Nico lo capiva. Aveva perso Bianca in un attimo, Hazel era quasi morta nella battaglia contro Gea. Quindi si. Lo capiva anche troppo bene. Per questo sapeva che l'unica cosa da fare era stargli vicino, ma non consolandolo, no, accompagnandolo nel doloroso cammino, offrirgli una spalla su cui piangere, cercare di non farlo dimenticare ma di farlo imparare a convivere con il suo dolore. Annabeth Chase era morta.
Aveva lasciato uno squarcio nel cuore di tutti, ma a Percy, Percy Jackson, lo aveva portato via. Ormai era come un fantasma, non parlava e non faceva nulla. Si alzava la mattina solo perché Nico lo svegliava. Si vestiva solo perché Nico lo incitava. Mangiava solo perché Nico lo obbligava. Dopo tutto che senso aveva la sua vita adesso, senza Annabeth?
Per Percy tutto era diventato grigio, strano scherzo del destino visto che la figlia di Atena aveva ereditato gli occhi di sua madre. Tutto grigio e inutile. La notte gli capitava di alzarsi dal letto urlando e piangendo, ma questa non era la cosa peggiore. La cosa peggiore era quando, sovrappensiero, mentre Nico lo portava in giro per il Campo, diceva -Potremmo andare a chiamare anche Annabeth, eh?- Nico si immobilizzava per un attimo e Percy si rendeva conto di ciò che aveva detto. Terribile.
Ogni giorno si ripeteva che ormai era andata così, che doveva andare avanti, ma non ce la faceva. Annabeth era Annabeth, era la vita di Percy, ed ora che era morta, era morto anche lui.
E Nico lo sapeva.
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Risollevarsi dall'oblio
FanfictionQuesta storia è una Pernico (my favourite ship), le vicende si svolgono dopo la battaglia con Gea quando Percy è distrutto da un immenso dolore: l'unico in grado di aiutarlo è Nico. P.S.: questa storia l'avevo già pubblicata su EFP.