Simone viene svegliato da una mano che colpisce la sua fronte ripetutamente. Non gli serve molto tempo per capire che si tratta di Bruno. Si domanda cosa abbia fatto di così bello nella vita per meritarsi quel bambino che lo guarda, seduto tra lui e Manuel, sorridente, in attesa che qualcuno gli dia retta.
«Topo» borbotta, ancora assonnato e Bruno non appena vede i suoi occhi aprirsi, si precipita a dargli un bacio sulla guancia.
«Tutti questi baci» ridacchia Simone, solleticandolo leggermente; lui ride e «come papà» afferma.
«Che?»
«Anche io ti do i baci, come papà» spiega il bambino, facendolo sorridere.«Lo svegliamo papà con un bacio allora, che dici?» domanda, e lui annuisce.
«Guarda, mettiti di là» gli dice e Bruno si posiziona alla destra di suo padre, iniziando a baciargli ripetutamente la guancia, mentre Simone gli lascia piccoli baci a stampo sulle labbra.
Manuel sorride, stringendo suo figlio a sé con un braccio. Apre gli occhi e vede Simone e sente di nuovo quel fastidio allo stomaco gli suggerisce che desidererebbe svegliarsi così ogni giorno.
«Simo» borbotta, «che ore sono?»
«Le sei»
«E perché siamo già svegli?»
«Chiedilo a lui» ridacchia Simone, indicando Bruno con un cenno del capo.
«Topo ma perché te non dormi mai?»
«Dobbiamo giocare papi Manu»Manuel sbuffa una risata. «Papi Manu è pe quando vuole qualcosa» comunica a Simone, che sorride.
Il minore riflette per qualche minuto, poi avanza una proposta.
«Topo hai mai avuto una bicicletta?»
Bruno scuote il capo e mentre lui sembra la persona più felice della Terra, Manuel sembra aver visto un fantasma.
«No Simò, non ce pensà proprio» ribatte infatti prontamente.
«Perché?» Simone chiede, improvvisamente preoccupato di aver appena scatenato l'inferno.
«Cade, se fa male, come facciamo poi?»
Manuel dà voce alle sue preoccupazioni ignorando del tutto il fatto che suo figlio stia semplicemente aspettando che gli consegnino la bicicletta.
«Ma c'ho il caschetto Manu»
«Ma perché te c'hai 'na bicicletta per bambini è la domanda Simò?»
«È la mia, l'ho trovata l'estate scorsa in garage»Manuel si maledice mentalmente perché si rende conto che quei due paia di occhi che lo guardano supplicanti sono in grado di convincerlo a fare letteralmente ogni cosa.
«Va bene» sbuffa, «oggi pomeriggio?»
Simone ride scuotendo il capo e si avvia verso la cucina con Bruno.
Quando sono a metà della rampa di scale, Bruno si ferma.
«Posso salire sui tuoi piedi?» chiede a Simone, che resta leggermente perplesso.
«Che significa?»
«Lo devi fà camminà coi piedi sui tuoi» spiega Manuel, con la voce ancora assonnata, alle loro spalle.In un attimo prende la mani di Bruno e lo aiuta a sistemarsi sui suoi piedi, ed inizia a scendere le scale, e la risata cristallina di Bruno è l'unica cosa che risuona nella villa deserta.
Quando raggiungono l'ultimo gradino Bruno scappa e si avvia verso la cucina, di fronte a loro. «Glielo faccio fà sempre, da quando ha iniziato a camminà» spiega Manuel, raggiungendolo, cingendogli i fianchi con un braccio, poggiando la testa sulla sua spalla.
Simone ridacchia, «sono felice» dice.
«Adesso?»
«Eh, perché posso fare qualcosa per lui... avrei voluto essere amato anch'io così, alla sua età» confessa.
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Satellite
FanfictionDa un'idea di @mityboh. Simone e Manuel si ritrovano dopo anni, grazie all'esistenza di Bruno. (grazie a @francesca5901 per la copertina)