REBECCA POV
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«No. Non buttarti.» Sento la voce dietro di me parlarmi. È una voce maschile, ma non è un ragazzo. È un adulto.
Faccio il mio primo passo verso la fine del burrone che mi aspetta. Guardo in basso, poi dietro, verso la persona che fino ai miei 10 anni compiuti mi ha fatto soffrire enormemente.
«Rebecca, no. Non farlo» mi supplica.
«Anche se lo facessi, a chi importerebbe di me? A nessuno.» cerco di non piangere.«A me. A me, e non sai quanto. Ti prego, fermati. Non fare quel che pensi.» continua. Qualche lacrima mi riga il volto, ignoro le parole di quella persona crudele e mi rigiro. Basta, è finita. Sto cadendo.
«Rebecca!»****
«Rebecca, sveglia, è tardi.» una voce femminile mi sveglia.
«Papà..» dico con voce roca per il sonno. La voce femminile scoppia in una risatina. «No, io non sono tuo padre. Sono io, Sofia» mi scuote la spalla con una mano.
Mi giro sulla schiena per vedere dove sono. Sono in un letto, ma non il mio. Sono in una stanza, ma non la mia. Ci sono dei mobili, ma non quelli del college. Mi spaventa questa cosa. È tutto bianco, al massimo azzurro chiaro.. ma perchè sono qui?
«Siamo in ospedale» risponde ai miei pensieri. Il tono felice di Sofia sparisce e il mio cuore affonda. Che cazzo ci faccio qui? E perchè?
«Ieri sera alla festa, mi sa che hai bevuto troppo» ops. Mi sa che è incazzata con me. Forse avrei dovuto darle ascolto.
«Perchè? Ho qualcosa in particolare?» chiedo nervosamente. Mi guarda con un viso pieno di dolcezza, prima di rispondere.
«Sei svenuta ieri.. credo» si corregge. Sono svenuta? Ma che?
«E ora?» mi informo di più. Non voglio passare la mia adolescenza in un ospedale, oppure morire.. Sono leggermente pessimista.
«Ti hanno fatto qualche analisi, un prelievo del sangue e misurato la pressione. Ora stiamo aspettando che arrivino i dottori con tue notizie» finisce.
Sta per alzarsi, ma le prendo la mano e la faccio risedere sul letto in parte a me. «Di chi è quel letto?» le chiedo indicando il letto vuoto sulla mia sinistra. Non voglio avere compagni di stanza, ho difficoltà a stare con nuova gente.
«Oh, niente, hai solo un compagno di stanza. Ora non è qui, dovrebbe arrivare a momenti» dice in uno stato molto tranquillo. Che sfiga.. un compagno di stanza.
«Uhm.. come si chiama?» chiedo curiosa. So che non me ne può fregar di meno, ma non ho nulla da fare qui e lei è l'unica che può stare con me.
«Mirko.»
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i wanna be your life || Mirko Trovato
FanfictionRebecca è una di quelle adolescenti a cui piace andare alle feste e bere.. ma la sua vita cambia da quando scopre che ha un trauma al cuore. Finchè, un giorno in ospedale incontra Mirko, un altro adolescente della sua stessa età che la fa impazzire...