Diciasettesimo

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Hikaru era tornato ormai da tre ore a casa dopo il sequestro.
Tremava come un coniglio. Bhe come non dargli ragione.
Era stato rapito. Drogato. Legato. Gli hanno quasi preso gli occhi che sembra pure una ragione ridicola per rapire una persona. Ci sono i laser per cambiare il colore agli occhi.
-Hikaru, stai bene?
Che domanda stupida. Akira potrà avere a che fare con questi casi spesso ma non lui.
-Se sto bene? Come posso stare bene. Sono stato quasi accecato o magari ucciso.
Gli urlò con le lacrime agli occhi. Sapeva che non era colpa sua ma voleva sfogarsi. Non aveva pianto durante l'aggressione e adesso tutto gli si era liberato come un uragano proprio contro la persona che tiene davvero a lui.
-Scusa. Sigh. So che non è colpa tua, non avrei dovuto-
-No.
Gli disse Akira preoccupato.
-Devi piangere, devi sfogarti. È del tutto normale e io lo capisco. Le persone sono deboli ed è per questo che non piangono. Chi è forte invece accetta le proprie emozioni e le mostra. Tu sei forte e riuscirai a riprenderti.
Che parole confortanti. Pensò Hikaru.
-Grazie.
E si mise a piangere come mai prima d'ora. Sapeva che l'avrebbe superata, non subito ma un giorno.

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Il giorno dell'incidente fu sostituito con un giorno di divertimento. Akira per rallegrare il suo ragazzo lo aveva portato al parco di divertimenti, sapeva che a Hikaru piaceva e questo lo avrebbe messo di buon umore.
-È bellissimo. Io amo i parchi di divertimento.
-Lo so. Secondo te perché siamo qui?
-Per divertirci?
Akira rise un pochino
-Non solo. Oggi io, Akira Endo, sarò a tua disposizione.
Hikaru lo guardò e si mise ridere a crepapelle.
-Ahahahaha, ma davvero? Ahahaha il mio maggiordomo personale?  Mi chiamerai anche bocchan? (Padroncino)
Akira roteo gli occhi ma annuì.
-Hai, bocchan . Andiamo a giocare.
Risero in coro e poi si avviarono nelle varie giostre.
Andarono su tutte quelle pericolose, a Hikaru piacevano molto ma Akira non ne andava pazzo, non gli piaceva il senso della testa che gira.
Naturalmente il più piccolo non era egoista, capiva i sentimenti del suo ragazzo anche solo guardandolo, quindi per non farlo stare male salivano persino sulle tazzine.
Dopo le tazzine Akira vide il tunnel dell'amore.
-Hikaru, vogliamo andare là dentro?
Gli chiese Akira tirandolo per un braccio e sorridendo maliziosamente.
Hikaru imbarazzato ma felice rispose
-Certo. È così romantico.
Si sedettero su una barchetta e dopo qualche minuto partirono. Il tunnel non era stretto. Era abbastanza largo e c'erano dei pupazzi a forma di angioletti che ballavano appesi sul soffitto. Sul marciapiede vicino al muretto c'erano invece molti fiori con vari animali, è la musica era super rilassante. Era come stare in un bagno turco solo che faceva meno caldo, non c'era il vapore e l'odore delle erbe alla menta.
Che paragone stupido, pensò.
Ad un certo punto sentì qualcosa, o meglio qualcuno, accarezzargli la schiena.
-Ahah, smettila mi fai il solletico.
Ma Akira non si fermò.
Allora lasciò passare la cosa. Dopo invece Akira cominciò ad alzargli la maglietta.
-Ehi che fai?
Senti un sospiro.
-Non mi vuoi?
Questa domanda lo mise in agitazione. Certo che lo voleva ma era imbarazzato, era in un tunnel e non sapeva fra quanto si ritrovavano fuori. E poi....era ancora scosso da tutte le aggressioni subite.
-Certo che ti voglio, ma ho paura. E se uscissimo dal tunnel mentre....ecco lo sai....e ci vedono. E poi è imbarazzante.
Akira gli si avvinghiò contro e lo abbracciò.
-Non avere paura. Sono io. E non ti farò del male, non ci farò scoprire, e non è imbarazzante, è una cosa normale tra due persone che si amano, perché è il modo migliore per dimostrargli che lo ami e che gli dai tutto te stesso.
Akira sospirò e iniziò a baciargli il collo.
-Ah...mmn...
Hikaru solo per dei baci al collo si stava già eccitando. Possibile che gli faceva tutto questo effetto essere tra le sue braccia? Possibile che perdeva la testa per lui in questo modo? Forse si, perché lui lo ama. E darà tutto se stesso.
Il più piccolo cominciò ad accarezzare i capelli di Akira in segno di approvazione che il più grande riuscì ad afferrare subito.
Con una agilità mai vista, prese il telefono e mandò un messaggio a qualcuno.
-Quindi è un si. Ma aspetta un minuto, non vogliamo che qualcuno ci veda.
Imbarazzato, Hikaru si allontanò dal suo ragazzo.
Passato un minuto tutte le luci si spensero. Fuori dal tunnel si sentivano delle voci, e che si doveva abbandonare il parco a causa di un guasto.
-Waaa, che succede?
Akira allora si avvicinò al più piccolo mettendo leggermente le mani sotto la maglia cercando di sfilarla il più delicatamente possibile.
-Il nostro diversivo. Così nessuno ci vedrà.
Per niente sorpreso dalla risposta, Hikaru allora si avvicinò alle labbra del più grande, cercando di posare un bacio delicato, ma Akira lo superò e con estrema abilità gli infilò la lingua in bocca, esplorandola con immensa avidità.
Hikaru si stava quasi strozzando. Non sapeva come ci si doveva comportare in quella situazione, anche perché non lo aveva mai fatto con amore, con la persona giusta, con i sentimenti giusti.
-Non opporti.
Disse Akira allontanandosi dalla bocca del ragazzo.
-Muovi la lingua attorno alla mia e respira con il naso.
Hikaru fece allora come gli fu detto, e non era niente male. Il bacio era così passionale che tutte le emozioni che non riusciva ad esprimere si trasformarono in lacrime e in un leggero dolore nel basso ventre.
-Perché piangi? Non vuoi?
Hikaru agitò la testa.
-No. Non è questo. È solo che....
-Solo che..?
Prese tutte le sue forze e le intrappolo nelle labbra, poi si avvicinò ad Akira e
-È solo che TI AMO.
Era questo il bottone che accese tutta la passione.
Akira sfilò selvaggiamente la maglia a Hikaru, iniziando a baciare la parte della clavicola arrivando all 'ombelico. Non si era mai sentito così vivo, così passionale, così INNAMORATO.
Comincio a sbottonargli i jeans mentre Hikaru non riusciva più a contenere la sua eccitazione, aveva bisogno di lui.
-Akira....mmn ah....la maglia..mm togliti la maglia pure tu.
Le ultime parole di Hikaru prima di abbandonare ogni pensiero sano che gli frullava in testa. Stava diventando selvaggio come un animale, gemendo e urlando per il piacere che Akira gli provocava con la bocca.
Erano entrambi nudi. Nudi e soli in un tunnel che non aveva un pizzico di luce. Erano soli con la loro passione fuori controllo.
Hikaru era già venuto nella bocca del più grande una volta, ma il piacere era troppo grande che non riusciva a controllarsi.
-Dentro mm ah..ti voglio dentro
Disse chiaramente.
Akira allora, avvicinò le sue dita all'apertura e spinse.
-Ahh che bello.
Le urla di passione rimbombavano in quel posto isolato come se le avessero gridato da un megafono.
Akira allora aggiunse un terzo dito che provocò un grido di piacere all'altro.
Le ruotò, le girò, le allargò, fece tutto prima del finale.
-Hikaru, io entro e alla fine sarai solo e completamente mio. Per sempre.
Erano le uniche parole che Akira disse in quella situazione.
E Hikaru era contento. Contento di essere desiderato da qualcuno a tal punto.
Akira avvicinò il suo membro all'apertura preparata di Hikaru, e senza esitazione lo penetrò.
-Ahmm, mm ah sii
Godeva, urlava, piangeva. Tutto era perché la felicità invase il suo cuore e il suo corpo. Tutto perché era Akira.

Sono una grande bastarda che vi ha fatto aspettare un sacco. Mi dispiace tantooooo tanto. L'immaginazione era andata in tilt. Cmq sono felice che continuate a leggere la mia storia. Grazie
Dedico questo capitolo al mio gruppo whatsapp a cui voglio un sacco di bene.VI AMO

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