Capitolo Sette

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Percy, salutati gli amici, rinfoderò Vortice e si diresse a passo lento verso il Campo. Superata la Casa Grande si guardò intorno e notò come quel luogo fosse tutto d'un tratto molto silenzioso e desolato. Da quando stava lì non era mai successo. C'era sempre gente pronta a scherzare e a ridere, ora invece tutti si stavano sempre più "mortalizzando" apprezzando le scuole normali e lasciando il Campo d'inverno. Tutto da quando Annabeth era morta. Sembrava che il punto centrale fosse quello. La sua morte. Da quel giorno tutto era cambiato, non solo Percy.
Scosse la testa e s'incamminò verso la sua Cabina.

Era passato solo qualche minuto che qualcuno bussò alla sua porta.
-Avanti.- sospirò Percy alzando lo sguardo.
Leo entrò e si chiuse la porta alle spalle. Non sembrava affaticato dalla battaglia anzi era più spettinato e sorridente che mai.
-Hei amico!- salutò il figlio di Efesto. –Allora, dura eh la battaglia?-
-Si certo, ma ne abbiamo superate di peggiori.- non aveva molta voglia di parlare. Leo parve capirlo perché cambiò espressione.
-Percy...in realtà sono qui per chiederti aiuto...-esitò.
-Che tipo di aiuto?-
-Sai...per il problema di Hazel...-
-Ha litigato con Nico? Non posso fare nulla per lei, anch'io non vado molto d'accordo con lui in questo periodo.-
Leo rimase a bocca aperta. –Nico?! Per Zeus! Tu non sai nulla di lei e di Frank? Si sono lasciati, lui parte per l'Asia e lei è sconvolta!-
-Cosa?! No...io non sapevo nulla...certo che l'aiuterò! Conta pure su di me!-
-Ottimo! Sul serio non so come facessi a non saperlo! Comunque sarà meglio che vada ora...ci vediamo a cena.- detto questo il figlio di Efesto uscì, lasciando Percy in uno stato di profondo imbarazzo. Non era mai successo che lui non sapesse cosa stesse succedendo al Campo, soprattutto cosa stesse succedendo ai suoi amici. Come era successo tutto questo? Quando? Decise che per ragionare meglio avrebbe preso una boccata d'aria. Uscì in fretta e si diresse verso il mare. Se c'era un posto in grado di calmarlo era la spiaggia. Iniziò a correre e quasi andò a sbattere contro Nico di Angelo.
Si fermò di colpo. Gli occhi di lui si alzarono e si fissarono in quelli di Percy che era immobile. Stava per mormorare un debole "ciao" quando notò il gelo e il disprezzo del suo sguardo. Nico era arrabbiato. Infuriato. Deluso. Ferito. Incompreso. Percy distolse lo sguardo e il figlio di Ade lo superò di fretta, lasciandolo solo in mezzo al sentiero.

Dopo un paio di ore tutti i ragazzi del Campo uscirono dalle loro Cabine per andare a mangiare e nella confusione generale Percy riuscì ad arrivare fino al suo tavolo. Aveva donato a Poseidone una deliziosa fetta di pizza con le patatine e un muffin rigorosamente blu. Iniziò a mangiare di gusto guardandosi intorno. Tyson non c'era in quei giorni e lui si ritrovava da solo al tavolo del dio del mare. Avrebbe voluto che qualcuno dei suoi amici si sedesse vicino a lui ma erano tutti impegnati a parlare e scherzare con il loro compagni di Cabina. Piper stava ridendo ad una battuta di un satiro, i fratelli Stoll stavano scambiando la Diet Coke del Signor D. con tè alla pesca e al tavolo di Efesto Leo...un attimo, Leo non c'era. E adesso che Percy guardava meglio anche il tavolo di Ade era vuoto. Dove potevano essersi cacciati quei due? Dopo aver finito il suo muffin blu, il figlio di Poseidone si avvicinò al tavolo di Afrodite –Pip sai dove possano essere Leo e Nico?-
-Eh? Ah no...pensavo che fossero qui. Forse sono nelle loro Cabine. Prova a dare un'occhiata.- Piper gli sorrise e lui se ne andò verso la Cabina di Efesto.
A metà strada pensò di andare a controllare il Bunker 9 e si diresse verso la foresta.

-Quindi non si può proprio fare nulla?- Nico era sconsolato.
-No...ho chiesto a tutti i figli di Atena di aiutarmi ma nessuno di loro ha avuto un'idea geniale per fare in modo che Frank rimanga qui...mi spiace...- Leo si voltò dall'altra parte e prese ad armeggiare con una chiave inglese.
-Hazel...non posso darle questa brutta notizia!- Nico si mise le mani tra i capelli -Come faccio a renderla felice ora?-
Leo si girò di scatto e gli prese le braccia –Non dire idiozie Nico! Hazel non morirà per l'allontanamento di Frank! E' una ragazza forte e fra un po' di tempo capirà e accetterà la situazione. Non devi rendere felici tutti gli altri sacrificando i tuoi sentimenti! Nico, sul serio, smettila di farti del male...non è colpa tua se Frank se ne andrà, non è colpa tua se Hazel soffrirà, non è colpa tua se non c'è modo di evitare questa situazione.-
-Ma...ma...io sono suo fratello...devo farlo!- Nico aveva gli occhi lucidi –Leo tu non capisci! Ho combinato solo casini nella mia vita! Bianca è morta! Io sono quello che trova le idee più pericolose per salvare la situazione e mette a rischio la vita dei suoi amici! Io ho fatto arrabbiare Percy! E' colpa mia se ora non è mai qui...-
-Cosa gli hai fatto di così grave?- urlò Leo –Percy è adulto ormai! Non è più un bambino, dovrebbe capirlo quando gli altri soffrono, dovrebbe sapere se i suoi amici hanno bisogno di lui, dovrebbe saper perdonare ma non lo vedo qui! Quindi non è colpa tua se lui non c'è più! Smettila di dire cretinate e torniamo a pensare ad un modo per rendere felice Hazel e per tirare su di morale il buon vecchio Frank, okay?- Leo sorrise all'amico e si accomodò su una sedia prendendo una penna in mano e iniziando a scrivere su un foglio da disegno più grande del tavolo.

Percy era paralizzato. Leo la pensava davvero così? Sapeva di essersi comportato da idiota ma non fino a questo punto...perché Nico era così triste? C'era un solo modo per scoprirlo, doveva affrontare il figlio di Ade e per farsi perdonare avrebbe trovato la soluzione al problema di Hazel.
Convinto e pentito, il figlio di Poseidone si diresse verso il Labirinto, destinazione: Campo Giove.

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