Doveva trovare Frank. Doveva.
Appena arrivato vicino alla statua di Terminus Percy corse in direzione degli Alloggi. Per la strada molti semidei romani lo salutarono ma lui non rivolse la parola a nessuno. Doveva trovare Frank.
Arrivato davanti alla Quinta Coorte un Lare si avvicinò ma lui andò oltre e iniziò a cercare l'amico nelle varie stanze che si aprivano al suo passaggio.
Girato un angolo si accorse che l'edificio era completamente vuoto. Non se n'era accorto prima perché era troppo di fretta. "Merda!" pensò irritato il figlio di Poseidone, mentre in gran fretta usciva dall'Alloggio e si dirigeva in Senato.
Per la strada incontrò qualche fauno ma nessun romano. Arrivato davanti al Senato notò un ragazzo che si stava dirigendo verso il lago. Era alto e piazzato. Doveva raggiungere Frank.
-Frank! FRANK!- Percy chiamò a gran voce il semidio che si girò e gli rivolse un sorriso tirato.
-Hei Percy. Sei venuto a salutarmi?-
-A salutarti...? Co...un attimo...te ne stai andando?-
-Già...parto domani.- il figlio di Marte abbassò la testa e iniziò a fissare il suolo.
-Non puoi! Frank, devo parlare con tuo zio!- urlò Percy scuotendo l'amico per le spalle.
-Anche se ci parlassi non risolveresti nulla...mi vuole portare là con se...questo è quanto.-
-Lasciamici provare! Ti prego...- la sua voce si fece fievole –Ho combinato troppi casini in questi tempi, ho già perso troppe persone...devo fare qualche cosa per far tornare tutto a posto! Il Campo Mezzosangue sta letteralmente andando a pezzi, il Campo Giove sta perdendo due dei suoi più valorosi combattenti nonché uno dei migliori Pretori che abbia mai avuto...io non voglio che ciò accada! Risolverò la questione!-
-Percy...va bene...vieni, ti porto da mio zio- detto questo Frank si incamminò verso il Labirinto, lo sguardo fisso al suolo mentre Percy lo seguiva più convinto che mai della sua scelta.-Ehm...esattamente dove abita tuo zio?- chiese il figlio di Poseidone dopo il cinquantesimo cambio di direzione che prendevano.
-In Cina.- gli rispose tranquillamente Frank.
-Ah...quindi siamo diretti là?-
-Già...senti Percy come mai vuoi fare tutto questo? So che siamo amici e tutto ma te lo si legge in faccia che non è questo il motivo che ti spinge a fare tutto questo.- non sembrava arrabbiato o offeso in alcun modo, notò il moro, solo perplesso.
-Da quando Annabeth è morta io sono cambiato. Non solo perché si è rotto qualcosa dentro di me ma proprio perché io non mi sento e non sono più lo stesso. Lei era la prima persona che ho incontrato qui al Campo, la prima che mi ha più o meno fatto sentire a casa. Io mi dico sempre che se mi fossi dichiarato prima avremmo avuto più tempo. Avrei potuto salvarla, capisci? Ma quel giorno io non c'ero...l'ho lasciata sola di guardia davanti ai nostri accampamenti e lei non ce l'ha fatta a sopravvivere. Non ce l'ha fatta. Poi...io sono...esattamente non lo so nemmeno io, avevo solo voglia di scomparire e solo grazie a Nico sono qui. Ma ora che ho litigato anche con lui, ora che non mi rendo conto di ciò che accade ai miei amici, ora che il Campo si sta spopolando non so più come rimettere insieme i pezzi. Non so più come far tornare tutto com'era prima. Non so più come aiutare un amico.-
-Percy, io in questi giorni sono stato un vigliacco. Non ho fatto nulla per poter rimanere qua con voi e con Hazel. Nulla. Ho lasciato che tutto fluisse, che facesse il suo corso. Ma ho sbagliato. Tu invece sei qui ora, ad aiutarmi. Non ti sei arreso quando io ti ho detto di no. Tu non sei cambiato nel profondo. Ti comporti in maniera differente, è vero, ma sei sempre lo stesso Percy. Non lo dimenticare.-
Rimasero zitti per un po', fino a che non videro una luce che cresceva sempre di più davanti ai loro occhi.
-Perseus Jackson, benvenuto in Cina!-La Cina non era come il figlio di Poseidone si immaginava. Era più rumorosa e trafficata. E soprattutto più popolata. Molto più popolata.
Lui e Frank era sbucati in mezzo ad una piazza nel centro di Pechino. Nessun passante sembrava far caso a due semidei uno con una maglietta di un arancio sgargiante e l'altro vestito come un Pretore romano in toga viola.
Dopo essersi fatti largo nel fiume di persone si rifugiarono in un vicolo laterale e fecero il punto della situazione.
-Allora...noi siamo a Sanlitun uno dei posti più frequentati della città e dovremmo dirigersi a verso la parte storica.-
-Frank, vero che sai come arrivarci?-
-Ehm...certo! Cioè...più o meno...-
-Santi Numi! Sai parlare almeno il cinese o il mandarino o che so io?-
-Si...ci provo aspetta qui.- detto questo si avvicinò ad un passante e chiese –Yíhàn, néng gàosù wǒ zěnme dào lìshǐ zhōngxīn?-
Quello gli parlò fitto fitto gesticolando un po' e poi se ne andò di corsa.
-Allora?- chiese Percy sorridendo.
-Allora mi ha dato della capra ad un certo punto ma alla fine mi ha detto che è qui vicino, muoviamoci.-La casa dello zio di Frank era di dimensioni enormi. Era sullo stile tradizionale con lanterne di carta un po' ovunque e vecchi cimeli di famiglia sparpagliati qua e là.
Dopo aver preparato un delizioso tè il padrone di casa chiese con forte accento cinese –A cosa devo la vostra piacevolissima visita?-
-Ehm...zio lui è Percy Jackson un mio amico di New York e vorrebbe tanto parlarti.-
Il figlio di Poseidone si schiarì la voce –Piacere signor Zhang. Volevo parlare a proposito del trasferimento di Frank da lei. Non voglio sembrarle sfacciato o sgarbato ma mi chiedevo come mai voglia che lui viva qui con lei?-
-Signor Jackson non vedo come la cosa possa riguardarla.- rispose lapidario il padrone di casa.
-Mi perdoni ma credo che la cosa mi interessi. Vivo con suo nipote da un anno e mezzo quasi e la sua ragazza lo conosce e vive con lui da ancora più tempo. San Francisco è la sua casa. Non può chiedergli di lasciarla così, di punto in bianco!-
-Io sono il suo tutore legale!-
-Per questo dovrebbe pensare al suo bene!-La discussione era andata avanti per ore, Frank ad un certo punto era dovuto intervenire spiegando perché volesse rimanere in America e perché avrebbe anche voluto andare in Cina. Alla fine però erano giunti ad un compromesso. Il figlio di Marte sarebbe rimasto al Campo Giove per tutto l'anno tranne che nei tre mesi invernali, quali Dicembre, Gennaio e Febbraio.
Percy ce l'aveva fatta. Aveva convinto il signor Zhang.
Prima di tornare nel Labirinto i due amici si fermarono a mangiare in un tipico ristorante cinese, usando i soldi che avevano cambiato a casa dello zio di Frank.
Con la pancia piena di involtini primavera e biscotti della fortuna si diressero verso casa. Il viaggio fu più breve del precedente e le discussioni più felici.
Sbucarono nel bosco del Campo Mezzosangue e si diressero verso la Cabina di Ade. Percy però si fermò prima.
-Amico io non continuo oltre...sei tu che devi dare a Hazel la buona notizia io non centro.-
-Grazie Percy.- Frank gli diede una pacca sulla spalla e si incamminò da solo verso l'abitazione della sua ragazza.Quando la porta gli si fu chiusa alle spalle il figlio di Poseidone si gettò sul letto e si sistemò supino. Iniziò a guardare il soffitto dove i riflessi dell'acqua della vasca di Iride creavano mille giochi di luci. Ce l'aveva fatta, pensò, aveva compiuto il primo bel gesto dalla morte di Annabeth. Ora però doveva riavvicinarsi in qualche modo a Nico. Ma come? Non poteva credere che l'amico avesse trovato una ragazza senza dirgli nulla. Insomma lui era...era..."per lui non sono che un amico" concluse. Ma perché aveva quella strana sensazione di fastidio al petto? Perché non sopportava l'idea che quella ragazza avesse portato via Nico, il suo Nico, da lui? Ma soprattutto, perché Nico aveva preferito stare con lei piuttosto che con il suo migliore amico?
Tante domande e nessuna risposta.
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Risollevarsi dall'oblio
FanfictionQuesta storia è una Pernico (my favourite ship), le vicende si svolgono dopo la battaglia con Gea quando Percy è distrutto da un immenso dolore: l'unico in grado di aiutarlo è Nico. P.S.: questa storia l'avevo già pubblicata su EFP.