Capitolo Tredici

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Nico si alzò in piedi nervoso –Sappiamo che tutti i Semidei se ne sono andati da soli. Non sono stati rapiti da nessuno, avremmo trovato delle tracce di lotta altrimenti. Sappiamo anche che, almeno nel Campo Mezzosangue, sono stati rapiti principalmente i figli di Apollo che sono i ragazzi più belli dopo quelli di Afrodite.- guardò di sfuggita Percy che era sobbalzato appena aveva sentito "i ragazzi più belli" –Comunque da queste informazioni possiamo dedurre che qualcuno ha convinto solo ragazzi, per la maggior parte, a seguirlo. Io penso quindi che i mostri che stiamo cercando siano delle Empuse.-
Tutti rimasero in silenzio per un po', assimilando le informazioni dette dal figlio di Ade.
-Come hanno fatto a convincere i Semidei a seguirle, scusa?- domandò Frank confuso.
-Le Empuse hanno la capacità di mutare la propria forma nascondendo le loro caratteristiche da mostro.- rispose Percy in fretta. Sapeva già qualcosa a proposito di quei mostri, lo avevano ingannato trasformandosi da cheerleaders della scuola che al tempo del suo quindicesimo compleanno frequentava.
-Devono essersi mascherate da qualche bella ragazza o qualcosa di simile e li hanno trascinati nel Labirinto. Ma il problema è perché?- continuò poi il figlio di Poseidone.
Chirone scalpitò –Penso che Nico abbia ragione. Tutti gli indizi di cui siamo in possesso puntano in quella direzione. Dal vostro racconto poi – indicò Jason e Percy –sappiamo che quei mostri si nascondevano nel buio. Questo è più strano perché le Empuse sono le ancelle di Ecate e lei è in possesso delle torce grazie alle quali può vedere passando dal mondo dei vivi a quello dei morti. Tutto ciò però è meno rilevante. Ora sappiamo contro chi combattiamo e possiamo prendere misure di sicurezza adeguate.-
Per ore e ore lavorarono per cercare di trovare delle soluzioni al problema. Leo spiegò come funzionavano le sue misure di sicurezza. Dentro di sé sapeva che ora avrebbe potuto costruire il progetto perfetto, sapendo chi fosse il nemico.
Alla fine ognuno tornò nella propria cabina, esausto. Jason, Frank e Hazel rimasero al Campo Mezzosangue. Era troppo pericoloso entrare nel Labirinto a quell'ora della notte. Andarono tutti e tre a dormire nella Cabina 1, che fu allestita come provvisorio rifugio per semidei romani.

Nico, nel suo letto, si rigirava, attorcigliandosi nelle lenzuola, non riuscendo a dormire. Aveva una strana sensazione. Era sicuro di aver collegato giustamente tutti gli indizi e di aver capito che mostro fosse ad attaccare i semidei, eppure...
La porta si aprì piano, uno spiraglio di luce illuminò il suo corpo imbalsamato tra le coperte. Il figlio di Ade s'irrigidì. Il cuore iniziò a battergli all'impazzata e finse di dormire. Sentì la porta chiudersi e un rumore di passi che si avvicinava.
Ormai stava sudando dall'ansia e si alzò in fretta saltando addosso all'intruso. Caddero assieme sul pavimento con un tonfo e Nico iniziò a tirare pugni, calci e morsi ovunque gli capitasse.
-Nico!- una voce dolorante si fece largo tra la confusione.
Il ragazzo si bloccò –P-Percy?-
-Chi diavolo pensavi che fossi, scusa?- il figlio di Poseidone si divincolò dalla presa del ragazzo e si alzò, sistemandosi la maglia del Campo.
-Non so, magari un'Empusa?- infastidito e sentendosi lievemente in colpa Nico si risistemò nel letto.
Percy trattenne le risate –Un'Empusa ben educata che bussa alla tua porta?-
-Scemo, mi hai fatto prendere un colpo!-
-Oh il mio fiorellino si è spaventato?- il ragazzo si chinò sul letto e iniziò a fare il solletico all'amico che impazzì dal ridere attorcigliandosi ancora di più tra le lenzuola.
-Basta, Percy! Guarda, adesso sembro un caspio di bruco!-
In effetti il figlio di Ade era come rinchiuso in un bozzolo di coperte.
-Ogni bruco diventa una bellissima farfalla, però- Percy avvicinò il suo viso a quello di Nico e lo baciò. Poi lo aiutò a liberarsi e si accoccolò al suo fianco.
-Oggi dormo con te.- decise.
-E se io non te lo permettessi?-
-Tu non permetteresti a me- si indicò come per esporre una merce di valore –di dormire al tuo fianco?-
-Tu occupi spazio prezioso. Ogni volto mi ritrovo spiaccicato contro la parete mentre tu sei ben stravaccato su tutto quel che rimane del letto.-
-Sono una persona importante io!-
-Si si lo sei ma dormi per terra.-
-Ma...!-
-Vieni qui, idiota.- Nico lo tirò a sé e iniziò a baciarlo. Percy si sciolse subito a quel contatto inatteso, portò le sue mani tra i suoi capelli corvini e dischiuse le labbra alle sue. Sapeva di liquirizia, era caldo e il figlio di Poseidone lo voleva tutto per sé.
Nico si sistemò sotto il corpo di Percy, percorrendo con le mani la sua spina dorsale, sentiva i muscoli tendersi ad ogni suo tocco. Le labbra sapevano di mare e quando le sentì aprirsi alle sue se ne impossessò dolcemente. Era meraviglioso poter stare lì con lui, sentirlo suo.
-Percy...- Nico quasi ansimò.
Il figlio di Poseidone si bloccò, preoccupato –Cosa c'è? Ho fatto qualcosa di sbagliato? Me ne vado subito se vuoi.-
-No...no è bellissimo che tu sia qui. Percy...io...non so come dirtelo ma...forse...-non riusciva a non balbettare.
Percy gli diede un leggero bacio –Nico, tu puoi dirmi tutto quello che vuoi.-
-Io...credo di...forse ti...Percy penso amarti- sputò fuori alla fine. Il moro rimase spiazzato per un attimo, quindi Nico riprese –So che sono un egoista a dirtelo adesso...tu ami ancora Annabeth e io solo ti piaccio, magari vuoi provare cose nuove, non lo so...ma non riuscivo più a trattenermi, scusa...-
-Nico...tu non sei una cosa passeggera, ok? Tu mi piaci sul serio, per Zeus! Ma non so come chiamare questo sentimento per ora...e non sei tu l'egoista. Sei meraviglioso non dire mai più una cosa del genere! Perdonami se non posso dirti che ti amo...- fece per alzarsi ma il figlio di Ade lo trattenne –Non te ne andare, hai detto di voler dormire con me, no? Allora resta.- lo trascinò giù al suo fianco e si accoccolò tra le sue braccia –Buona notte Testa D'Alghe.- sussurrò.
Percy perse un battito, adorava sentir pronunciare quelle due parole da lui, poi lo strinse forte e disse –Buona notte a te, fiorellino.-

Il giorno dopo Leo finì di perfezionare i suoi macchinari che furono subito posizionati. Altre squadre di semidei partirono per le ricerche e il Campo Mezzosangue, già normalmente silenzioso in quei tempi, lo divenne ancora di più. Hazel, che non era in uno dei gruppi di ricerca, stava aiutando Leo nel finire di installare i suoi marchingegni.
-Ehm...Leo? Questo filo rosso qui dove lo devo collegare esattamente?-
-Nella presa alla tua destra, sotto il pulsante viola ovviamente.-
-Si certo, ovviamente!- rispose la ragazza con voce ironica.
Leo si girò verso di lei e scoppiò a ridere –Si scusa ma per me è ovvio che il rosso sia collegato al viola e viceversa.-
-Giustamente.- riprese la ragazza ridendo.
Dopo aver finito di collegare i cavi alle varie prese, i due andarono nel Bunker Nove a prendere le ultime attrezzature necessarie.
-Per Giove! Qui dentro c'è un casino!- Hazel rimase ferma sulla soglia. Non c'era spazio per camminare, fogli e squadre erano ovunque. Modellini di bronzo erano sparpagliati qua e là, alcuni parzialmente rotti. Le matite erano cadute dal portapenne sulla scrivania riversandosi sul pavimento, già ricoperto da disegni di progetti.
-Leo ma da quant'è che non metti in ordine?-
Il ragazzo, che era poco dietro di lei, rispose –Da questa mattina, Hazel. So che potrebbe esserci qualche foglio in giro ma non pensavo fossi una maniaca dell'ordine.-
-Una...una maniaca? Qui dentro si è scatenato Borea, santi Numi!-
Leo guardò oltre la soglia e rimase a bocca aperta. Non era stato lui a lasciare il Bunker così. Quella mattina aveva messo tutto in ordine per riuscire a trovare tutto velocemente.
-Hazel...qualcuno è stato qui...-
-Vuoi dire che non sei stato tu?-
-Miseriaccia no!- urlò Leo varcando la porta e iniziando a raccogliere i progetti –Io avevo rimesso tutto a posto e...- si bloccò, in una posizione intermedia tra l'inginocchiato e l'eretto, con lo sguardo fisso sul pavimento, bianco in volto.
-Leo...? Cosa c'è? Cos'hai visto?- Hazel si avvicinò lentamente e inorridì.
Per terra, nascosto tra i fogli, c'era una mano umana, bianca come la carta. Attaccato a quella mano un braccio e a quel braccio un corpo.
Il cadavere era terrificante; tutto pietrificato dal rigor mortis, aveva le vene in evidenza di un colore grigiastro. Il volto era rinsecchito, talmente scavato da lasciar trapelare la fisionomia del cranio. I capelli si staccavano facilmente e il morto aveva gli occhi sbarrati in un'espressione di perfetto terrore. Al collo portava una collana. La collana del Campo Mezzosangue.

Leo e Hazel avevano subito chiamato Chirone, che era accorso immediatamente seguito da alcuni semidei che trasportavano una barella. Dopo aver sistemato tutto il Bunker in cerca d'indizi, che non erano stati trovati, avevano portato il cadavere nella Casa Grande dove alcune figlie di Apollo lo riconobbero.
Kyle Basson, il ragazzo scomparso della Cabina 7, lo stesso di cui Percy e Jason avevano seguito le tracce.
-Ragazzi- il centauro ruppe il silenzio –Kyle è stato dissanguato.-
Il tono della sua voce era grave, preoccupato.
In quel momento Nico e Jason entrarono sbattendo la porta.
-Cos'è successo? Grover ci ha detto che avete trovato un corpo!- il figlio di Ade aveva il fiatone e sudava freddo.
Leo spiegò in fretta quello che era accaduto da quando le squadre di ricerca erano partite quella mattina. Appena ebbe finito di parlare Nico si avvicinò a quello che restava di Kyle e lo osservò da vicino. Non capiva...eppure ne era così certo, dovevano essere le Empuse! Il cadavere era così freddo però, troppo freddo per essere morto da nemmeno dodici ore, le vene poi...che colore era il grigio? Chirone aveva detto che era morto dissanguato ma al moro sembrava più che altro stato prosciugato. Il volto così scarno lo confermava, ma chi? Che mostro era se non un'Empusa?
Stava per parlare e dare così voce ai suoi pensieri quando la porta venne aperta in malo modo per la seconda volta in quel giorno. Piper entrò, scura in volto, sorreggendo Frank, ferito a una gamba.
Hazel gli andò in contro velocemente, visibilmente preoccupata, ma il figlio di Marte la scostò con un braccio. Aveva quasi le lacrime agli occhi e la sua voce era spezzata –So chi è stato.-
Nico aveva subito notato che c'era qualche cosa di strano. Ora però lo capiva. Cadde in ginocchio, gli occhi che fissavano il vuoto.
-E' Lamia, è stata lei e Percy...lei ha preso anche Percy.-
Nella stanza calò il silenzio.

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