Capitolo sedici

2K 89 12
                                    

William

«Ti lascio il posto accanto al finestrino.» Aiuto Dafne a sistemare i bagagli nella cappelliera, soprattutto quelli più pesanti.
«Non ti dispiace?» Mi guarda con quei suoi occhioni scuri da cerbiatta, dispiaciuta.
«In un mese prendo lo stesso quantitativo di aerei che una persona normale prende in un anno, Dafne. Credo che riuscirò a sopravvivere.» replico, sorridendo. Mi ringrazia e prende posto accanto al finestrino.
Mi siedo accanto a lei, e prima che lo faccia l'hostess, controllo che si sia allacciata bene la cintura. Non so, ma prendermi cura di lei mi viene naturale.
Pochi minuti dopo, viene annunciato il decollo. Sorrido notando l'espressione impaurita di Dafne. Le porgo allora la mano.
«Puoi stritolarla quanto vuoi, se serve.» Ricambia il sorriso e la stringe. Voglio prendermi ogni tipo di libertà con lei, a patto sempre che anche lei lo voglia.
«Allora, che te ne pare?» domando, una volta in volo.
«È incredibile, Will. Grazie.» Replica, la gratitudine a riempirle lo sguardo.
«E di che.» Mi accocolo contro lo schienale, e vorrei che lo facesse anche lei, su di me. Le nostre mani sono ancora intrecciate. Quando se ne accorge, arrossisce e la toglie, scusandosi. Fingo di non esserci rimasto male, ma mi dispiace.
«Non vedo l'ora di mostrarti la città.» Mi schiarisco la gola, distraendomi.
«Quante volte ci sei stato?»
«Ho perso il conto.»
Ridacchia. «E ti è piaciuta?»
«Ha un qualcosa di magico. Soprattutto la sera. Lo vedrai tu stessa.» Sorride, felice della promessa.
Ad un certo punto del volo, la noto in procinto di appisolarsi. Si appoggia al finestrino, ma è scomoda così mi propongo.
«Puoi appoggiarti a me, Dafne.»
«Non vorrei darti fastidio.»
«A patto che non russi, non potresti mai.» Scherzo, strappandole una risata.
Si appoggia a me e il profumo dei suoi capelli mi inebria. Mi viene spontaneo passarci le dita. Il mio tocco le favorisce il sonno perché poco dopo si addormenta. Mi fermo ad osservarla, e mi accorgo di quanto sia bella. E di quanto lo sarebbe ancora di più se solo fosse mia.
Quando l'aereo atterra, Dafne è sveglia da poco. Si stiracchia, strappandomi un sorriso.
«Siamo ufficialmente in Spagna, Dafne.» Sorride, eccitata.
Usciti dall'aeroporto, il nostro autista è fermo ad aspettarci.
«Signor Cooper, benvenuto. Signorina Young.» Dafne sorride sentendo l'accento spagnolo, così diverso dal nostro.
Le apro la portiera della macchina e lei si accomoda.
«Piccolina eh.» Si guarda attorno, sorpresa. C'è una piccola TV, lo champagne e numerosi snacks.
«Se posso viziarmi, perché negarmelo.» Porgendo ad entrambi un bicchiere. Mentre bevo, i miei occhi scendono sul suo seno, e a quella vista la mia patta tira. Voglio scoparla, ma soprattutto voglio che sia lei a voler scopare con me.
Arrivati in albergo, l'accompagno in camera.
«Ma è meravigliosa, Will. Sicuro sia solo per me?» Sorrido.
In effetti è enorme, e non a caso è la migliore di tutto l'albergo.
«Puoi sempre venire nella mia, se qua ti annoi.» Scuote la testa, divertita.
«L'evento è tra qualche ora, ti lascio riposare. Qualsiasi cosa, sono nella camera accanto.» Annuisce, sorridendo.
Non voglio andarmene, ma non posso neanche restare. Non se lei non lo vuole.
«Prima che te ne vai, ti va di aiutarmi a scegliere cosa indossare?» domanda, vedendomi incontro. Neanche lei vuole che me ne vada.
«Con piacere.»
Mi siedo sul bordo del letto.
Dafne si piega per aprire la valigia, e il mio cazzo freme. Inginocchiata sui vestiti, ho una vista completo del suo meraviglioso culo.
«Pensavo o a questo tubino nero o a questo con lo spacco rosso.»
Me li mostra, ma è il rosso ad attirare la mia attenzione. È perfetto, e a lei starebbe divinamente.
«Rosso, Dafne. Decisamente quello rosso.» Replico, la voce leggermente roca. «Saresti totalmente in tinta con la Spagna.» Aggiungo, mascherando la mia eccitazione.
Sorride. «E va bene, rosso sia.» Capisco di dovermene andare quando cala un silenzio piacevole.
«Ci vediamo dopo, allora.» Mi alzo.
«Non farti troppo bella. Voglio giocare leale all'evento.» Le sfioro i fianchi con le dita e Dafne sorride.
Vado in camera mia e mi spoglio.
Mi infilo in doccia e mi preparo per la serata. Aggiunto il profumo, sono pronto. Stretto in un completo di Versace, mi guardo allo specchio. E se stasera Dafne non cadrà ai miei piedi, non saprò cosa fare di più per averla.
Busso alla sua porta alle ventuno precise. Dafne apre dopo qualche minuto, e nel farlo, mi lascia senza fiato.
È letteralmente stupenda, ed il vestito rosso sembra che le sia stato cucito addosso. Le evidenzia le forme con dolcezza, accentuando la sua sensualità.
«Sei meravigliosa, Dafne.»
Anche lei sembra apprezzare il modo in cui sono vestito perché mi mangia con gli occhi.
«Stai benissimo anche tu, Will.» Le porgo il braccio e lei lo afferra.
Arriviamo all'evento in perfetto orario. Superato l'ingresso, chiunque la nota, e si avvicina per conoscerla.
La presento, cercando di tenere a bada il fastidio.
«William Cooper, che piacere vederti.» Kobe Wilson, imprenditore plurimiliardario, si avvicina a noi, ma sembra più interessato a Dafne che a me.
«E questo splendore ce l'ha un nome?» Dafne sorride e si presenta.
«Dafne Young, assistente personale di William Cooper.»
«Incantato.» Le bacia la mano, e la mia gelosia cresce a dismisura.
«Vi frequentate?»
«Lavoriamo semplicemente insieme.» Replico, guardando il lieve disagio sul viso di Dafne. È qui per merito, ma la gente che insinua che sia qui per un piacere mio, mi fa incazzare.
«E ora se puoi perdonarmi, Kobe, volevo presentare Dafne ad alcuni amici di vecchia data.»
Sorrido e mi allontano con Dafne.
«Non mi è mai piaciuto.» Borbotto, cercando la sua approvazione.
«Posso capire perché, non mi ha guardata una sola volta negli occhi.» replica lei, facendomi ridere.
«Non voglio difenderlo, ma questo vestito distrae parecchio, Dafne.»
«Distrae anche te?»
Domanda, flirtando.
Mi avvicino alle sue labbra carnose.
«Me più di tutti, Dafne.» Lecco le mie ma vorrei mordere le sue.
«È da quando siamo arrivati che non riesco a smettere di guardarti.» Ammetto, fregandomene delle conseguenze.
Dafne arrossisce, ma prima che possa dire qualcosa, l'organizzatore dell'evento ci chiama.
«Vieni, ti presento una persona.»
«Klaus, amico.»
«William! Quanto tempo.» Mi abbraccia.
Saluta Dafne, e mi mostra la scaletta in cui compariremo noi.
«Tutto chiaro?»
«Limpido.»
Guardo Dafne per accertarmene e sorrido quando mi strizza l'occhio.
L'evento ha inizio, e quando prendiamo noi la parola, cala il silenzio.
Illustro la Royal ai presenti, raccontando loro di come è nata e di come si stia rapidamente affermando nel mondo.
Dafne prende la parola, ed io rimango incantato.
Ha un'idea chiara in testa, e la spiega allo stesso modo a tutti i partecipanti, ottenendo consensi e segni di apprezzamento.
Va come un treno, e appena conclude il suo discorso, uno scroscio di applausi la investe.
«Sono andata bene?» Domanda, una volta in disparte.
«Scherzi? Sei stata pazzesca, tesoro. Sono fiero di te.» Dafne mi guarda sorridendo.
«Lo pensi davvero?»
«Sei stata strepitosa, Dafne. Che è il motivo per cui sei qui.» Gioco con una ciocca dei suoi capelli, ricordandoglielo.
«Credo che però lo pensino ancora che andiamo a letto insieme.»
Ridacchio.
«E ti dispiace, che pensino che ti scopi?»
La guardo negli occhi, poi scendo con lo sguardo sulle labbra.
«In alcun modo.»
Mi mordo le labbra.
«Peccato che la realtà sia un'altra.»
Questa volta è lei a mordere le sue.
Mentre mi avvicino al suo viso, qualcuno mi chiama.
Dorothea Hudson mi sorride civettuola.
«William Cooper, sei sempre un incanto per gli occhi.»
Potrebbe essere mia madre, eppure a lei non sembra importare. Ci prova con me da anni, ma senza risultato.
Ricambio il suo sorriso, e le presento Dafne che la scruta, curiosa.
Dorothea neanche la guarda.
«Quanto ti fermi a Madrid? Magari possiamo berci qualcosa insieme.»
Sento lo sguardo di Dafne addosso.
«Ripartiamo stasera stessa.»
Dafne sorride quando mento.
«Oh che peccato. Vorrà dire che verrò a trovarti a Londra.»
«Ti aspetto.» Mi saluta baciandomi le guance e toccandomi il petto.
«Aveva il doppio della tua età.» Dafne commenta, divertita.
«Di solito è anche più molesta.»
«Ti dà fastidio?»
«Più che ti abbia ignorata.»
Dafne sorride.
«Come si potrebbe, eh?» Scherza, ma io lo penso sul serio.
«Non me ne capacito.» Replico, e lei schiude le labbra. Guarda le mie, e le nostre distanze si riducono.
«Bevete qualcosa con noi, Will?» Klaus si avvicina,
Guardo Dafne, e colgo la risposta.
«In realtà vogliamo tornare in albergo. Siamo partiti presto questa mattina.»
Klaus sorride.
«Come preferite.»
Torniamo in albergo, stanchi ma soddisfatti.
«Domani la Royal sarà sulla bocca di tutti, Dafne. Ed il merito è solo tuo.» In camera mia, Dafne si poggia contro la scrivania. È talmente presa dal discorso che neanche se ne è accorta, di esser nella tana del lupo.
«Sei un imprenditore eccezionale, Will. Qualsiasi successo raggiunto, è merito tuo.»
«Sei il mio braccio destro, Dafne. Non vado da nessuna parte senza di te.» Sorridendo, mi guarda la bocca.
Ricambiando, mi fermo davanti a lei. Le sfioro il viso con le dita e lei ci si accocola contro.
«Dio, sei stupenda.» Ansimo, combattuto. Voglio baciarla, ma non resisterei ad un suo rifiuto.
Sorride, ed io chino la mia bocca sulla sua.
«Ho una stramaledetta voglia di baciarti, Dafne. Lo desidero da tutta la serata.» Questa volta è lei ad ansimare.
«Will...» Avvicino il mio viso al suo.
«E se lo faccio, non ho alcuna intenzione di fermarmi.» Geme lievemente.
«Devo dirti una cosa.»
Le sfioro le labbra con le dita.
«Non può aspettare?» Scherzo, ma sembra triste così la faccio parlare.
«Christopher mi ha chiesto di sposarlo.»
Ed è in quel momento che il mio cuore si spezza e tutti i passi in avanti fatti con lei, mi rispediscono al punto di partenza.
«Eh? Quand'è successo?» Mi scosto leggermente.
«Sabato sera, a cena fuori.»
«Hai detto di sì?»
Annuisce, e quasi mi viene da piangere. È qui con me, eppure sta lentamente scivolando via dalle mie dita.
«Congratulazioni, sono felice per te.» Ma non c'è traccia di gioia nelle mie parole.
«Will...»
«Perché non me lo hai detto prima?»
«Io... Non sapevo come comportarmi.»
«Per via del viaggio? Credevi avrei scelto un'altra?»
Dafne stringe le labbra in una linea
Scuoto la testa.
«Volevo te, e avrei portato te, Dafne. A prescindere da questo.» Mi passo una mano tra i capelli.
«Mi dispiace.»
«Per cosa? Lo ami e te lo sposi. Era quello che hai sempre desiderato.»
«Io...» Dafne sospira, sconsolata. «Non ne sono più così sicura.»
Sento un briciolo di speranza accendersi.
«Da quando conosco te, non sono più sicura di nulla, Will. Neanche di quello per cui ero certa.»
Un piccolo sorriso si fa strada sul mio viso.
«Provi qualcosa per me?»
«Provo qualcosa per te, Will.» Il mio sorriso non accenna a voler diminuire.
«Quando l'hai capito?»
«Dopo che sei stato con Carola.»
Sorrido al ricordo del nostro primissimo momento intimo.
«E cosa pensi di fare?»
«Non lo so, Will. Non capisco più nulla.» Le sfioro i capelli con le dita.
«So solo che voglio proteggere Christopher da tutto questo.» Cerco di non fremere per il fastidio alla nomina del fidanzato, e mi schiarisco la gola.
«Non puoi nascondere quello che c'è tra noi, Dafne. O prima o poi verrà fuori da solo.»
«E cosa posso fare?»
«Puoi solo vivertelo. Così com'è.» Replico, inumidendomi le labbra.
Dafne fissa le mie, e poi china lo sguardo sui nostri corpi ravvicinati.
«A questo punto, è giusto che tu lo sappia. In parte ti ho mentito su Madrid, Dafne.»
Mi guarda.
«Non sei qui soltanto perché sei la migliore. Sei qui perché volevo che ci fossi tu, qua con me. Sei qui perché è da quando ti ho vista che sono pazzo di te. Sei qui perché sono mesi che non riesco a smettere di pensare a te.» Le sfioro la guancia morbida con le dita.
«Se sei qui, Dafne, è perché sono fottutamente innamorato di te.» Un soffio d'aria separa le mie labbra dalle sue.
«Will...»
«So quanto tutto questo sia difficile per te, Dafne. Ma non posso rinunciare a te. Non voglio.» Ho il suo viso tra le mani. «Voglio una chance, Dafne. E la voglio adesso.» Replico, premendo le mie labbra contro le sue. La sorpresa iniziale non le permette di ricambiare subito il bacio, ma appena lo fa, si accende un fuoco dentro di me. Mi infilo tra le sue cosce e la bacio con trasporto, assaporando ogni singolo istante dei nostri corpi vicini.
«Will...» Il mio nome gemuto da lei è una delle cose più erotiche che esistano. Continuo a baciarla, ma insoddisfatto, le sposto lo spacco del vestito. E con esso, le mutandine.
«Will...» Dafne mugola nella mia bocca quando la penetro con le dita.
«Non voglio perdere un altro secondo.» Mormoro, e sentirla gemere per merito mio è un cazzo di orgasmo.
Me la scopo con le dita, e le piace perché mi implora di non fermarmi.
Quando viene, catturo i suoi ansimi nella mia bocca. Mi guarda, eccitata e a me torna duro.
La bacio ancora, e lei sorride contro la mia bocca.
«Voglio scoparti, Dafne. Tutta la notte.» Ringhio, prendendola per i fianchi.
Scosta le labbra dalle mie per qualche secondo.
«Ed io voglio sentirti dentro di me, Will. Tutta la notte.»
Gemo, e la trascino a letto.
La aiuto a spogliarsi e alla vista del suo seno nel reggiseno la mia erezione cresce. Dafne lo nota perché si morde le labbra.
«Guardalo, che cazzo mi fai.» Armeggia con la mia patta, decisa mentre io affondo le labbra tra le sue tette. Dafne mugola di piacere quando le mordo un capezzolo. Mi abbasso i pantaloni e con essi i boxer. Dafne ansima alla vista del mio membro.
«Non vede l'ora di conoscerti, piccola.» Sorride quando la bacio, e senza perdere altro tempo, la penetro. Dafne sussulta per la forza con cui la possiedo, ma non mi chiede di fermarmi.
«Dio, Will...» Il suo seno si solleva ad ogni spinta dei miei fianchi.
«Te l'avevo detto che ti saresti ricordata di Madrid.» Ride contro il mio collo.
Le allargo ancora di più le cosce e la penetro a fondo, facendola gemere rumorosamente. Dafne arriva all'orgasmo qualche secondo prima di me. Poi, stremata, si accocola di fianco a me.
Cerco di riprendere fiato dopo la scopata più intensa di tutta la mia vita.
Allargo un braccio oltre i suo i fianchi e le bacio la testa.
«Non hai idea da quanto speravo accadesse.» Mormoro, e lei si solleva a baciarmi le labbra. Le nostre bocche sorridono l'una contro l'altra.
«Ho bisogno di una doccia.» Mugugna contro la mia bocca.
«Posso farla con te?»
«Chiedi il permesso, adesso?» Mi prende in giro.
Le stringo una natica tra le mani e lei geme.
«Solo per accertarmi che a te stia bene, farti scopare ovunque dal sottoscritto.» Questa volta è lei la prima a baciarmi.
«Non voglio altro, Will.»

Earned itDove le storie prendono vita. Scoprilo ora