I walk alone,
I'm everything
I'm running with the wolves tonightAurora - Running with The Wolves
Trovai l'auto nello stesso posto in cui l'avevamo parcheggiata il giorno precedente.
Nicholas mi aveva lasciato tutto, persino il suo cuore.
E su questo non avevo dubbi. Sapevo perché aveva preso quella decisione. L'avevo sentito ripetere all'infinito che era il mio peggior pericolo. Aveva una sindrome sacrificale; la sua vita non contava niente, la sua felicità era la prima da buttare via.
La mia salvezza era l'importante.
Per cui era stato ovvio ciò che avrei dovuto fare per salvarlo: precedere il suo sacrificarsi.
Ma per prevenire un martirio, andava manipolato il cataclisma imminente.
Eppure, mentre guidavo verso casa, e la mia mente continuava a rielaborare ogni dettaglio tralasciato, a pianificare alternative non vagliate, mi resi conto che c'erano molte incognite. Forse troppe.
Non su ciò che poteva accadere, bensì su chi potesse essere coinvolto.
E più persone entravano in gioco e più azioni andavano prevenute.
Ero così piccola e inutile in quell'enorme gioco. Quanto bastava per schiacciarmi? Mi stavo sopravvalutando?
Mi fermai in un parcheggio sulla costa, il sole bagnava le acque placide, infrangendosi sullo specchio cristallino che ne rifrangeva la lucentezza, accecandomi. Il salmastro mi inumidì i sensi, granelli di sabbia invisibili si infiltrarono nello spazio lasciato scoperto tra il calzino e il leggins.
C'erano cose che non potevo prevenire, che non avevo modo di fermare, né interrompere.
Come potevo affrontarle senza farmi prendere dal panico?
La brezza mi gettò nuova aria salata nel naso. Inspirai per inerzia.
Come potevo controllare la paura contro tutte quelle possibilità nefaste?
Il vento tornò indietro, prendendomi contro piede, sbilanciandomi in avanti.
Affondai con la scarpa nella sabbia granulosa. Ma le braccia allargate mi aiutarono a mantenere l'equilibrio.
Un gabbiano garrì. Sollevai il mento; il sole mi accecò.
E la paura fluì e il pennuto planò e l'acqua sciabordò.
Serrai le palpebre, il tepore ci batté contro.
Avanzai senza sostegno della vista. La brezza mi schiaffò gli abiti addosso.
Inspirai; pesce stantio, alghe maleodoranti, salsedine.
Il vento ci riprovò, allargai di più le braccia, senza sforzarmi a mantenere l'equilibrio, ma lasciando che si assentasse da sé.
Il vento era implacabile. Il sole accecante. Il rumore delle onde assordante.
Pensai al gabbiano. Divenni lui.
C'era un unico modo per prepararmi ad affrontare quello che stava per succedere...
Seguii il fluire della corrente, mi adagiai sul sibilo della spuma, lasciai che le dita galleggiassero come delle ali. E mi mossi nel buio che mi circondava, lasciai che fosse il mio corpo con le sue radici a disfare e creare, plasmare e modellare.
Assestai posizioni di guardia. Lasciai che gli elementi della natura mi attaccassero, ma non le combattei, bensì mi adattai.
Perché l'equilibrio, in fondo, non è mai stato statico.
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Black Moon ~ Come un'Aquila
RomanceTerzo volume e conclusivo di Black Moon. ROMANCE ~sfumature DARK ~sfumature Thriller 🌘 🌑 🌒 Nicholas è sprofondato nelle acque della morte. Sam si è distrutta. Un mese è passato, il mondo ha perso senso, le minacce non sono cessate. Ma ongi pass...