"The distance and the time between us
It'll never change my mind
'Cause baby, I would die for you."
The Weeknd - Die For You2026.
<<Ora diresti altro al Lewis del passato?>>.
Le luci dei riflettori puntate addosso, le telecamere solo per lui, il pubblico in studio in attesa di una sua risposta e chissà quanti altri telespettatori incollati davanti alla televisione a seguire in diretta la sua prima intervista ufficiale post ritiro.
Quasi tre anni, prima di parlare di lui, della sua nuova vita, dei suoi progetti, della sua famiglia.
Avrebbe potuto dire tanto al Lewis di qualche anno prima, come pilota e soprattutto come uomo.
Avrebbe potuto dire tanto a quel giovane ragazzo che era, che aveva smesso di essere interessato all'amore, che non credeva di poter un giorno avere una famiglia, che aveva messo il suo lavoro davanti ad ogni cosa pensando che tutto il resto potesse distrarlo dalla sua meta.
Essere uno dei migliori piloti di tutti i tempi e allo stesso tempo un uomo felice, erano concetti che credeva paralleli, inconciliabili.
Poi era arrivata Mia.
L'aveva amata, Dio se l'aveva amata, fin dal primo istante.
Aveva amato il suo essere bambina, la sua caparbietà, il fatto che i suoi occhi azzurri parlassero per lei.
Aveva adorato il suo sorriso e il suono della sua risata fragorosa, il suo broncio fanciullesco quando qualcosa non le andava a genio.
Aveva trovato tenero quel suo essere sbadata e combina guai, che si perdesse in un bicchiere d'acqua e che cercasse nel suo sguardo la sicurezza che nella figura maschile le era sempre mancata.Impazziva per lei.
Impazziva per le sue labbra morbide, le sue guance rosee, i suoi capelli lunghi e mori sempre in ordine, le unghie curate, le dita affusolate con cui lo aveva sempre accarezzato.
Era andato fuori di testa per la sua semplicità, per come ogni piccolo gesto fosse per lei la più grande dimostrazione d'amore mai esistita.
Era un'inguaribile romantica, piangeva per qualsiasi film, qualsiasi libro e addirittura per qualche cartone animato che avevano visto con Aisha.Si era innamorato di lei tante di quelle volte che non credeva fosse possibile.
L'amava quando i loro occhi si erano scontrati per la prima volta nell'hospitality della Mercedes, entrambi a carponi che raccoglievano le lattine cadute dallo scaffale.
L'amava quando ancora era di un altro e anche solamente guardarla gli provocava i brividi lungo la spina dorsale.
L'amava a Imola, il loro primo anno insieme, quando per la prima volta aveva desiderato di baciarla e poi a Monte Carlo, a casa sua, doveva fremeva dalla voglia di fare sesso con lei.
L'amava a Londra, al primo incontro con la sua famiglia e con i suoi amici, mentre le dedicava Your Song prima di baciarla per la prima volta e l'amava alle Cayman, dove per la prima volta avevano fatto l'amore.
L'amava a Monza e l'amava a Sochi, dopo le sue cento vittorie in carriera, ma mai quanto aveva capito d'amarla a Los Angeles, su quel letto d'ospedale dove avevano saputo di aver perso il loro bambino.
L'aveva persa ad Abu Dhabi, come aveva perso il mondiale, ma non aveva smesso d'amarla.
Aveva continuato a cercarla nelle altre, ma mai nessuna sarebbe stata lei e lui mai più sarebbe stato lo stesso senza Mia.
Si appartenevano, si volevano e si erano ritrovati, l'aveva ritrovata, ammaccata, distrutta e aveva baciato le sue ferite, accarezzato i suoi lividi, allontanando le sue paure.
STAI LEGGENDO
MOTH TO A FLAME || Lewis Hamilton
FanficSequel di CATRAME. Dalla rabbia di Max, i rimorsi di Mia, la solitudine di Lewis, alla rinascita. Una storia di pianti, baci e lividi. "Ma lui sa che mi chiami quando dorme? O sa delle foto che conservi? O sa le ragioni per cui piangi? Oppure dim...