Capitolo dieci

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William

«Te ne occupi tu?» Ammicco al ragazzo di Dafne nel mio ufficio e Carola, un'altra delle mie assistenti, sorride annuendo. Scorgo Addison imboccare il corridoio e con poche falcate la raggiungo.
«Addison?»
«Signor Cooper, mi dica.»
«Ho bisogno che mi aiuti con Dafne.» A quelle parole arrossisce, come se ancor prima che aprissi bocca, immaginasse la natura della mia richiesta.
«Oh, io non so se...»
«Per favore, Addison. È importante per me.» Ammetto, rammaricato, e lei sembra cedere.
«Come posso aiutarla?»
«Mi pare di aver capito che usciate, stasera.» Addison annuisce.
«Andiamo in un pub in pieno centro. Ha aperto da poco.»
«Mi fai avere l'indirizzo?» Annuisce e me lo inoltra. Dopo averla ringraziata per l'ennesima volta, torno a casa. Mi infilo in doccia ed una volta fuori, mi infilo un paio di jeans ed un maglione nero. Mi spettino i capelli e aggiungo la mia acqua di colonia all'outfit.
Dopo quello che è successo in ascensore, ho bisogno di vederla. Ma soprattutto, di capire se l'interesse che provo per lei è reciproco o solo frutto della mia immaginazione.
Arrivo al pub e alla vista della coda chilometrica mi viene il magone. Dafne sarà entrata da un pezzo, ed io me ne sto come un coglione qui fuori.
Spazientito, faccio segno al buttafuori che riconoscendomi, e lasciandogli una mancia generosa, mi fa passare avanti.
Entro e la musica pop mi rimbomba nelle orecchie. La gente, che balla e si diverte, è ammassata sui divanetti o sul bancone, in attesa degli alcolici. Le luci caleidoscopiche rendono l'atmosfera leggera e accattivante.
In quella calca, i miei occhi ne cercano solo un paio scuri, e belli da morire.
Mi guardo attorno e quando finalmente trovo chi cercavo, mi si mozza il fiato.
Dafne è al centro della sala, che balla con le sue amiche. Ha in mano un cocktail e con una sensualità mai vista prima addosso a nessuna, balla e si diverte. Il vestito nero in pelle che indossa le sale sulle cosce quando ondeggia i fianchi, scoprendole le gambe lunghe e nude.
Ordino un drink al bancone per frenare la scia di pensieri sporchi che sto avendo nei suoi confronti.
È una mia dipendente, tra l'altro anche fidanzata eppure io non riesco a togliermela dalla testa.
Non passa giorno in cui io non la desideri.
«Amico, te la stai scopando con gli occhi.» Un ragazzo dai capelli colorati mi rivolge un'occhiata divertita.
Bevo un sorso del mio drink, e l'alcool mi scalda la gola.
«Come minimo.»
«Mi dispiace per te, ma non sei l'unico.» Mi guardo intorno, e noto che ha ragione. Tutti gli uomini intorno a me la stanno guardando, desiderosi. I miei sensi scattano quando un ragazzo le si avvicina con l'intento di provarci e ballare con lei.
Le mani mi formicolano, ma sospiro sollevato quando Dafne non cede alle avances e con un piccolo sorriso se ne tira fuori.
Brava, dolcezza.
Decido di farmi avanti quando rimane in pista da sola. Prima che qualcun altro abbia la mia stessa idea, mi avvicino, facendomi largo tra la folla. È di spalle quindi non mi nota subito. Si accorge di me soltanto quando premo una mano contro la sua pancia e ballo con lei.
Si irrigidisce e fa per scacciarmi, ma quando si volta verso di me, schiude le labbra e le pupille le si dilatano.
«Will, che ci fai qui?»
«Mi mancavi.» Sorride, ma so che in parte dipende dall'alcool che le circola in corpo.
«Ce l'ho ancora con te.»
«Non si direbbe.» Accenno, ammicando alla sua testa contro il mio petto e alle sue mani sulle mie.
Dafne ride, brilla, ma non si sposta. Se non ci riesce da sobria, dubito possa riuscirci da brilla.
«Ti sei comportato da stronzo.»
Al suono di quelle parole, ingoio il boccone amaro.
«Avevo le mie ragioni.»
«Non puoi fare così, Will.»
«Così come?»
«Trattare gli altri come se non valessero niente solo perché hanno ciò che tu con i soldi non riesci ad avere.» Le sue parole mi colpiscono dritte come un pugno.
È ubriaca, ma maledettamente sincera.
«Pensi davvero che mi servano i soldi per conquistarti?»
«No, Will, sei tu a pensarlo, è questo il problema.»
«Se ti dessi la possibilità di conoscermi, Dafne, ma di conoscermi sul serio, capiresti che non sono così.»
«Sono prossima al matrimonio, Will. Troppo tardi.» Sorridendo, si indica l'anulare ancora spoglio della fede.
Rido, ma la tristezza mi assale.
«Non dirlo neanche per scherzo, bellezza.»
«Ti inviterei.»
«Pensi che verrei?»
«Ci rimarrei male se non venissi.»
«Ed io se mi presentassi. Vedi, siamo in due.» Dafne ridacchia.
Accocola la testa contro di me e continua a ballare. Non appena la musica finisce, l'accompagno al bancone dove troviamo Addison e le sue altre amiche.
«Dafne, tesoro. Non ci presenti il tuo nuovo amico?» Una ragazza dai capelli rossi mi punta, flirtando.
«Ashley, lui è Will, il mio capo.»
«Incantata. Lunedì aspettatevi il mio curriculum tra le email.» Rido e Dafne scuote la testa, divertita, ma muove un passo nella mia direzione, come a marcare il territorio.
«E sei impegnato, Will?» Ashley mi mangia con gli occhi.
Sento lo sguardo di Dafne addosso.
«Mi interessa una persona.»
«E non sei aperto ad altro?»
«Preferisco aspettarla.» Dafne sorride, consapevole che stia parlando di lei.
Dalle casse parte una canzone ritmata, e Dafne mi prende per mano per ballarla insieme in pista.
I nostri corpi sono uno attaccato all'altro, uno il continuo dell'altro.
Cerco di far affluire il sangue al cervello quando mi ritrovo il suo culo perfetto contro la patta tirata dei miei jeans. Dafne balla con le sue amiche, e nel frattempo, ondeggia i suoi fianchi contro i miei a ritmo di musica. Ashley ci lancia di tanto in tanto qualche occhiata, ma non me ne curo.
«Piccola...»Il vestito quasi le si solleva ad ogni movimento, ma Dafne è troppo presa dalla musica per curarsene.
«Tiramelo giù tu, Will.» Glielo abbasso, ma è quasi una battaglia persa.
«Io te lo toglierei.»
Poso le mani sui suoi fianchi e l'attiro ancora di più contro di me, facendole sentire la mia erezione. Dafne decide allora di strusciarsi contro di me. Lentamente, le mordicchio il lobo dell'orecchio, gemendo. Dafne ansima e mi rivolge uno dei suoi sguardi da cerbiatta.
«Cazzo, piccola. Così me lo fai venire di marmo.» Dafne ride, ma sbronza, continua a strusciarmi il suo culo addosso.
«Cristo.» Dafne balla su di me, guardandomi. Io le fisso spudoratamente il culo.
È così sexy che me la scoperei qui se non dessimo troppo nell'occhio. Quando il vestito le si alza ancora e provo a sistemarglielo, mi frena. Mi spalma le sue natiche seminude addosso, e a quel contatto è troppo anche per me.
«Che ne dici di andarcene, Dafne?» Ringhio al suo orecchio.
«Penso che sia un'ottima idea, Will.»
Dafne saluta le sue amiche e mi segue fuori, prendendomi per mano.
Guardo in cagnesco chiunque osi guardarla, e una volta fuori le avvolgo le braccia intorno alla vita. Vorrei toccarla, palparle il culo sodo ma come l'impressione che se lo facessi l'indomani non se ne ricorderebbe. Ed io voglio che se le ricordi, le mie mani addosso.
La faccio salire in macchina, ma non passano neanche cinque minuti che crolla. Non sapendo dove abita, la porto da me. Guido guardandola di tanto in tanto, maledicendomi per essermi fatto coinvolgere così tanto. Eppure, per la prima volta da quando ci vivo, sono contento di tornare a casa mia.
Parcheggio e per non svegliarla la prendo in braccio. Non pesa nulla, e mentre dorme, Dafne poggia la testa sulla mia spalla. La porto in camera mia e la faccio stendere, coprendola con una coperta. Mi infilo in doccia, ma non dura neanche cinque minuti. Esco con i capelli ancora bagnati e mi infilo a letto. Dafne mi cerca nel sonno, e quando mi trova si accocola contro di me, al sicuro.
Poco dopo sono le mie palpebre a farsi pesanti, ma con lei accanto, è il cuore a sentirsi più leggero.

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