capitolo 2

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Misimo tutte e due un giubbotto di pelle e uscimmo per andare al pub. Mentre andavamo verso l'uscita c'erano un sacco di studenti in giro ubriachi. Non mi piace molto quella gente... si, anche io sono come loro ma non mi piace ubriacarmi, infatti non lo faccio spesso.

Se lo faccio, lo faccio contro la mia volontà. «prego» mi disse sofia, aprendo la porta e facendomi segno di uscire. Uscì aspettando sofia, che uscì velocemente.

«come mai tutta questa fretta?» risi mentre c'incamminavamo per prendere un taxi.

«andiamo praticamente sempre alle feste, oggi sembri agitata» continuai.

«non lo so, dicono che ci sono dei bei, ehm... figaccioni al pub» finita la frase, non riuscì a trattenere una risata.

«che c'è da ridere?» ribattè lei.

«no, no niente» le risposi con ancora un sorrisetto sul viso. Sinceramene mi faceva ridere il termine che ha usato per sostituire bei ragazzi.

«ah, ecco il taxi» le feci notare allungando il braccio verso la strada, col pollice all'insù. La macchina gialla si fermò davanti a noi. Entrammo e dissimo al taxista il luogo previsto.

«Attente allora» rise dopo che gli dissi la destinazione.

«perchè?» si allungò Sofia.

«solo perchè anche io ci sono stato da ragazzino, e c'è gente.. si insomma, avete capito. vi dico solo questo, nient'altro» finì.

Sofia si ristese sul sedile e sbuffò. ma si, dai, cosa ci sarà mai da stare attente? bo.

più ci avvicinavamo al pub, più le luci della città diventavano sempre più luminose e il buio si spargeva qua e là. Rimasi appoggiata al finestrino per tutto il viaggio ad osservare ogni singolo accento della città... devo dire che San Diego è la città più bella mai vista prima di notte.

«eccoci» il taxista interruppe i miei pensieri. Scendemmo dopo aver dato la mancia all'uomo.

La scritta sopra l'ingresso era luminosa e grande, c'era scritto: welcome to palm.Mentre sotto in più piccolo si vedeva: free pub. Cosa c'era di così strano da stare attente? sembrava tranquillo e invitante.

Davanti all'ingresso si presentò un omone. «Nome e Cognome» disse senza guardarci. Gli dissi i nostri nomi e cognomi, i quali dopo li segnò su una specie di quablock. Ci lasciò passare e noi entrammo. Wow, ero stata a molti pub, ma uno come qusto non l'avevo mai visto: era come una discoteca.

Musica a palla, gente ovunque che ballava, drink non solo nelle mani delle persone, ma anche per terra rovesciati. Alcuni ragazzi si divertivano a guardare puttane che si spogliavano davanti ai loro occhi.

Ma, che dire? andiamoci a divertire. M'intromisi nella folla che ballava incontrando Sofia già con un ragazzo.

«Hey, di solito li trovi a metà serata i ragazzi, oggi ne hai trovato uno subito!» urlai dato che non si sentiva nulla per la musica alta.

«già! e tu?» urlò anche lei, porgendomi un drink.

«io non li trovo mai! » risi accettando il drink. Mi disse che doveva andare, pensai che dovesse avere qualche impegno col ragazzo... mi diressi verso il balcone dei drink ordinandone un altro: quello di prima l'avevo già finito.

Me ne diede uno uguale, che finì immediatamente. Ne ordinai ancora uno, ma finì per berne almeno sei o sette. Ero ciocca ormai... tornai nella pista tra la folla.

«hey bella!» mi disse, sempre uralndo, un ragazzo. Era alto, i capelli neri abbastanza folti e occhi azzurro elettrico. Lo salutai, e finimmo per ballare insieme tutto il tempo.
«vieni!» mi disse trascinandomi non so dove.

mi resi conto all'ultimo momento che eravamo finiti in bagno tutti e due.

«che facciamo qui?» gli chiesi, ma mi sembrava ovvio. Non riuscì a non obbedirgli, quegli occhi m'intrappolavano.

«segui me» rispose. Mi prese i polsi e mi sbattè al muro, tenendomi i polsi rispettivamente di fianco al mio viso, sempre contro il muro. Sentì le sue labbra contro le mie, era... meraviglioso.

Continuai a muovere i fianchi contro i suoi. Lasciò i miei polsi per avvolgermi le mani intorno alle guance. Aspetta, ma cosa diavolo sto facendo? Ah, già, ero mezza ubriaca, non sapevo cosa stavo facendo.

Mi staccai dalle sue labbra, lasciando un segno rosso sulla sua guancia dopo avergli mollato uno schiaffo.

«hey, che c'è? io ti faccio divertire e tu mi ricambi con questo?» domandò leggermente incazzato. Sbuffai e uscì dal bagno, dove poi andai da Sofia.

Era sempre col ragazzo di prima, ma questa volta ballava. «Hey Sofi, andiamo» le dissi.

«Ma è solo mezzanotte, è presto» rispose dispiaciuta.

«Non è vero, presto remiamo verso casa, capitano» le risposi.

«Ancora una volta ubraca, eh?» sbuffò.

«se i tuoi canarini cinguettano così, allora non vengo» le risposi un'altra volta. Ero incoscente di quello che dicevo.

«Rebecca, sei ubriaca, dai andiamo» disse prendendomi per mano e uscendo dal pub. Chiamò un taxi, e ci dirigemmo verso il college.

i wanna be your life || Mirko TrovatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora