"When you smile the whole world stops and stares for a while,
'cause you're amazing just the way you are."
Just the Way You Are - Bruno MarsVentotto, tanti erano i giorni in cui Lewis e Mia erano stati lontani, mai come allora da quando si erano stravolti la vita a vicenda.
Lei se ne stava rintanata in uno degli angoli dell'ascensore, in silenzio, sguardo basso, cuore a mille.
I suoi occhi brucianti addosso.
Lui la fissava con insistenza, senza preoccuparsi di nasconderlo. Spalle al muro e respiro regolare, ma interiormente in fibrillazione.
Rimasero in silenzio per tutto il tempo, nessuno dei due emise un fiato, forse troppo concentrati sui loro pensieri, forse troppo impauriti per poter urlare il loro dolore.
Una volta che le porte metalliche si aprirono all'ultimo piano, Lewis seguì Mia fuori dall'ascensore, aspettando alle sue spalle che girasse le chiavi nella toppa per poter fare ingresso in casa sua.
L'attico era spazioso e molto luminoso, arredato in stile moderno, un po' anonimo, ma l'occhio attento di Lewis notò immediatamente alcune foto incorniciate appese alle pareti e appoggiate sulle superfici scure dei mobili.
<<Vado un attimo in bagno>> lo avvisò, facendogli distogliere l'attenzione dai quadretti. <<Fai come se fossi a casa tua>>.
Lewis la guardò per un secondo e sul suo viso prese forma un sorriso malizioso. <<Allora mi spoglio>> esclamò, tirando su il lembo della felpa nera che indossava.
Lei gli lanciò uno sguardo fulminante di traverso, che fece immediatamente passare a Lewis la voglia di stuzzicarla.
<<Mia, sto scherzando>> si difese, facendo comunque trasparire una vena di dispiacere nel suo tono.Gli faceva male vederla fredda, distaccata, quasi disinteressata.
Eppure ricordava bene i suoi occhi accesi ogni volta che lo guardava, non aveva dimenticato i suoi ti amo.Quella non era la sua Mia.
E mentre Lewis combatteva i suoi demoni, a pochi passi da lui, dietro la porta del bagno chiusa a chiave, Mia affrontava il suo riflesso nello specchio.
Da un mese a quella parte il suo mostro era lei stessa, i segni che portava addosso, i dolori che di tanto in tanto la tormentavano, quello sguardo spento ancora livido.
L'ematoma, seppur ormai giallastro, sotto il suo occhio era ancora ben visibile, e fino a quel momento davanti a Lewis era riuscita a camuffarlo con un paio d'occhiali da sole.
Il naso era ormai a posto dato che non aveva riportato alcuna frattura, così come le piccole ferite sulle labbra già rimarginate.Ma faceva male.
Faceva male vedersi così, nascondere, fingere.
Celare il suo corpo sotto strati di vestiti coprenti.
<<Merda>> imprecò quando si rese conto che nemmeno il suo fondotinta fosse in grado di fare miracoli e coprire quei segni giallastri.
Mia non amava truccarsi, era sempre stata una tipa acqua e sapone anche nelle occasioni più importanti, non risultando mai sciatta anche grazie ai suoi lineamenti a dir poco angelici.
Si arrese e stese con cura tutto il prodotto che aveva sul viso, nonostante il risultato non fosse quello sperato.
Tirò lo sciacquone del water per ingannare Lewis che sicuramente avrebbe udito dalle stanze adiacenti e si lavò le mani, per poi uscire finalmente dal bagno.
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MOTH TO A FLAME || Lewis Hamilton
FanfictionSequel di CATRAME. Dalla rabbia di Max, i rimorsi di Mia, la solitudine di Lewis, alla rinascita. Una storia di pianti, baci e lividi. "Ma lui sa che mi chiami quando dorme? O sa delle foto che conservi? O sa le ragioni per cui piangi? Oppure dim...