Capitolo 16

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«Eh?» domando a Mirko attraverso il cellulare. L'ho chiamato chiedendogli dov'era, mi ha detto solo che non voleva venire.

«Mi hai sentito.» risponde con voce fredda. Sono un po' triste, ma cosa bisogna aspettarsi da un ragazzo come lui?

«Tu devi venire. Hai sentito quel che ci hanno detto i medici, se resterai lí..»

«So cosa ci hanno detto» ,m'interrompe «Appunto per questo voglio restare qui» continua.

«Ma.. non puoi restare lí, Mirko. Qui hanno le cure, qui riusciremo a guarire. Se resti lì e non trovano le cure, come.. come farai, tu..» dico un po' troppo velocemente.

«I medici sono bravi con le parole, ma non con i fatti. Li conosco piú di te.» m'interrompe ancora una volta.

Non so più cosa rispondergli. Cosa faró qui adesso? Sono l'unica con un trauma al cuore. Se Mirko fosse qui, sarei più a mio agio. Non credo che una persona non sia mai stata cosí.. importante per me.

«Te la caverai anche senza di me. Adesso riposati, dev'esser stato lungo il viaggio. Ci sentiamo.» dice per finire la chiamata.

Poggio il cellulare sul comodino in parte al mio letto.. al mio nuovo letto.
Dei colpi alla porta mi distraggono dai mille pensieri che ho in mente.

«Scusi, ha saputo qualcosa riguardo all'altro paziente, il quale doveva essere qui in questo momento?» mi domanda lo stesso medico che mi ha accolta in questo ospedale.

«C'è stato un cambio di programma.. resta.. il paziente resta al vecchio ospedale. Non viene piú» cerco di aorridergli, ma esce una mezza smorfia.

«Oh.. mi dispiace.. grazie mille, signorina» dice per poi uscire dalla stanza.

****

Non ho chiuso occhio per tutta la notte. Mi giravo e rigiravo, ma non riuscivo a dormire. Le riflessioni sulla chiamata con Mirko invadevano la mia mente. Non so quanto tempo riuscirò a restare qui senza di lui. Insomma, ormai mi ci sono affezzionata. Era l'unica persona all'ospedale vecchio che riusciva a farmi sentire a mio agio. Certo, riusciva a farmi piangere solo con due parole, ma io sono fatta cosí. Dopo pochi minuti se ne accorgeva, e con un abbraccio spariva tutta quella tristezza. Anche con solo una battuttina, riusciva a farmi sorridere. Riusciva a farmi sorridere anche quando non volevo. Quando ero cosí arrabbiata, o così triste, che non volevo sorridere. Lui riusciva a farmi sorridere anche in quei momenti.
È strano, all'inizio odiavo Mirko. Non pensavo di arrivare a questo punto.
Non so nemmeno quanto tempo riuscirò a stare qua senza di lui.

Caccio via quei pensieri, con un buco allo stomaco. È da un po' che non mangio.

Decido di esplorare quest'ospedale, conoscere le stanze, i medici e i pazienti. Appena esco vedo una porta davanti a me: Mensa, vedo scritto. Finalemente, una cosa positiva. Ho proprio fame. Entro e vedo un bancone con tanti recipienti, una donna intorno ai cinquant'anni dare da mangiare ad un bambino. Deve esser stato operato, vedendo che non ha i capelli. Quando torna al suo tavolo, dove lo aspettano altri suoi amici, lo vedo sorridere. Sono troppo impegnata a guardare come si divertono quei bambini seppur in ospedale, per accorgermi di una paziente che mi chiama. Mi giro e la noto, dovrebbe avere la mia età.

«Sei una nuova arrivata?» mi chiede con un caldo sorriso.
Ha dei lunghi e lisci capelli castani, come gli occhi. Delle lentiggini le ricoprono le guance. Non é robusta, ma nemmeno troppo magra. Mi ricorda troppo mirko, per questo resto a fissarla.

«Hey» sorride e mi saluta con la mano, come per chiedermi se ci sono.
«Uh, si, scusami» borbotto, mentre le scappa una piccola risata. «Sono nuova, comunque.» le sorrido.
«Anna, piacere» dice sempre di buon umore.
«Rebecca» mi presento stringendole la mano. Mi sembra simpatica, dai.
Bene, posso dire che mi sono già fatta un amica.. per ora non è cosi male.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 30, 2015 ⏰

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i wanna be your life || Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora