6. Solo odio

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Show me what I can't see
when the spark in your eyes is gone

Bring Me The Horizon - Follow You

Scalciai via il lenzuolo che profumava di lavanda e scivolai giù dal letto.

Una musica melodica e soffusa entrava in camera dalle finestre socchiuse. Afferrai i battenti scrostati e li spalancai, poi mi appoggiai con i gomiti spigolosi sul davanzale, le schegge mi pizzicarono l'avambraccio.

Oltre la finestra, i campi dietro casa regalavano uno scorcio silenzioso e ribelle della notte estiva. Il frusciare che proveniva da dietro i faggi che immettevano nel bosco mi comunicava la presenza di qualche animale notturno; acuii la vista nel buio rischiarato solo da un lampione stenterello sulla via principale.

Una sensazione mi fece prudere il retro della nuca. Mi paralizzai. Quella percezione mi sgusciò sotto la maglia slabbrata del pigiama, mi percorse le gambe molli fino a intorpidirmi le caviglie.

«So che ci sei...»

Non mi voltai.

Lasciai che il frinire dei grilli facesse da sottofondo al sussurro che si disperse nell'oscurità. Nessuna risposta provenne dalle ombre alle mie spalle. Rimasi a osservare i campi e l'argine del bosco.

Non volevo vederlo, non volevo girarmi.

«Ti sento anche se non mi rispondi.» Mi aggrappai con le dita al bordo scrostato. «E devi smetterla di infilarti nei miei sogni, Nicholas.»

«Come hai detto tu, sono i tuoi sogni, non i miei. Io non posso farci nulla.»

Rimasi paralizzata, quella tremenda voce così familiare da cullarmi ogni anfratto di luna ghermito dai miei dolori. Mi stava fissando, lo sentivo anche senza voltarmi, lo percepivo come un mantello di tenebre inconsistente; mi trapassò il cuore, i vestiti, le pelle, le cicatrici.

Ero nuda ai suoi occhi, lo ero sempre stata, cuore sbrindellato e sbagli celati.

Non andava per niente bene così.

«Ci hai pensato?» Un sussurro troppo vicino.

Le mie gambe nude stavano tremando rispondendo a un richiamo che non riuscivo a scorticarmi di dosso. Maledette gambe.

Serrai i pugni, l'odio colloso che gridava al mio sangue di imporsi, di imbrigliare la giusta emozione. «A cosa, al colpirti?»

«Sì.» Voce profonda, intransigente, scalare di ombre in due lettere.

«A che servirebbe? Ti ho detto la verità, Nicholas, pensavo che questo bastasse a scacciarti via dai miei sogni... sei solo una mia proiezione onirica.»

Una ciocca di capelli si spostò, un refolo d'aria mi baciò le braccia lasciate nude dalle spalline.

«Se fossi qui di persona, nella realtà, mi colpiresti?»

Piantai le unghie nel legno consumato dai tarli. «Sì.»

Uno scricchiolio del pavimento a un passo da me, alle mie spalle. «Allora puoi anche farlo adesso.»

Maledetto subdolo subconscio!

«Nicholas?»

Chinai la testa in avanti, fissai il pavimento mentre mi grondavano i capelli oltre le spalle, scoprendomi la schiena. Non potevo girarmi, non potevo guardarlo.

Black Moon ~ Come un'AquilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora