Ottavo

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Erano passati un po di giorni da quando Kaito era stato preso in custodia dagli agenti, ma siccome era minorenne, di lui si dovette occupate il tribunale dei minori.
Dopo l'accaduto Hikaru era stato convocato dal giudice per confermare che l'aggressore nell'altro giorno era Kaito. Kaito fu espulso dalla scuola messo nel carcere minorile per 4 mesi. Hikaru continuava Intanto con la sua vita. Lo Stalker non si era più mostrato. Gli mancava ma non sapeva perché. Non conosceva nemmeno quella persona. Come poteva sentirne la mancanza?
Nei primi giorni senza Kaito, la vita di Hikaru era normale. Prima c'era la scuola, poi la casa, poi lo studio e poi a dormire. Non faceva nient'altro. Non che gli piacesse essere la preda di Kaito il pazzo, che sia chiaro. Dopo un mese accadde finalmente qualcosa.
Era il pomeriggio di un martedì nuvoloso. Sembrava che stesse per piovere.
Hikaru stava attraversando la strada per tornare a casa. Sembrava tutto tranquillo quando una mano si posò sulla spalla del ragazzo, tirandolo indietro.
-Chi diavolo sei?
Hikaru cercò di guardare la persona in faccia ma aveva gli occhiali, la mascherina e il cappuccio sulla testa.
-Lasciami, Lasciami ho detto.
-Shhhh piccolo. Non ti farò del male.
Piccolo? Pensò Hikaru.
-Stalker
Gridò.
Alcune persone si girarono. Avevano facce sconvolte, curiose, stranite. Sussurravano tutti "uno stalker?" "OH mio dio" "chiamate la polizia".
Hikaru venne trascinato per il polso verso un vicolo. Ikebukuru era una bellissima città. Ma secondo Hikaru aveva troppi vicoli spaventosi.
-Baka. Non gridare così, sarò nei guai.
-Scusa.
Perché si stavano parlando come dei vecchi amici? Era stato trascinato da uno sconosciuto in un vicolo contro la sua volontà.
-Posso vedere il tuo volto?
Cosa? Solo questo hai da dire?
Pensò tra se e se Hikaru.
-Si. Certo che puoi.
Lo Stalker cominciò a togliersi gli occhiali. Poi la mascherina e poi il cappuccio.
-Ma-ma tu......chi sei?
Lo Stalker allora si strozzò quasi con la sua stessa saliva per quella domanda.
-C-come chi sono? Sono quel ragazzo che hai incontrato al cancello della scuola il primo giorno di lezione. Sono Takashi Soma.
Hikaru allora si ricordò. Era un ragazzo alto e antipatico, dal suo punto di vista.
-Cosa? AH è vero.
-Bene.
Stettero in silenzio per un po.
-Perché mi segui?
-Perché? È ovvio. Ho iniziato a seguirti perché mi piaci. Da quando ho visto Kaito adocchiarti la rabbia ha preso il sopravvento.
Hikaru lo guardò con lo sguardo sgranato. Cosa doveva dire?
-Scusa ma, come faccio a piacerti se non mi conosci nemmeno?
-I tuoi occhi.
-Cosa?
Chiese Hikaru, anche se sapeva cosa avrebbe detto. I suoi occhi sono l'unica cosa che piace alla gente.
-I tuoi occhi hanno detto che sono l'unico per te e tu lo sei per me.
Hikaru allora boccheggiò. Non se lo aspettava. Takashi non voleva I suoi occhi ma lui. Voleva Hikaru in se, nella sua persona e nel suo carattere. Gli occhi hanno soltanto parlato.
Lo voleva perché lui era l'unico.
-Io-io....pensò che anche tu mi piaccia.
-Bene. Allora da oggi in poi sei mio. Solo mio e per sempre. Da oggi sei il mio ragazzo.
Hikaru arrossi e annuì piano. Gli sarebbe piaciuto essere il suo ragazzo.
-Bene. Visto che stiamo insieme voglio due cose.
Il ragazzo più piccolo si irrigidì. Cosa mai voleva?
-Primo il tuo numero di telefono.
Allora Hikaru sospirò di sollievo e glielo diede.
-Secondo...
Takashi si fiondò sulle labbra del più piccolo.
Prima era solo un tocco tra le sue e quelle candide e morbide di Hikaru, poi si trasformò in qualcosa di più profondo.
Takashi leccò il labbro inferiore di Hikaru per chiedere l'accesso alla sua bocca. Hikaru, imbarazzato dalla situazione, acconsentì permettendo che la lingua del suo ragazzo si insediasse nella sua bocca, poi portò le sue mani sulle spalle del più grande per avvicinarlo.
Le loro lingue si incontrarono in un lento Walzer e ballarono per circa tre minuti.
Dopo si staccarono. Respiravano in modo affannoso, ma stavano bene. Insieme stavano bene.

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Dopo l emozionante fatto, Takashi accompagnò Hikaru a casa. Sua madre lo aveva ringraziato gentilmente per il disturbo recato.
Verso le dieci di sera Takashi mandò un messaggio a Hikaru.

Buona notte, piccolo ♡♡
Buona notte, Soma-kun
Chiamami Takashi, ormai stiamo insieme
O-ok, Takashi, notte
Notte.

Salve ragazze e ragazzi, se ci siete. Sarà un pò Cortino ma secondo me è il capitolo più bello. Se volete dire qualcosa, oppure dare una vostra opinione, potete commentare. Mi renderete molto felice. Non dimenticatevi qualche stellina☆☆

Baci baci....Kuro-chiii

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