CAPITOLO V - ERRORE

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Appena riaprì gli occhi vide il soffitto bianco della sua stanza. Erano passati cinque giorni dall'ultima volta che parlò con tutti gli altri; il piano era rifinito nei minimi particolari senza perdere il suo senso iniziale. Avevano appurato che fosse meglio per tutti che non si sarebbero visti fino a quel momento per non destare troppi sospetti, a eccezione del giorno prima, poiché Zanoa avrebbe consegnato un oggetto a sua detta fondamentale per la riuscita della missione.

Iluk sentiva nella bocca il sapore del sangue e d'istinto si alzò, voltandosi verso il cuscino. La secca macchia rossa ne copriva gran parte del lato, arrivando anche alle lenzuola.

"Ma che diavolo... ah già."

Si ricordò subito delle iniezioni del giorno prima e capì subito che si trattasse di un effetto collaterale. Si voltò verso l'uscita, notando che la porta era aperta e che una alta guardia lo stava osservando.

– La Curatrice ti aspetta, datti una mossa e non azzardarti più a dormire così tanto, altrimenti saremo costretti a punirti.

Dopo averglielo detto si incamminò da qualche altra parte, lasciandolo da solo. Si prese qualche attimo per pensare, poi scese dal letto. Si assicurò di infilare per bene le pantofole e si incamminò di fretta verso la solita fila che, quella mattina, era libera. Mentre camminava a passo rapido verso la porta della Curatrice abbassò lo sguardo per notare che il segno sul suo braccio era cresciuto rispetto al giorno prima e arrivava fino al polso.

Gli girava la testa e non si sentiva affatto bene. Pensava di dover mangiare qualcosa per alleviare le fitte allo stomaco. Non ci volle molto prima che l'ordine della donna lo destò dai suoi pensieri.
Appena chiuse la porta dietro di sé notò, seduta sul lettino dove la Curatrice lo visitava tutti i giorni, una Zanoa che fissava il pavimento con sguardo colpevole. Non indossava il solito vestito rosso e i lunghi scarponi ma lo stesso camice di tutte le persone tenute lì con la forza.

"Aspetta un attimo, cosa sta succedendo qui? Cosa è successo ieri?"

– Vedo che l'esperimento di ieri ha avuto degli effetti collaterali – disse la donna, seduta al suo solito posto. – Hai ancora delle croste di sangue vicino alle labbra.

Infilò la mano destra in un cassetto della scrivania, senza perdere di vista i due complici. Iluk si sedette sulla sedia posta davanti alla scrivania, ricambiando lo sguardo. La bionda gli lanciò una piccola capsula bianca, mostrandosi cordiale.

– Per ora non sei in pericolo però vedi di ingerirla dopo un pasto, altrimenti le fitte che hai torneranno presto. Per il momento ti basta rilassarti, non possiamo rischiare di perdere un'ottima cavia come te.

La prese al volo con difficoltà. Vedeva leggermente sfocato e una sensazione di nausea iniziò a distrarlo.

– Cosa mi hai fatto?

La guardava in cagnesco, digrignando i denti. Lei, di tutta risposta si alzò dalla sedia e si avvicinò alla figlia dagli occhi spenti.

– Era da un po' che Zanoa si comportava in modo strano e quando ho scoperto quello che ha fatto ieri l'ho dovuta punire. Quell'oggetto che mi ha rubato era troppo importante e le ho gentilmente chiesto di ridarmelo... peccato che sono dovuta passare alle maniere forti.

Iluk teneva a stento la concentrazione ma le sue parole lo aiutavano a fare il quadro della situazione e a collegare i puntini. Non poteva restituirglielo perché ormai lo aveva affidato ad Ardix e non poteva rivelarle tutto proprio il giorno prima.

– Tra le varie punizioni ho triplicato la tua dose di ieri, non ne sei felice? Abbiamo scoperto un limite da non varcare grazie alla tua amichetta. Mi pare scontato dirti che non è tutto.

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