Capitolo diciannove

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                        Dafne

Non riesco a smettere di sorridere mentre, al fianco di William, visitiamo ogni angolo nascosto di Madrid. Mi mostra la Gran Via, Palazzo di Cristallo, il Giardino delle Rose. Ed è proprio lì che fa cogliere per me un intero mazzo di rose rosse.
«Will...» Il bouquet è enorme e bellissimo, stracolmo di rose.
Lui sorride.
«Per la più bella di tutte.» accenna. I miei occhi si inumidiscono mentre lo attiro a me per baciarlo. William ricambia famelico, facendo scivolare le mani sui miei fianchi. Lo guardo e nei suoi occhi scorgo lo stesso desiderio presente nei miei di tornare in camera.
«Per quanto voglia scoparti, Dafne, è credimi muoio dalla voglia, voglio mostrarti la città. Voglio che ti piaccia tanto quanto piace a me.»
Annuisco, ancora eccitata.
«Poi, terminate le visite, ho intenzione di scoparti di brutto. Non temere.» Ringhia al mio orecchio, seducente. Ingoio il gemito e prendo il mazzo che mi porge il fiorista.
A pranzo William mi porta in uno dei ristoranti più buoni della città dove fanno la miglior paella in circolazione. Mangiamo, beviamo vino, e ridiamo. Dopo il pranzo, accompagno William a fare shopping.
Entriamo da Fendi, e le commesse mettono subito gli occhi su William, adulandolo.
Le loro attenzioni mi danno fastidio, ma non sono nella posizione di poter fare qualcosa a riguardo. William non è mio. Anche se ci vado a letto, non ho alcun potere su di lui.
William sorride alle lusinghe, poi si si schiarisce la voce.
«Sareste altrettanto gentili da trovare un abito pazzesco per la mia bellissima donna?» William mi guarda con gli occhi pieni di desiderio.
«Certamente, signor Cooper.»
«Will...»
«Compra ciò che ti piace, piccola. Voglio viziarti.» Mi bacia le labbra con urgenza.
«Voglio strapparteli di dosso uno per uno.» Ringhia, facendomi bagnare.
Lo bacio, e cerco di contenere gli ormoni mentre seguo le ragazze nell'altrio. Provo un milione di abiti, ma ad attirare la mia attenzione ne sono due in particolare.
Uno è marrone, con il marchio tappezzato su tutto il vestito. Mi fascia il corpo in maniera sublime, rendendo giustizia a tutte le mie curve. L'altro è blu, esageratamente corto ma dannatamente bello.
William mi raggiunge mentre lo sto provando.
«Dio, sei un incanto, Dafne.» Si infila nel camerino con me.
«Ti piace?»
«È fatto per te.» William mi guarda senza ritegno il fondoschiena così glielo premo addosso. Grugnisce, e lo stringe tra le sue mani.
«Se fai così non riuscirò ad aspettare di tornare in albergo per scoparti.»
«E chi ti ha detto che lo voglia?» William si morde le labbra, eccitato.
Il respiro mi muore in gola quando mi preme contro la parete con delicatezza, ma con una certa urgenza. Si sbottona la patta e mi solleva il vestito.
«Cristo.» William ha il mio fondoschiena nudo davanti agli occhi.
«Vuoi restare a guardarlo oppure mi scopi?» Domando, facendolo ridere.
«Ti scopo, dolcezza. Ti scopo.» E appena lo dice, lo fa. Il respiro mi muore in gola. William sbatte i suoi fianchi contro i miei, animalesco.
«Will...» Ma è una supplica la mia. Non voglio che smetta, ma che continui per sempre.
«Fatti scopare per bene, dolcezza.
Sei mia.» Dice, ed è così. Lo sono, mi ci sento.
«Tua, Will. Tua.» Me lo spinge ancor più a fondo, togliendomi il fiato.
«Dio.» William preme la sua mano sulla mia contro la parete. Intreccia le mie dita alle sue e a quel gesto il mio cuore fa una piccola capriola.
«Probabilmente Fendi mi infilerà nella sua lista nera.» Rido, nonostante i gemiti soffocati. Quando entrambi veniamo, e realizzo dove abbiamo appena fatto sesso, arrossisco.
William lo nota e sorride.
«Ci saranno abituati.»
Dopo aver pagato, torniamo in albergo. In macchina, osservo William perdersi con lo sguardo per Madrid. E guardandolo, mi rendo conto di quanto poco io lo conosca.
Non so cosa gli piace, chi era prima di diventare William Cooper, cosa lo rende felice, se sia mai stato innamorato o se abbia mai spezzato il cuore di qualcuna.
«Sei pensierosa?» La sua voce calda mi riscuote. William mi sta guardando, e con il polpastrello mi sfiora le guance.
«Pensavo a quanto poco ti conosco, Will.»
«Cosa vuoi sapere?»
«Ogni cosa.»
Ride per la mia impazienza.
«Chiedimi quello che vuoi e sarò felice di risponderti.»
«Hai sempre voluto seguire le orme di tuo padre? Voglio dire, William ha sempre voluto essere William Cooper?»
«No, Dafne. So quanto fosse importante seguire le orme di mio padre, e quanto glielo dovessi, ma non è mai stato il mio obiettivo primario. La Royal è arrivata dopo.»
Annuisco.
«Altro?» Abbozza un sorriso.
«Il tuo colore preferito?»
Ride.
«Nero. Ma dopo averti vista l'altra sera, decisamente il rosso.»
Sorrido quando china la bocca sulla mia.
«Sei mai stato innamorato?»
«No. Ho avuto delle storie, parecchie a dire il vero, ma non ho mai provato per nessuna quello che provo per te. Non sei solo l'oggetto di ogni mio desiderio, Dafne. Sei semplicemente ciò che ho sempre sognato.» Sento lo stomaco contrarsi.
«Qualche altro sassolino nella scarpa?» domanda, ghignando.
Scuoto la testa e lui allarga un braccio oltre le mie spalle.
«Posso chiederti una cosa io, adesso?»
«Quello che vuoi.»
Si lecca le labbra prima di domandarmelo.
«Mi taglierai fuori, una volta tornati a Londra?»
Soppeso le sue parole.
«No, Will, ma avrò bisogno di un po' di tempo per sistemare le cose.»
«Posso aspettarti. Tutto il tempo che vuoi.» Mi bacia una tempia, stringendomi a sè. Ed è tra le sue braccia che realizzo che le cose dovranno inevitabilmente cambiare.

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