Vedo Mirko premere il bottone per chiamare l'ascensore. Lui ha nelle braccia uno scatolone abbastanza grosso, io invece leggermente più piccolo del suo. L'ascensore arriva al nostro piano. Si apre lentamente e io entro dopo Mirko. Preme il bottone per il secondo piano al di sotto del nostro e l'ascensore si chiude nuovamente.
«Bene» Sospira Mirko. Poggia un pacco all'inizio dell'ascensore, e io faccio lo stesso. Restiamo in silenzio, nessuno dei due ha coraggio di parlare per primo.
«Allora..» Comincio io. Nessuna risposta. Solo il silenzio riempe questo luogo chiuso. C'è tensione tra di noi, molta tensione.
Un rumore improvviso rompe il silenzio che mi è sembrato un'eternità. Credo che siamo arrivati. Aspetto che le due porte scorrevoli si aprano, ma non succede. Cosa sta succedendo?
Mirko fissa le due porte per un pochino, finchè non comincia a parlare.
«No. No. No. Cazzo! Un'altra volta no!» Non saprei dire se sta urlando o se non lo sta facendo. Poi.. perchè dice 'un'altra volta'?«Cosa succede?» Chiedo in attesa di una risposta. Fissa l'ascensore ancora e ancora.
«Si è bloccato» Dice a denti stretti. Si è bloccato. Niente. Insomma, non è un problema così grave.
«Oh» Sono le uniche parole che riesco a dire.«Bene, ora dobbiamo aspettare qui finchè non riparte questo affare» Tira un calcio alle due porte. Direi che è incazzato.. però non capisco il motivo, tanto ci tireranno fuori da qui.
Si accascia leggermente per terra sbuffando. «Qualcosa non va?» Chiedo gentilmente.
«Qualcosa non va? Qualcosa non va? Sei seria?» Quasi urla. L'unica cosa che ora non voglio è mettermi a urlare in un ascensore bloccato, con un ragazzo che conosco a malapena, in un ospedale.«Si. Be' , ci tireranno fuori da qui prima o poi» Faccio spallucce. Non è poi così grave.
Una risata ricopre il suo volto. Sparisce immediatamente quando mi guarda.
«L'ultima volta che si è bloccato sono dovuto stare qui per due ore. Due ore. Ora non ho proprio voglia di rimanere due ore o chissà quanto qui, in questa merda» Ora sta urlando. No, ti prego. Non ora.«Chi ti dice che anche questa volta devi rimanere qui due ore?» Chiedo al ragazzo davanti a me.
So che stare in un ascensore per due ore è una cosa poco piacevole, ma questa volta nessuno è sicuro che per due ore sarà bloccato qui. Questo ragazzo è strano, molto strano. Sa come farmi affondare il cuore e sa come farmi spuntare un sorriso. Ma da quanto è che lo conosco? Secondo me, nemmeno lo conosco. Sono qui da appena un giorno. Siamo amici? Forse. Probabilmente si. Lo spero, perchè altrimenti chi mi dice che fare qua?
«Oh, guarda, nessuno ma se vuoi ora mettiti ad urlare aiuto al mondo e camminare come una pazza in ascensore! Anzi, chiama tuo padre che può aiutarti di sicuro!» Urla. Basta. No, non mio padre. Cosa c'entra lui? Oh, giusto, Mirko lo sapeva. Quindi ha usato questa unformazione come punto d'attacco contro di me. Ecco, ci è riuscito. Mi fa male il petto.
Lascio cadere il mio corpo verso il basso, la schiena contro l'ascensore. Appena mi ritrovo seduta, metto involontariamente le mani sul viso. Non posso piangere. No. No, non posso. Non davanti a Mirko. Cazzo, non ci riesco. Delle lacrime rigano le mie guance, singhiozzi riempono il silenzio e ricordi appaiono nella mia mente.
«Oh. Ho detto qualcosa di sbagliato?» Chiede più gentilmente. Non posso vedere cosa sta facendo, ma sono sicura che mi stia guardando.
«No, tranquillo» Invece si. Mi fai affondare il cuore nello stomaco in così poco tempo. Con una sola frase. Non posso ricordare quelle cose successe anni fa con mio padre.
«Dimmi. Ho detto qualcosa di sbagliato. Dimmelo, così vedrò di non dirtele più» Ha la voce dolce e calda ora. Faccio passare un dito sugli occhi, in modo da fermare le lacrime, ma queste scendono ancora a palate.
«Si tratta di mio padre. Abbandonò me e mia madre quando avevo solo dieci anni. Ma non sono informazioni che t'interessano» Cerco di fermare le lacrime ancora una volta, e finalmente ci riesco. Non voglio fare la tragica davanti a Mirko.
«Vieni qui» allarga le braccia davanti a lui. Ho bisogno di conforto. Di un abbraccio. Affondo nelle sue braccia lasciando scendere qualche lacrima. Poggio la testa sulla sua spalla, bagnandogli tutta la maglia.
«Se me l'avessi detto prima, non avrei detto nulla al riguardo» dice nei miei capelli.
È così strano stare con lui. Puoi urlargli contro quanto vuoi, ma alla fine ti ritrovi nelle sue braccia. Lo conosco da così poco.. è stranissimo.
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i wanna be your life || Mirko Trovato
FanfictionRebecca è una di quelle adolescenti a cui piace andare alle feste e bere.. ma la sua vita cambia da quando scopre che ha un trauma al cuore. Finchè, un giorno in ospedale incontra Mirko, un altro adolescente della sua stessa età che la fa impazzire...