EPILOGO

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Si inginocchiò davanti all'albero di quercia davanti a sé. Con le mani iniziò ad accarezzare l'erba vicino alle radici, il vento che gli soffiava tra i capelli corvini, mentre con gli occhi indugiava sul tronco, sulla corteccia, sul colore. Li chiuse e inspirò. Il vento frusciava tra le foglie, la giornata era calda, una delle prime di primavera. C'era odore di fragole, le prime che stavano maturando al Campo, di fumo, di mare e di lei. Quando lei era morta aveva deciso di dedicarle un luogo in cui andare a trovarla quando tutto il dolore fosse scomparso. Il dolore c'era ancora, le mancava come se gli mancasse una gamba e non riuscisse più a camminare bene, era stata parte di lui ed ora che non c'era più quel pezzo di lui se n'era andato, lasciando un vuoto incolmabile. Sapeva che niente avrebbe potuto mettersi al posto di lei, della sua nostalgia, del suo amore; lei era esistita, lei era stata con lui, lei era lui e lui era lei. Ma ora le cose erano diverse: sapeva come convivere con quel dolore e lo accettava, accettava il sacrificio di Annabeth, accettava la sua morte. Ora assieme a lui aveva Nico che lo aveva aiutato a superare quel periodo buio senza chiedere nulla in cambio, era semplicemente stato lì, accanto a lui, non lo aveva lasciato, si era dimostrato uno dei ragazzi più forti che Percy avesse mai conosciuto in tutta la sua vita. Aprì gli occhi e guardò in alto, tra i rami, dove la luce del sole filtrava tra le foglie. Dopo pochi secondi si alzò piano, si spazzolò i pantaloni con le mani e sorridendo si diresse verso la Cabina di Ade.

Nico sentì bussare alla porta e di malavoglia si alzò dal letto per andare ad aprirla. Hazel era andata con Frank a passeggiare sul lungomare e lui si era addormentato. Non che avesse molte cose da fare, Percy aveva deciso di fare una camminata fino alla "tomba" di Annabeth e ogni volta che questo accadeva non lo vedeva per diverse ore.

-Chi è?- chiese prima di aprire.

-Chi vuoi che sia?- gli rispose di rimando una voce familiare.

Senza volerlo Nico iniziò a pensare "O dei! Ma è tornato prima per me?".

-Hem...mi lascerai qui fuori ancora per molto?-

-Scu-scusa!- il figlio di Ade si affrettò ad aprire la porta e a farlo entrare.

Percy entrò e lo strinse a sé per un attimo prima di chiudere la porta alle loro spalle. Nico chiuse gli occhi contro il suo petto sorridendo.

-Come mai sei tornato così presto?- gli chiese con il cuore in gola.

Percy non rispose subito; lo prese per mano e lo condusse vicino al letto –Alla quercia ho pensato molto e ora sono pronto a dirti una cosa.- era molto serio e Nico si preoccupò.

-C-cosa?- cercò di nascondere la tensione.

-Ti amo.-

Nico non riusciva a tradurre quelle due parole in una lingua a lui comprensibile.

"Ti amo."

"Ti amo."

"Ti amo."

-Tu...tu cosa?- lo guardò con la gola secca e il cuore in gola –Cosa hai detto?-

-Nico Di Angelo io ti amo, con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima, con tutto il mio corpo, con tutto me stesso.- gli sorrise.

Il figlio di Ade non riusciva a capire. Lo amava? Sul serio?

D'improvviso il significato di quelle due parole gli apparve chiaro e preciso nella sua mente, il suo petto sembrava esplodere dall'emozione, le lacrime stavano per rigargli il viso ma si trattenne –Ridillo.-

-Ti amo.-  Percy si avvicinò a lui –Ti amo.- gli diede un bacio sulle labbra –Ti amo.- lo fece scivolare sul letto –Ti amo.- si mise sopra di lui –Ti amo.- lo baciò di nuovo, questa volta con più intensità e passione.

Nico si abbandonò a quel mare di piacere e emozione, sembrava di star per affogare in quel turbine di sentimenti, e poco prima di abbandonarsi completamente a questo vortice di amore e passione, gli sussurrò all'orecchio –Ti amo anche io Testa d'Alghe.-

<Angolo Autrice>

Questo è l'epilogo tanto richiesto, non so come sia venuto, perchè per me la storia si concludeva nel capitolo precedente. Spero di non essere riuscita a rovinare tutto comunque...

Grazie ancora a chi l'ha letta, commentata e votata, spero di essere riuscita ad accontentarvi con questo finale.

Un abbraccio,

_nicla__

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