Undicesimo

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Leggete le note alla fine è importante.

Tutto filava liscio come l'olio. Il padre di Hikaru aveva accettato la sua omosessualità insieme alla madre. Aveva un ragazzo che gli voleva bene. Il psicopatico Kaito era sparito.
Ma qualcosa lo turbava. Durante la notte si sentiva strano. A disagio.
Non diede molta importanza a questa cosa. Sarà perché ancora non riusciva ad accettare la sua situazione.
Però una domanda l'aveva, e lo avrebbe chiesto a Takashi il giorno dopo.

Ormai era mattina. Il primo pensiero di Hikaru fu quello di chiedere qualcosa a Takashi.
Si lavò. Si vestì. E andò a scuola. Non era preoccuoato per quello che avrebbe chiesto al suo ragazzo. Ma piuttosto era preoccupato per la risposta che gli sarebbe stata data.
Le strade verso la sua scuola erano pulitissime. Apparte qualche petalo di ciliegio che cadeva. Eh già, era la stagione dei ciliegi. Chiunque si sarebbe innamorato di quello spettacolo. Anche un ceco.
Quell'atmosfera di pace che i fiori riempivano le strade, il profumo di quei fiori che invadeva le narici del ragazzo, tutto era perfetto. Almeno era quello che credeva lui.
Le lezioni ormai erano cominciate. Hikaru quella mattina non aveva visto Takashi. Di solito gli mandava qualche messaggio per avvertirlo. Ma quel giorno non fu così.
Non facendosi invadere da mille domande, il ragazzo entrò in classe, concentrandosi soltanto su quello che dicevano le prof. Certo, già dopo tre mesi riusciva a capire la lingua giapponese, ma quello non bastava. Quando sarebbe uscito dalle scuole medie, tutto sarebbe cambiato. La lingua sarebbe diventata sempre più complessa e, per sua terribile sfortuna, ci sarebbero stati altri kanji da imparare. Non era molto bravo con questi.

Le lezioni passarono in fretta. Talmente in fretta che Hikaru non se ne accorse nemmeno.
Stava uscendo dalla scuola quando fu fermato da una mano sulla sua spalla. Era Takashi.
-Ehi Takashi.
-Ciao.
-Come mai con sei venuto a scuola?
-Avevo delle cose da fare.
-È non mi hai mandato un messaggio per avvertitmi.
-S-s-si Bhe. ....per...per quello...
Hikaru lo vide un pò a disagio e cercò di passare a un argomento diverso.
-Cosa avevi da fare?
-Sono andato a prendere questi.
-Ah

Hikaru si stava preparando davvero molto lentamente. Voleva essere perfetto in ogni dettaglio perché Bhe, non ci sarebbero stati solo loro due. Ma tanta gente e voleva vestirsi in modo adatto per l'appuntamento.
-Hikaru, stai bene?
-Si mamma.
Hikaru allora scese le scale di corsa per andare in cucina cucina a bere un po d'acqua. Era molto nervoso.
-Allora, sei corso sopra così di fretta che non ho capito dove vai.
-Takashi stamattina non era venuto a scuola perché era andato in un negozio a fare la fila per comprare i biglietti per un concerto, non mi ricordo di chi.
-Quindi vai ad un concerto? Con Takashi? Il tuo ragazzo?
-Si. Si e si.
-Quando. Pensi di tornare.?
Hikaru si fermò un'attimo.
-Non lo so. Penso per mezzanotte.
Il padre lo guardò prima e riprese a parlare.
-Chiamami quando arrivi e quando parti. Chiamami anche se succedesse qualcosa.
Hikaru annuì e senti il campanello suonare. Era Takashi.

Il concerto si svolgeva presso Minamicho, non troppo vicino ne troppo lontano da Ikebukuro.
C'era un sacco di gente. Takashi e Hikaru erano poco più vicino al palcoscenico.
Il gruppo che suonava si chiamava One Ok Rock. Erano composti da quattro membri. Non troppo giovani né troppo vecchi.
La loro musica piacque subito a Hikaru che si muoveva a ritmo.
La serata passo abbastanza bene.
Il concerto era iniziato alle 8 e finì a mezzanotte. Avevano cantato davvero tanto.
Mentre Takashi e Hikaru erano vicini alla casa del più piccolo, questo si ricordò la domanda che doveva fare.
-Oh, Takashi
-Si?
-Volevo sapere una cosa. Quella volta che ero nello spogliatoio, mi hai "fatto una visitina" e poi sono svenuto. Per quale motivo? A quale scopo hai fatto quella cosa.?
Hikaru guardò Takashi negli occhi, gli sembrò di vedere negli occhi del più grande un pizzico di spavento e di agitazione.
-B-bhe, l'ho fatto.....ecco....perché volevo....sentirti più vicino....Si.
Hikaru lo guardò. Non sembrava affatto sicuro di quella risposta ma lasciò correre. Sarà perché è imbarazzato da quel gesto, pensò il più piccolo.

Alla fine si erano salutati con solo un bacio a stampo. È come se si fossero appena conosciuti. Perché?
Hikaru entrò in casa. Salutò I suoi genitori che lo avevano aspettato ed entrò in camera.
Si svesti e non appena cercò di entrare sotto le coperte m, vide un pezzo di carta sbucare da sotto il cuscino.
Era una lettera.

Hikaru Sawada
Spero vivamente che il concerto ti sia piaciuto.
Era molto rilassante vederti ballare con gioia.
A presto.
Stalker

-Ma-ma ci siamo appena visti. Perché lo ha fatto? Quando?
Hikaru era stato preso dal panico. Pensava che la cosa dello stalker fosse finita. Perché continuava a scrivergli con la firma dello Stalker?
Takashi doveva spiegargli molte cose. E lo avrebbe fatto il giorno successivo a scuola.

Caiossu. Cari ragazzi, ho una crisi. Se non commentate o votate mi demoralizzo e non so se vi piace o no. Non dico che dovete commentare o votare per forza, almeno leggetelo. Grazie per aver ascoltato, no anzi, letto la mia egoista richiesta.
Quando accadrà qualcosa di interessante? Nel prossimo capitolo. Ho pensato che arrivare alla "tragedia" dopo cinque capitoli sarebbe stato noioso così ho allungato.
Comunque ci vediamo, no ci scriviamo, nel prossimo capitolo.☆☆

Baci baci....Kuro-chiii

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