Capitolo Cinque

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Era da un paio di giorni ormai che Nico cercava disperatamente di chiarire le cose con Percy. Più precisamente cercava di capire cosa diavolo gli fosse preso per far si che non gli parlasse più.

Tutte le volte che lo incrociava al Campo lo avvicinava, ma quello trovava sempre una scusa per andarsene oppure proprio non lo guardava e continuava a camminare imperterrito. Il figlio di Ade aveva persino pensato che avesse scoperto i suoi veri sentimenti nei suoi confronti. Ipotesi che aveva quasi immediatamente escluso perché l'unica persona a conoscenza dei fatti era Hazel che non l'avrebbe mai tradito.

In quel periodo, poi, la sorella si era trasferita nella sua Cabina in modo da vedere Frank il meno possibile. Nico aveva più volte cercato di farla ragionare ma lei, imperterrita, continuava a ripetere che era stato uno stupido a pensare che lasciandola l'avrebbe fatta soffrire di meno e che si era tolta proprio un bel peso adesso che aveva scoperto di che pasta era fatto il figlio di Marte. La notte, però, Nico la sentiva singhiozzare piano nel letto accanto al suo.

Nessuno sapeva che Hazel si era trasferita al Campo Mezzosangue a parte Piper che veniva molto spesso a trovarla e a cercare di tirarle su il morale. Tutti però sapevano che lei e Frank si erano lasciati e Nico aveva chiesto aiuto a Leo e Jason per cercare di sistemare le cose tra quei due.

Percy dal canto suo non sapeva niente di tutto ciò perché dalla sera del ballo stava solo il tempo necessario al Campo –dormire e mangiare- e poi se ne andava in giro con la sua nuova amica Kimberly e qualche altro studente della St. Antony.

Con l'avvicinarsi di settembre Nico sentiva sempre di più l'allontanarsi del figlio di Poseidone, diventando sempre più triste e testardo. Aveva, infatti, deciso di dedicare anima e corpo alla felicità di Hazel e per il momento aveva allontanato tutti i pensieri su Percy –a parte quello di chiarire-.

-Quindi tu credi che chiudere Hazel e Frank nelle scuderie servirà a farli riavvicinare?-domandò Jason perplesso ad un entusiasto Leo.

-Ma certo! Se saranno chiusi lì da soli dovranno parlare, non possono fare altro, no?-

-Leo, credo che mentre Frank cercherà di parlare Hazel cercherà di ucciderlo. Chissà quante pietre preziose ci sono sotto la scuderia?- disse Nico, ironico.

-Ah...- Leo abbassò lo sguardo.

-Appunto! Qui ci serve un altro piano, uno ben congegnato! Siamo pur riusciti a sconfiggere Gea, questa cosa sarà una bazzecola, vedrete.- Jason sorrise convinto. Questa "bazzecola" si rivelò ben più ardua di tutte le loro aspettative.  Alla fine decisero che la cosa migliore da fare era dare tempo al tempo e posticipare il più possibile la partenza di Frank.

I tre amici si incamminarono quindi verso il Labirinto dove trovarono Piper che tutti i giorni, da quando i loro amici si erano lasciati, aspettava Jason per salutarlo prima che tornasse al Campo Giove. Quando il figlio di Giove se ne fu andato e Piper si fu allontanata per andare dalle sue sorelle, Leo chiese –Come sta Hazel?-

Nico, che si aspettava quella domanda da giorni ormai, rispose –Dice che va tutto bene, che si sente meglio e che tutto questo è il meglio che le potesse capitare ma la notte la sento piangere. Quindi non sta bene per niente.- Guardò l'amico che aveva gli occhi che guardavano fissi il suolo. Dopo lui, Frank e Piper, Leo era quello che teneva di più a Hazel ed era quello che soffriva di più al momento, perché mentre lui e Piper la vedevano tutti i giorni e Frank ormai cercava di mettersi il cuore in pace, il figlio di Efesto non sapeva nulla di certo sull'amica e si sentiva escluso dalla situazione.

-Leo, non ti preoccupare, Hazel si rimetterà, vedrai.- Nico gli appoggiò una mano sulla spalla.

-E' che non so cosa fare! Vorrei andare da lei e abbracciarla per consolarla, ma non posso, nessuno vuole dirmi dov'è! E non te ne faccio una colpa perché so che lo fai per il suo bene, ma mi da fastidio comunque.-

-Leo...- Nico non sapeva che dire. Prima Hazel, poi Percy e ora Leo...Le persone di cui si fidava di più si stavano sempre di più allontanando da lui. –Leo, non lasciarmi anche tu...- sussurrò più a se stesso che all'amico, ma quello lo sentì.

-Ti riferisci a Percy, vero?-

-Cosa?! No, no ma che dici...- Nico cercò di avere un tono scherzoso.

-Nico, guarda che sei uno dei miei migliori amici e capisco se soffri.-

-Ma in questo momento non è importante.- rispose secco il figlio di Ade.

-Sì che importa! In questo momento, dopo la morte di Annabeth, la scomparsa di Percy, Frank che se ne va e Hazel che è distrutta non voglio perdere un altro dei miei amici! Se tu soffri, soffro anche io, accidenti! Soffriamo tutti noi! E lasciami dire che abbiamo già patito abbastanza per una vita intera!- Nico non rispose ma lo guardò in un muto ringraziamento.

Percy stava tornando a casa dopo una bella giornata passata interamente con Kim. Ormai era diventata un'abitudine, alzarsi, chiamarla, andare da lei e divertirsi tutto il giorno. "Mi ci potrei anche abituare" pensò poco prima di arrivare alla sua Cabina. Con la coda dell'occhio vide Nico avanzare verso la sua direzione. Si affrettò ad aprire la porta, quando si accorse che l'amico non lo aveva nemmeno calcolato. Andava spedito verso la sua Cabina, senza alzare lo sguardo.

Percy sentì una fitta al cuore. Allora aveva proprio deciso di stare con quella. Non gli importava più niente di lui. Poco prima che il figlio di Ade entrasse nella sua camera Percy urlò –Hei Di Angelo, passate bene le ultime giornate? Bella compagnia immagino. Divertiti mi raccomando!- Nico si voltò, bianco in volto. Percy vide che i suoi occhi stavano brillando, risentimento, pensò. –Jackson io spero per te di non trovarti mai più sulla mia strada senza quel gruppetto di amici che ti sei trovato, perché altrimenti vedrai...come andrai all'inferno.- sputò fuori, glaciale e tagliente. Poi si voltò e sbatté la porta dietro di se.

Dopo aver chiuso la porta, Nico non riuscì più a trattenere le lacrime. Fortunatamente Hazel doveva essere andata sulla spiaggia con Piper perché la stanza era vuota. Si gettò nel letto in preda ai singhiozzi. Cosa gli aveva fatto per meritarsi un simile trattamento? Possibile che lui non sapesse nulla di quello che era accaduto in quei giorni? Possibile che lui non capisse come tutte quelle cattiverie lo ferissero nel profondo?

Nico immaginò, quindi, che Percy Jackson si comportava in quel modo perché Annabeth era morta portando con se la parte migliore di lui.

Risollevarsi dall'oblioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora