17

2.3K 141 28
                                    

Non c'era stato modo di convincere Bruno a dormire nel suo letto la sera del 25, quando aveva visto Simone raggiungere il letto di suo padre. Alla fine erano giunti ad un compromesso: avrebbe dormito con loro solo il venerdì sera, così il sabato mattina avrebbero potuto svegliarsi senza fretta e dedicargli tutte le loro attenzioni.

Ed è per questo che un sabato di gennaio Bruno si ritrova tra le braccia di Simone, con una guancia schiacciata sul suo bicipite, dormendo beato, con la bocca semiaperta, mentre entrambi gli adulti sono già svegli, ma costretti a non muoversi.

«Simo» sussurra Manuel.
«Mh?»
«Vogliamo andare a prendere Merlino dopo?»

Simone spalanca gli occhi. «Il gatto?» chiede.

«Eh Simò, il gatto, lo portiamo qua, a vivere co noi, ce stai?» spiega, mentre con una mano accarezza la testa di Bruno, immaginandosi già la sua reazione.

«Cosa ti ha fatto cambiare idea scusa?»

«Ieri t'ho visto mentre lo tenevi in braccio e lo accarezzavi e ho pensato che me stavo innamorando un po' di più solo a guardarte»

«Poi ce state bene tu e Bruno co lui, siete tutti così... adorabili»

Simone ride, ché nemmeno in un'altra vita Manuel avrebbe usato quei termini, scuotendo il capo per quanto possibile. «Va bene, svegliamo Bruno?» asserisce.

«Svegliamo Bruno»

Soltanto due ore dopo sono a villa Balestra, pronti a portare con loro Merlino, che nel frattempo è cresciuto abbastanza da essere piuttosto autonomo.

Per tutto il viaggio in macchina, Bruno non fa altro che accarezzare il gattino che Simone ha sistemato vicino a lui, sui sedili posteriori.

«Simo» lo richiama.
«Dimmi topo»
«È morbido» afferma ridacchiando, e sia lui che Manuel ridono.
Manuel in particolare capisce di aver fatto la scelta giusta a giudicare dalla gioia che sente scoppiargli nel cuore.

Ne ha poi la conferma la sera stessa, quando trova Simone sul divano addormentato, con Merlino sulle sue gambe e Bruno intento ad accarezzarlo. Si avvicina in silenzio e Bruno porta un dito alla bocca per indicargli di non fare rumore.

«Shh, papà dorme» gli spiega, e Manuel perde una decina di battiti a sentire quel papà riferito a Simone, come sempre del resto.

«Lo so topo, ci mettiamo vicini?» domanda, prendendo il bambino in braccio e sedendosi accanto all'altro.

Il silenzio che li avvolge, il profumo di Simone che gli invade le narici e i capelli di Bruno – disteso sul suo petto – a solleticargli il mento gli donano una pace che non avrebbe mai ritenuto possibile raggiungere.

Porta una mano ad accarezzare Merlino, spostandosi di tanto in tanto dal gatto ad una mano di Simone poggiata sulla sua coscia.

È solo quando Simone si risveglia che gli torna in mente l'idea avuta qualche giorno prima.

«Andiamo a letto Manu?» domanda il minore, e lui sorride, trasportando velocemente Bruno – ormai caduto in un sonno profondo – a letto.

«Me lo leggi un libro?» domanda, non appena si ritrova disteso sul petto dell'altro.

Simone lo guarda stranito. «Che?» chiede.

«Voglio sentì la tua voce, me lo leggi?» chiarisce Manuel, porgendogli il libro che Simone aveva lasciato sul suo comodino.

È Oceano Mare di Baricco, e Simone inizia a leggere senza esitare.

Manuel si poggia meglio con la testa sulla sua pancia, e si gode il suono della sua voce, il vibrare del suo petto.

Satellite Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora