Capitolo 13

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Sento uno scricchiolio provenire dalla porta. Spero non sia entrato Mirko.

Invece è proprio lui.

Non mi dice nulla, si limita a guardarmi. Dopo pochi sguardi, sorride. Sorrido pure io e lui inizia a ridere. Non so perchè stia ridendo, ma la sua risata è contagiosa.. rido pure io.

Le nostre risate, due suoni perfetti insieme. Smette leggermente di ridere, si dirige verso il suo letto.
Oggi sembra molto più solare, sereno rispetto ai giorni scorsi.

«Sembri simpatico oggi» lo informo.
«Cosa? Io sono sempre simpatico» sorride.
«Anche quando fai lo stronzo?»
«Forse» quasi ride.

La porta che si apre interrompe la nostra conversazione. È un medico, dev'essere nuovo, perchè non l'ho mai visto qui in ospedale.

«Scusate, sto cercando Rebecca e Mirko, li avete visti?» chiede il giovane medico. Restiamo zitti mentre si sistema gli occhiali.

Il primo a parlare è Mirko.
«Si, sono andati nella stanza accanto»
Gli tiro una gomitata nel braccio, poi parlo.
«Siamo noi due»

«Tra due ore dovete essere nel giardino, pronti» c'informa il medico.
Annuisco mentre esce dalla porta.
Guardo Mirko per pochi secondi, poi comincio a ridere.

«Cosa c'è di divertente?» chiede lui sorridente.
Continuo a ridere, ignorando la domanda di Mirko.
«Seriamente, cosa c'è?» dice sorridente, mentre mi si avvicina.

Mi prende e mi spinge, fino ad arrivare al muro. Prende le mie mani e ora mi limito a sorridere.
«Cosa ti prende oggi?» chiedo, la voce bassa.
«Non lo so, è strano pure per me» sussura anche lui.

Metto le mani sulle sue spalle, non so perchè.. Lui mi tiene dai fianchi.
«Mirko» cerco di parlargli ma mi zittisce subito, baciandomi. Facendo unire le nostre labbra.

È passione, quella che sento. Voglio lui, ma perchè? Non lo so nemmeno io.
Comincio a muovere i fianchi contro i suoi, mentre mi lascio scappare qualche gemito.. ma nemmeno lui riesce a trattenere i gemiti.
«Cosa stiamo facendo, Mirko?» sussuro nella sua bocca.
«Non lo so, ma ti prego, continua» dice in un altro gemito.

Non bastano le labbra, Mirko fa combaciare le nostre lingue. La sua mano scorre su, lungo il mio fianco, fino ad arrivare al retro del mio collo.

Due colpi di tosse mi distraggono, facendomi staccare da Mirko. È ancora il medico di prima.

«Volevo solo informarvi che prima avevo sbagliato a parlare. Dovete essere in giardino tra tre ore, non due. Spero di non esser stato di disturbo» appena finisce la frase, esce dalla stanza.

Ora cosa dico a Mirko?

i wanna be your life || Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora