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Di prima mattina, con passo incerto Anna, accompagnata da Elena, andò a denunciare la scomparsa di Patrizio nella più vicina stazione di polizia. In quel piccolo stambugio diretto dal capitano Tagliavini vi era un bel po'di movimento per via delle continue segnalazioni di collaborazionisti e partigiani che cercavano di rifugiarsi dovunque, in qualsiasi posto.
Le due vennero trattate quasi con indifferenza, aspettarono mezz'ora nella sala d'attesa, entrambe si fecero travolgere dalla memoria evitando che non si appannasse, o, nel caso di Elena, non avrebbe avuto il coraggio di incontrare Gaudenzio. Certo avrebbe dovuto faticare, l'aveva già considerato un " don Abbondio". Poi finalmente le chiamarono.
Il capitano Tagliavini godeva di una discreta fama a Torino. In servizio dall'38, aveva da sempre portato degli strani baffi alla charlot.
Rotta dal pianto, Anna non c'è la faceva a dire nulla, il più lo disse Elena che cercava di evitare ulteriore imbarazzo davanti a un capitano, una figura che riteneva decisamente importante per la buona riuscita del ritrovamento.
" Abbiamo fatto male ad andare dalla polizia" gli disse Anna mentre si avviavano al convento
" Perché?"
" Non riusciranno a fare nulla, troppo impegnati a catturare i partigiani"
" Non essere disfattista, cara" cercò di ironizzare Elena
" Sono realista, non faranno nulla, non muoveranno un dito"
" E che vuoi fare?"
"Lo cerco io"
" Non sai nulla di dove sia"
" Delle informazioni si trovano sempre" le rispose Anna con tono sfottente
In quel momento, Elena si sentì travolta dall' ansia: di fronte a loro, camminava lui, Gaudenzio. Lei gli sorrise, si fermarono
" Elena..." Cercò di attaccare discorso lui con fare molto timido, poi si accorse di Anna e tutto gli sembrò andare in frantumi
" Ti presento Anna, Anna, lui è Gaudenzio"
Lui si mostrò giocoso nel tendergli la mano, lei sbarrò gli occhi a fessura, non gli rispose. Elena riuscì a intuire il disagio che lui provava e l'indifferenza di tutto che covava Anna. Decise allora di prendersi da parte Gaudenzio,verso pochi centimetri
" Che c'è ?"
" Ha paura"
" Di chi?"
" Non di chi, di che fine ha fatto"
" Chi?" Gli chiese alzando un sopracciglio
" Del suo fidanzato. Da tempo non ha più sue notizie"
Gaudenzio alzò gli occhi al cielo, gli ritornò in mente la vicenda di Patrizio. Si allontanò da Elena che lo guardò rammaricata, ancora una volta lui aveva messo un muro su di loro, mentre si avvicinava a Anna. Lei era fragile, lo guardò impaurita
" Elena mi ha detto che cerchi il tuo fidanzato" iniziò a dirgli con tono più affettuoso che aveva
" Si"
" Come si chiama"
" Patrizio"
Gaudenzio sbiancò, non si sentiva più in forza, sentiva che stava per svenire. Patrizio? Possibile che c'era un nesso tra l'amico di Gaudenzio e il fidanzato di Anna? Cercò di tastare il terreno, iniziò a preparare la prossima domanda. Scandendo le parole gli disse:
" Si chiama Patrizio... Zani?" Il cognome sembrò sparire, ma Anna lo sentì lo stesso. Questa volta fu lei a sbiancare. Con gesto fulmineo prese il braccio di Gaudenzio
" Lo conosci?"
Lui annuì serissimo. Nei pochi secondi che seguirono, Gaudenzio venne travolto da un turbine di domande, la calmò, gli disse che parlare di quelle cose in strada non era il caso, decisero di andare a casa di Gaudenzio.

Loro due si sedettero sul sofà, lui sulla poltrona
" Volete qualcosa?"
" Dov'è lui?"
Anna lo guardò con furia, Gaudenzio iniziò a raccontare tutto, del viaggio verso Roma, dell'arresto e dell'essersi rivolto a uno strozzino
" Sei andato da uno strozzino?" Gli chiese inorridota e sconvolta Elena
" Che dobbiamo fare?"
Anna prese a girare per la stanza, in una miscela di ansia, agitazione, ma anche gioia per la notizia
" Manderò una lettera a mio cugino. Cercherò di mettermi in contatto con lo strozz... Lui" si corresse vedendo l' espressione di Elena
" E poi?"
" Poi vedremo, cercherò di farlo uscire di prigione"
" Sei la persona più preziosa che abbia mai incontrato" gli disse felice Anna, e si lanciò addosso a lui ad abbracciarlo. I loro corpi presero contatto, sincronizarono il respiro, lei lo guardava con sguardo ammaliante, lui impaurito da quella donna, ugualmente bella, pensò quando le sue mani finirono nei fianchi di lei
" Gaudenzio" gli sussurrò lei " è un nome bellissimo" e prese ad accarezzargli i capelli, cosa gli stava succedendo, quella donna ci provava con lui, gli mancarono le moine che la moglie gli faceva durante il periodo del fidanzamento, una terribile fitta al cuore lo trapassò. Gaudenzio guardava quella donna, Patrizio lo avrebbe ucciso a vederla abbracciata a lei, forse avrebbe uccisa lei per come cercava di sedurre Gaudenzio, con i suoi ringraziamenti, i suoi movimenti. Mentre i due contemplavano abbracciati, Elena si girò verso la finestra, non voleva farlo a vedere, ma era gelosa che lui stesse abbracciato a un'altra, lo credeva timido, pensava che avrebbe respinto la seduzione di Anna, anzi sembrava attratto da lei, ma Elena non fece nulla. Forse non sono quella giusta per lui, pensò, che sciocca.
Finalmente lei si staccò da Gaudenzio, gli prese la mano
" Incontriamoci in questi giorni, conosciamoci"
Elena reagì, si alzò
" Dobbiamo andare, grazie Gaudenzio" gli passò accanto e, forse per fare vedere a Anna quanto poteva essere audace anche lei, gli toccò la spalla, gli sussurrò all'orecchio
" Incontriamoci pure noi"
Elena andò verso la porta , si girò giusto in tempo per vedere che Anna lasciava a Gaudenzio un bacio appassionato, i due quasi stavano per cadere a terra dalla foga con cui prese Gaudenzio.

" Come ti sei permessa" gli disse piena di astio quella sera
" A fare che" rispose lei senza capire
" A baciarlo"
Anna si girò sfoderando un sorrisetto innocuo
" Ho pensato che se Patrizio non viene trovato, è meglio cercarsi un altro partito"
" E devi prenderti proprio lui?" Incominciò a infervorarsi " è sposato"
Finalmente richiamata alla realtà, Anna si lasciò cadere pesantemente sul letto, sorpresa
" Cosa? Non ho visto nessuna fede"
Avrebbe dovuto dirgli che la moglie era morta? No, assolutamente no, sarebbe ripartita alla carica, più potente di prima. Passarono pochi minuti, scanditi solo dalle cicale fuori la finestra, poi Anna si alzò, abbracciò Elena e rimasero in silenzio
" Io lo amo" disse Elena " ha bisogno di amore, di conforto"
" E con sua moglie come farai?"
" Poi vedrò"

Con la stanza in penombra per non fare entrare il caldo che da giorni assillava i Torinesi, Gaudenzio, seduto sul secretaire ereditato da sua nonna, scrisse una lettera per Giorgio. Passò un bel po'prima che lui trovasse le parole giuste, alla fine il risultato, come se era un quadro da esporre al Louvre, gli sembrò convincente, poche parole per esprimere una situazione che gli sembrava difficile da risolvere. Uscì a imbucarla, cinque minuti dopo ritornava già a casa






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