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Per l'intera durata di Ottobre, Manuel e Simone non trascorrono molto tempo insieme, fatta eccezione per gli incontri all'asilo e per un giovedì in cui Bruno aveva insistito per andare a mangiare il gelato con Simo.

È un venerdì di metà Novembre quando le cose cambiano, perché è da tre giorni che Simone non vede Bruno, tre giorni che lo attende ogni mattina, che spera di vederlo comparire accompagnato dal padre, per cui decide di contattare Manuel, quella sera stessa.

"Ciao Manu, tutto bene? Non ho visto Bruno ultimamente"

Semplice, pensa. Formale.
Credice Simò.

Quel messaggio è l'unica cosa, oltre alle carezze di Bruno, in grado di far tornare il sorriso sul volto di Manuel, che ha la febbre da tre giorni.

"Oh Simò, tutto bene, ho la febbre, e nessuno poteva accompagnare Bruno sti giorni" scrive, sentendosi di colpo meno solo.

"Stai molto male? Domani passo" legge, e il suo cuore salta un battito.

"No, sarà solo un'influenza.. se ti fa piacere ti aspettiamo allora :)" digita e invia, e si rende conto solo quando gli si avvicina Bruno di star sorridendo come un ebete al cellulare.

«Come stai papà Manu?» gli domanda, arrampicandosi sul materasso con un pupazzo al seguito, facendolo letteralmente sciogliere tra quell'ammasso di lenzuola e coperte.

«Sto bene Bru, in realtà c'è una sorpresa per te» risponde, carezzandogli i capelli.

Vede i suoi occhi brillare per l'emozione.
«Domani viene Simone» continua, e Bruno, con un sospiro di stupore «Simo?» chiede, come a volersi assicurare di non aver frainteso.

Lui riesce solo ad annuire ridendo, perché il bambino si catapulta tra le sue braccia, stringendolo, come se gli avesse appena regalato l'oggetto più prezioso del mondo.

«Sei felice topo?» domanda, pur conoscendo la risposta, e lo sente infatti annuire, accompagnando quel gesto con un urletto.

«Dobbiamo dormire papi» gli dice, mettendosi di nuovo seduto, e Manuel si stupisce di quella proposta, dato che Bruno raramente vuole andare a dormire di propria spontanea volontà.

«E perché?»
«Perché così arriva presto domani! Arriva presto Simo»

Manuel ride e pensa che in un universo parallelo probabilmente Bruno sarebbe figlio di Simone, per quanto lo ama. E nemmeno si spiega il perché.

«Sei proprio un genio tu lo sai?»
«Si, lo so»

Tutto suo padre, pensa Manuel, e ride.

«Mettiti fermo te faccio 'na foto e la mandiamo a Simo, si?» propone, senza nemmeno sapere perché, probabilmente per soddisfare il desiderio di tenere viva la conversazione con l'altro.

Bruno annuisce ed incrocia le gambine, prende in braccio il pupazzo e sfodera il suo sorriso più grande, in attesa che il padre scatti.

"Ti aspetta così" scrive, e vede le spunte diventare blu dopo poco.

Tutto si sarebbe aspettato tranne che Simone facesse partire una videochiamata, anche perché si sente uno stupido a preoccuparsi del suo aspetto, quando accanto a lui c'è un bambino che non vuole altro che lui risponda.

«Ciao Simo» strilla infatti non appena vede comparire il volto del ragazzo sullo schermo.

«Non c'è bisogno de strillà, te sente» gli fa notare il padre.

«Ciao Bruno» ribatte Simone.
«Ciao Simò ce starei pure io eh»
«Oh Manuel, non t'avevo visto» scherza.

Simone ride, in realtà ridono un po' tutti.

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