo andati in un'altra clinica, dopo che Hikaru mangiò un gelato al latte, ci hanno detto che ne è allergico- il dottore poi guardò il ragazzo steso sul lettino. Gli si avvicinò e disse
-Ragazzo, sapevi di essere allergico?-
Hikaru guardò a sua volta il dottore che lo fissava negli occhi. Non ne aveva motivo, ma aveva paura.
-Non ho mai bevuto il latte perché l'odore non mi piaceva, quindi né io sapevo di essere allergico, e nessuno me lo ha mai detto-
il dottore annuì piano e si allontanò.
-Bene signora, vostro figlio può tornare a casa. Se riscontrate dei problemi chiamatemi-
dopo di che il dottore se ne andò, mentre tutte le persone che erano nella stanza si salutarono e se ne andarono nelle loro rispettive case.
Hikaru e I suoi genitori arrivarono a casa verso le 7 di sera. Era tardi e tutti erano stanchi.
Mangiarono involtini di riso, e omelette e poi andarono a letto.
Era notte fonda. Non faceva molto freddo, ma Hikaru si alzò dal letto per andarsi a prendere un'altra coperta per il letto.
Si alzò con cautela cercando di non cadere sul tatami* [tradizionale pavimentazione giapponese.Ci si può camminare a piedi scalzi e sdraiarsi. Fa bene al corpo ed è caldo]
Ad un certo punto, mentre attraversava il bagno per andare nel salotto dove poteva prendersi una coperta, attraverso una finestra, vide qualcuno stare vicino ad un albero che fissava la sua casa. All'inizio pensava che fosse solo assonnato, che quello che vide era solo il ramoscello dell'albero,  ma quando la figura cominciò a muoversi verso la sua casa capi, non stava sognando. Qualcuno stava pedinando o lui o i suoi genitori, in ogni caso doveva proteggerli.
Prese una mazza da baseball e apri piano la porta d'ingresso.
-Non ti avvicinare. Sono armato io- cacciò fuori la testa per vedere se ci fosse qualcuno, ma no. Quella persona era sparita. Fece un sospiro di sollievo e tornò in casa.
Dalla paura non prese nemmeno la coperta, e corse verso la sua camera per ficcarsi sotto le coperte e chiudere gli occhi.

########
La mattina dopo Hikaru non si ricordava niente della notte precedente.
Come tutte le mattine si era svegliato in fretta e furia e senza nemmeno fare colazione corse fuori dalla porta gridando un -Io vado-.
La giornata era stupenda. Il sole, gli uccelli, i fiori, le persone sulle strade, tutto gli piaceva. È come se la sua vita da orfanello triste non ci fosse mai stata. Era troppo diversa la sua nuova vita.
Camminava saltellando sulle punte dei piedi dalla felicità. Gli piaceva andare a scuola. Li poteva incontrare i suoi nuovi amici.

Qualche secondo dopo inciampò e cadde. Stava per rialzarsi quando una mano gli si tese davanti
-Ehi, una mano?-
Hikaru alzò gli occhi e lo vide .
Era quello spilungone che lo aveva offeso o così l'ha pensato lui.
-S-si, gr-grazie-
Balbettò dall' imbarazzo.
-Oh, ma tu sei il ragazzo di ieri. -
-Si e tu sei lo spilungone di ieri-
-non posso farci niente se sei basso-
Hikaru si imbronciò di nuovo. Nessuno lo a si viveva chiamato basso anche perché per la.sua età la sua statura andava più che bene.
-okok scusa. Senti, primo il mio nome  è  Kaito, non spilungone. Secondo, mi dispiace per come abbiamo cominciato. Vogliamo iniziare tutto da capo?
Hikaru ci pensò un attimo
-Va bene-
-Bene. Che classe fai?-
-La 1-5d
-È vicino alla mia. Vieni, ci andiamo insieme
Kaito gli porse la mano e uno dei suoi primi sorrisi. Oh il suo sorriso. Così bello e smagliante che anche Shakira lo invidierebbe. E quei capelli. Sembrano così soffici. Hikaru avrebbe voluto tanto toccarli.
Cacciò quei pensieri dalla mente e si mise a camminare. Mancavano pochi chilometri alla scuola.
Hikaru non si sentiva tranquillo. Ogni due secondi si girava indietro per vedere se ci fosse qualcuno  ma no.
-Ehi, perché ti giri sempre?
-Niente,  mi sembrava che ci fosse qualcuno.
-Oh
Dopo di che andarono a scuola.

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Ssono tornata, con 2S. Non è un gran che ma avanti, siamo solo all'inizio. Non credete che possa migliorare?
Ringrazio fortemente chi mi segue è chi legge la/le mia/e storia/e.

Baci baci...Kuro-chiii

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