Capitolo 14

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La mattina dopo mi svegliai che mi ricordai ben poco di ieri sera e questa notte...o forse si: io e Jace attaccati tutto il tempo. Fa strano dirlo, alla fine era il mio vicino di casa che odiavo e ora non so se lo odio ancora come prima, alla fine mi ha mezzo salvato la vita per una cagata che ho fatto ieri sera...
Mi alzo dal letto e mi viene una nausea che mu fece correre subito in bagno a vomitare. Ci stetti 20 minuti e finalmente uscii... ho paura ad essere incinta a 15 anni...
Sentii bussare alla porta. <<chi è?>> dissi esausta a terra con gli occhi mezzi chiusi dal malore. <<sono io...Jace!>> non risposi ed entrò lui. Corse verso di me e cercò di tirarmi su, senza risultati. <<tutto bene?>> scossi di no con la testa. <<ho vomitato...ancora>> dopo questa frase iniziai a piangere. Lo vidi con gli occhi spalancati e increduli. Mi prese in braccio e tra i miei pianti continuai a perdonarlo. Se avessi dato ascolto a Jace fin dall'inizio non sarei in questi stato. Se sono incinta non so come dirlo ai miei...
<<ehi tranquilla va bene? Risolveremo questo problema, ma ora vieni giù a mangiare qualcosa che sei anche pallida>> feci quello che disse e lo seguii fino in cucina.
Erano le 11 e non avevo fame, ho solo bevuto dell'acqua gasata; se avessi mangiato avrei vomitato di nuovo probabilmente.
<<ascolta cosa vuoi fare?>> mi chiese Jace, alzai le spalle. <<vuoi andare a casa?>> risposi di no, non voglio che i miei mi vedano in queste condizioni. <<ok...emh vuoi riposarti ancora un po'?>> annuii quasi in lacrime. Mi fiondai sul divano e subito dopo arrivò Jace che mi abbracciò subito. Non perdonerò mai me stessa per quello che ho fatto...
Rincominciai a piangere. Jace non esitò a parlare che mi strinse ancora più forte.
<<con me sei al sicuro>> disse. Questa frase iniziò a rimbombarmi nella mia testa, come dei tamburi, come un eco infinito.
<<mon ti preoccupare, risolveremo in qualche modo, se vuoi ci parlo io con i tuoi, li rassicuro io>> lo guardai insicura. I miei genitori non vorrei che sappiano questa cosa, ma dall'altra è giusto che lo sappiano, almeno anche loro possono darmi una mano... non so nemmeno come la prenderebbero..
Annuii con la testa e cercai di calmarmi in qualche modo.
Tra pensieri vari mi riaddormenti tra le braccia di Jace.

JACE'SPOVV
Quel lurido bastardo me la farà pagare.
Ho pensato fosse finita e che tra un po' potesse pure farle del male fisico.
Emma si è addormentata tra le mie braccia; l'ho portata in camera e l'ho rimessa a letto. Presi la decisione di andare ora dai suoi e raccontare tutto, cercando agevolare la situazione. Mi cambiai in men che non si dica e mi fiondai subito davanti alla loro porta; mi aprirono felici e contenti e mi accomodai nel loro divano.
<<come mai qui Jace?>> chiese la madre, intanto che arrivo anche il padre. <<sono qua per parlarvi di una cosa abbastanza seria...>> si guardarono preoccupati. <<Emma?>> chiesero. <<a casa mia che dorme tranquilla>>. Furono all'ascolto, feci un respiro e iniziai a raccontare tutto in to o molto tranquillo tutto ciò che è successo ieri sera e stanotte. Le loro facce, espressioni erano confuse, sconvolte e penso anche deluse, non se lo sarebbero mai aspettate. <<oh mamma io->> disse la madre tra i pianti. <<avrei preferito te e non quel lurido>> rispose il padre e mi scappò un risolino. <<ascolta, mi vado a preparare vado a comprare un test du gravidanza, Jace vai a casa e stai con Emma, torno subito>> corse la madre a cambiarsi e io feci lo stesso andando verso casa mia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 11, 2022 ⏰

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Little family||Jace NormanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora