Capitolo Sei

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-Perseuuuuuus!- Kimberly urlò il suo nome come se fosse arrabbiata. Si alzò dal letto e prese il cuscino in mano.
Percy si sistemò meglio dietro la porta dove si era nascosto.
-Perseus Jackson, le ordino di venire fuori immediatamente altrimenti non potrà più dormire in camera mia!-
Il figlio di Poseidone rise fra sé.
Il giorno prima gli studenti della St. Antony avevano dovuto portare le loro cose nelle loro stanze dei dormitori scolastici. Aveva scoperto che il suo compagno di stanza sarebbe arrivato solo due giorni dopo e così Kim gli aveva proposto di passare la serata con lei vedendo un film nella sua camera. Alla fine però si erano addormentati sul letto della ragazza, che aveva una camera singola, con il computer ancora acceso sulle gambe di Percy.
Quella mattina il semidio aveva deciso di farle un piccolo scherzetto ed ora Kimberly glielo voleva far pagare.
-Beccato!- l'amica tirò verso di lei la porta rivelando un Percy con un sorriso a trentadue denti che la guardava con aria innocente.
-Ehm.... Non sono stato io!- si scusò in fretta.
-Certo e io dovrei crederti?- Kim gli sorrise ironica.
-Ovvio! Io ti voglio tanto, tanto bene!- voce coccolosa.
Per risposta gli arrivò una cuscinata in faccia.
-Hei!- sbam! Un'altra cuscinata. –Smettila! Miseriaccia!- Le prese il cuscino e lo buttò sul letto. Poi la prese per la vita e iniziò a farle il solletico.
-Ahahaha...no...dai...finiscilaaaa!- Kimberly cadde distesa sul pavimento in preda alle risate. –Percy...ti prego!- il ragazzo la lasciò andare e si sedette a gambe incrociate appoggiando la schiena al letto. Kim si sistemò sulle sue gambe appoggiando la testa sulla sua spalla.
-Ti odio, matricola.-
-Non è vero, principessa-
-Come fai a dirlo?-
-Non so...forse il fatto che sei praticamente seduta sopra di me...mi era parso un indizio.-
-Ma...-
-E poi io so il tuo segreto!- Percy sorrise, furbo.
-Ah si? E qual è di grazia?-
-Mentre dormi, sbavi.-
-Cosa?! No!-
-Oh si, principessa. E molto anche! Avevo la manica su cui hai appoggiato la testa tutta bagnata!-
-Non oserai...?-
-No, almeno per il momento.- la strinse a sé prima che potesse replicare.

Aveva salutato Kimberly e poi si era avviato verso l'ingresso del Labirinto quando, improvvisamente, un arcobaleno seguito dalla faccia preoccupata di Leo, gli apparve davanti agli occhi.
-Percy, qui c'è stato un piccolo imprevisto...-iniziò il figlio di Efesto con voce agitata. –Proprio poco vicino a Long Island è apparso un mostro ma...quasi tutti i semidei sono via in questo momento tranne me, Pip, Jason e Nico, per via delle scuole che iniziano eccetera e...abbiamo assolutamente bisogno di una mano...raggiungici in fretta!- detto questo la connessione Iride decise che era giunto il momento di chiudere con le ciance e la chiamata finì.
Percy si mise a correre ed entrò in fretta nel Labirinto.

-Leo!- il figlio di Poseidone raggiunse l'amico nascosto dietro un cespuglio.
-Hei! Grazie per essere venuto!- Leo iniziò a spiegare –Quel coso è apparso dal nulla ed ha iniziato a ruggire come un leone impazzito. Siamo subito corsi qui per cercare di fare qualche cosa ma è andata subito male...Non ho mai visto un mostro così forte non controllato da nessuno...-
-Ma tutti gli altri?- Percy era preoccupato.
-Jason e Nico sono là dietro- indicò una roccia –mentre Pip era qua fino a poco tempo fa.-
-Ciao Percy!- la figlia di Afrodite saltò fuori dal bosco alle loro spalle –Fortuna che sei arrivato! Ho scoperto che mostro è!- disse rivolgendosi a Leo –E' Gerione!-
-Oh porca...!-
-Ehm...scusate potreste aiutarmi a capire?- chiese Percy infastidito.
-Si certo! Scusa, amico.- Leo cominciò a raccontare –Gerione è il fratellino di Echidna. Nell'antica Grecia era proprietario di un regno vastissimo e possedeva dei bellissimi buoi che Euristeo chiese ad Eracle di catturare. Dopo che l'eroe fu giunto sulla sua isola e lo ebbe ucciso, Era per vendicarlo mandò sui buoi uno sciame di mosche che Eracle riuscì comunque a sconfiggere.-
-Quindi...esattamente cosa vuole da noi?- chiese il figlio di Poseidone incuriosito.
-Credo che voglia ringraziare Era...di nuovo.- Piper si fece d'un tratto scura in volto. –Percy...è Gerione l'assassino di Annabeth.- continuò poi vedendo la faccia curiosa dell'amico.
Gli cadde il mondo addosso. Annabeth, la sua Annabeth, era morta per mano sua. Per mano di quel mostro orrendo che voleva solo ringraziare Era per quello che aveva fatto per lui. Sapeva che Era odiava la figlia di Atena e che la semidea ricambiava largamente i sentimenti della dea, e aveva deciso di sacrificarla in suo nome.
Gli salirono le lacrime agli occhi e con loro una domanda.
-C-come fate a saperlo?- chiese con voce rotta.
-Lui...ce lo ha detto appena siamo arrivati qui...-Piper teneva gli occhi bassi, poi un frastuono li fece sobbalzare tutti.
Gerione era arrivato nello spazio davanti al loro nascondiglio e solo allora Percy lo vide in tutta la sua mostruosità. Era alto, come un gigante, aveva due gambe e, alzando lo sguardo, il figlio di Poseidone notò che aveva tre busti e tre teste. In tutto sei braccia. E tanta, tanta, ma tanta cattiveria. Più un alito fetido da far paura.

Non sapeva cosa lo avesse trattenuto dal saltargli addosso, forse la sua coscienza sapeva che sarebbe stato schiacciato come un moscerino oppure il fatto che Piper e Leo lo avessero tenuto fermo mentre cercava di andargli incontro con fare poco amichevole aveva aiutato un pochino. Fatto sta che Percy si trovò inchiodato ad un albero da Leo e Jason che, insieme a Nico, li aveva raggiunti poco prima.
-Lasciatemi andare!- sibilò il semidio.
-Percy! Resta lucido! Dobbiamo trovare un piano!- Piper lo guardò fisso negli occhi per un paio di secondi finché quello annuì rassegnato e fu liberato dalla stretta dei suoi amici. Nico intanto se ne stava in disparte, volgendo lo sguardo ovunque tranne che su Percy.
-Allora, direi di utilizzare un'esca e attirarlo in una trappola o imboscata.- continuò la figlia di Afrodite. –Io potrei attirarlo usando la Lingua Ammaliatrice e distrarlo mentre voi quattro attaccate. Secondo me bisogna che ognuno di voi si concentri su un busto, ne avrà anche tre, ma di gambe ne ha solo due e quindi sarà molto impacciato nei movimenti se attacchiamo ognuno una parte diversa del suo corpo.-
Leo annuì e poi aggiunse –Data la qualità in combattimento di Percy, Jason e Nico direi che loro tre potrebbero attaccare i busti, io mi posso occupare delle gambe, solamente stuzzicandolo, mentre tu Miss Mondo dovresti continuare a distrarlo con la tua Lingua Ammaliatrice. Siete d'accordo?- Tutti annuirono e Piper uscì allo scoperto.

-Hei ciao!- urlò la ragazza a Gerione. –Allora...ehm...che cosa stai aspettando?-
-Non ho tempo per te, ragazzina!- ringhiò quello girandosi dall'altra parte, parlava simultaneamente con tutte e tre le facce.
-Oh no, caro, ora mi ascolterai.- usò la Lingua Ammaliatrice.
Il gigante si fermò di botto e si girò con lo sguardo annebbiato.
-Non voglio parlarti!-
-Tu mi parlerai- insistette Piper, imperterrita.
-Non voglio dirti nulla!- mentre parlava la guardava avido negli occhi. La figlia di Afrodite sorrise, furba. Stava succedendo proprio quello che voleva. Distrarlo. Non le importava che lui cedesse alla sua capacità di convincere le persone, bastava solo che non le togliesse gli occhi, tutte e sei le paia, di dosso.
In quel momento Percy, Jason e Nico saltarono fuori dal nascondiglio e si avvicinarono con cautela a Gerione che, intento a guardare Piper, dava loro le spalle.
Percy sguainò Vortice e si preparò all'attacco, insieme ai suoi amici. Mimò con le dita i numeri uno, due e tre e poi partirono all'attacco. Il figlio di Poseidone sferrò un fendente sul ginocchio del gigante, il quale si piegò in due ululando con tutte le tre teste. Si girò velocemente rischiando di calpestare i tre semidei. Piper continuò a parlargli, ma il gigante era più infuriato che mai. Leo arrivò velocemente da dietro un cespuglio con una spada in mano che conficcò nel polpaccio di Gerione. In quel momento Jason si alzò in volo e iniziò a tirare fendenti, tutti parati dalle braccia muscolose del mostro.
-Piper!- il figlio di Giove imprecò –Fai qualcosa per distrarlo!-
-Non ce la faccio!- la figlia di Afrodite ce la stava mettendo tutta ed era sull'orlo di una crisi isterica.
-Piper...- Percy era riuscito ad evocare l'acqua di un ruscello poco distante e stava tentando una serie di attacchi al torace di Gerione, inutilmente.
-Piper!- Nico pronunciò il suo nome in maniera differente dagli altri –Distrai una testa per volta!- La ragazza capì al volo e si concentrò sul busto al centro, quello che era attaccato da Jason.
-Hei, bell'imbusto al centro! Sì dico a te, guardami negli occhi, immediatamente!-
Questo si girò dalla sua parte, gli occhi annebbiati.
-Bravo ragazzo, ora guardami e di ai tuoi amici vicino a te di girarsi dalla mia parte. Aiutami.-
La faccia centrale di Gerione disse –Ragazzi, dovete guardare assolutamente quella ragazza. E' importante!-
Le altre due risposero all'unisono –Idiota! Usa il suo potere da figlia della dea della bellezza! Torna concentrato!-
In quel momento Piper usò la Lingua Ammaliatrice anche sulla faccia a sinistra e poi su quella a destra. Quelle si girarono verso di lei mentre Leo, con uno svolazzo di spada, feriva entrambe le ginocchia del mostro che crollò a terra.
Contemporaneamente, Percy, Jason e Nico, approfittando della situazione, con un movimento secco, tagliarono le gole di Gerione che scomparve.
-Ottimo lavoro, ragazzi!- urlò Leo battendo il cinque a tutti i suoi amici. Piper corse da Jason che la prese con grazia e le diede un leggero bacio sulle labbra.
Percy, invece era perso nei suoi pensieri, e mentre si ridestava e cercava di fare i complimenti a tutti, Nico se ne andò senza guardarlo. Il figlio di Poseidone, si girò dall'altra parte più triste e nervoso che mai.

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