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Jimin's pov:
Comincio a cercare qualcosa con cui distrarmi ma non trovo niente. Ho provato a giocare con l'aereo, il treno, ho persino fatto cinque aeroplani di carta.

Mi metto a fissare oltre la finestra della mia camera che dà una vista mozzafiato sulla foresta non molto lontana. Comincio a fantasticare su quale creature potrei trovarci all'interno, draghi, fatine, o anche delle sirene.

Mia mamma mi racconta sempre delle storie su queste creature, ma non mi è permesso addentrarmi. Per arrivarci bisogna attraversare un piccolo ponte e poi camminare per un po' sull'erba.

Una farfalla cattura la mia attenzione, è bellissima e comincia a volare per la mia stanza. Si poggia sulla mia scrivania di legno e comincio a fissarla da più vicino. Ha dei colori bellissimi, su un rossiccio con alcuni toni del marrone.

Ricomincia a battere le ali e questa volta si poggia sulla mia mano. Cerco di non muovere nemmeno un muscolo, non voglio spaventarla e così la conduco lentamente fuori dalla finestra, ma non sembra voglia lasciarmi.

La guardo in tutta la sua bellezza e comincio a parlarle «Ritorna a casa ora, ti staranno aspettando.» non appena finisco di parlare, la farfalla sembra avermi capito e vola via.

«Jimin!» sento improvvisamente qualcuno chiamarmi, così mi precipito subito a vedere chi possa essere.

Vado in cucina e vedo il mio migliore amico, Jungkook, i suoi capelli ben ordinati e pettinati di un nero corvino, un sorriso infantile e mi domanda «Ti andrebbe di giocare? C'è anche Taehyung».

Gli occhi di Jungkook diventarono più brillanti dopo aver nominato Taehyung. Sapevo della sua cotta per quest'ultimo, nonostante nessuno lo sapesse, nemmeno i suoi genitori, solo io in tutto il paese.

Lo guardo titubante e lui comincia a pregarmi in silenzio, congiungendo le mani. Così annuisco e corriamo per raggiungere Taehyung che ci sta aspettando con una palla di cuoio.

I suoi capelli erano di un biondo chiaro e gli donavano alla perfezione, anche grazie alla sua carnagione più scura della mia e quella di Jungkook.

Cominciamo a giocare con la palla, quando improvvisamente Taehyung si ferma e qualcosa attira la sua attenzione.

Avvicinandomi ulteriormente verso di lui, noto che la sua attenzione è stata attirata da una farfalla. Sembra la stessa che prima ha attirato la mia, di attenzione, ma il paese è pieno di farfalle e soprattutto per il festival della farfalla che si sta avvicinando. Il paese è pieno di fiori, di tutti i tipi e decorazioni a tema farfalle sulle porte di tutte le abitazioni.

Noto le intenzioni di Taehyung di catturarla, ma faccio un piccolo saltello e faccio scappare la farfalla che comincia a volare via. Il biondo mi guarda irritato e mi domanda «Cosa succede Jimin? Perché l'hai fatta scappare?» gli punto l'indice contro e, con tono accusatorio, gli dico «Volevi catturarla. Creature così devono essere libere di volare».

Taehyung mi guarda negli occhi e cerca di farmi ragionare «Ma è la tradizione del festival della farfalla. Dobbiamo catturare le farfalle per poi lasciarle libere durante il tramonto della festa.» ha ragione ma non è in quel modo che ci si comporta.

Anche Jungkook interviene, stando dalla parte di Taehyung, mi guarda e dice «Jimin, ha ragione Taehyung. Mio padre le cattura così. Se non fai così, volano via.» contrattacco e cerco di farli ragionare, dicendo «Ma se facciamo così, le facciamo solo spaventare».

Taehyung abbassa la testa e annuisce, dicendo «Magari hai ragione, ma hai fatto spaventare anche me. La prossima volta avvisami prima.» lo guardo dritto negli occhi e con tono sarcastico, gli dico «E tu pensaci due volte, prima di catturare una farfalla in quel modo».

Ricominciamo a giocare finché il sole non tramonta e i nostri genitori ci chiamano per cenare.

Durante la cena, parliamo del più e del meno. Guardo mia mamma e, con un sorriso soddisfatto, le dico «Mamma questa zuppa di kimchi è squisita.» la vedo sorridermi e ringraziarmi per il complimento, dopodiché mi dà un piccolo pizzicotto sulla guancia paffuta.

Dopo essermi scolato tutta la zuppa, ritorno in camera e mi metto seduto sul letto, con lo sguardo rivolto oltre la finestra. Continuo a fantasticare su cosa potrebbe vivere lì dentro, se solo potessi entrarci, solo per sbirciare e poi ritornerei a casa.

Ritorno subito alla realtà quando sento la porta della mia stanza che si apre. Guardo e vedo mia madre con addosso ancora il grembiule, che usa per lavare i piatti, i capelli biondi raccolti in uno chignon disordinato e il solito sorriso che mi rasserena ogni volta che lo guardo.

Si avvicina a me, mi si siede accanto e, accarezzandomi le ciocche di capelli, mi domanda «Come mai non stai ancora dormendo?» la rispondo con un leggero cenno delle spalle, per poi dirle «Stavo aspettando che venissi per raccontarmi delle storie sulla foresta».

La vedo ridere e così la guardo in trepida attesa di sentirne una. Mi guarda facendo un sorriso leggero e mi dice «Prima però sistemati sotto le coperte. Non voglio che tu muoia di freddo».

Mi sistemo sotto le coperte e le faccio spazio, per poi dirle «Vieni anche tu.» la vedo sospirare e accetta, così si sistema vicino a me e posso poggiare la mia testa sulla sua spalla mentre mi accarezza le ciocche bionde.

Prende un respiro profondo e comincia a raccontare una storia su un mostro che si trova nella foresta e delle creature magiche che incatenano il mostro dentro una grotta.

Prima che mia madre finisca di raccontarmi la storia, chiudo gli occhi e mi addormento. La sento che si alza dal letto e mi chiude la finestra, coprendola con le tende.

Dopodiché mi si avvicina per baciarmi la fronte, sussurrandomi con tono dolce «Buonanotte tesoro.» mi rimbocca le coperte ed esce dalla stanza.

Non appena esce dalla stanza, la sento che parla con mio padre, con un tono abbastanza basso. Riapro gli occhi e avvicino l'orecchio alla porta di legno e li sento parlare.

Mio padre le domanda «Quando gli diremo che dovremmo partire? Questo posto è rischioso per lui, soprattutto questa casa che è la più vicina alla foresta. Sai benissimo i pericoli che ci sono lì. Dovrà sapere quello che gli aspetta».

Nel sentire che dovremmo trasferirci il mio cuore comincia a rallentare i suoi battiti. Sento mia madre che sospira e gli risponde «Glielo diremo domani. Durante il pranzo, gli diremo che è per il suo bene».

Corro verso il mio letto e sento le lacrime che mi bagnano le guance. Guardo fuori dalla finestra e comincio a sussurrare tra le lacrime «Ti prego, non voglio andarmene... non voglio andarmene da qui... ti prego non farmi andare via... farò il bravo».

Mi addormento tra le lacrime, le parole sussurrate e i singhiozzi smorzati per non farmi sentire.

Spazio autore:
Salve a tutti quelli che stanno leggendo, spero che la storia sia di vostro gradimento. È da tanto che ho in mente di farla ma solo ora ho trovato il coraggio di pubblicare il primo capitolo, spero vi piaccia.

Spero davvero che possa colpirvi in maniera positiva. Eh niente, tutto qui. Ci vediamo al prossimo capitolo.

XOXO, Andre.

Beyond the Forest || YoonMinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora