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jackson's pov

Scendo dall'auto e vado ad aprire la portiera ad Abigail, che trovo sveglia.

Ha passato tutto il viaggio guardando fuori dal finestrino, assorta nei suoi pensieri.

Le slaccio la cintura di sicurezza e le porgo una mano, per aiutarla a scendere.

Così l'afferra e salta giù dalla macchina.

Prendo la sua valigia dal portabagagli, chiudo il mezzo e seguito dalla bambina entro in casa.

«Posso vedere il tuo giardino?» mi chiede, appena mettiamo piede in casa.

Credo di averla conquistata appena ho accennato al fatto di avere un bel giardino.

«Ti mostro la tua nuova camera e poi ci andiamo, va bene?» lei annuisce, strofinandosi un occhio.

Penso sia stanca ed è una cosa assolutamente accettabile, deve essere una giornata stancante e piena d'emozioni per lei.

Salgo le scale che portano al piano superiore ed apro la porta di fronte a quella della mia camera.

Lei si guarda intorno, completamente rapita.

Le pareti sono bianche, il letto singolo è vicino ad una parete, le lenzuola sono rosa e sopra di esso ci sono diversi cuscini bianchi.

Sopra il letto è presente una mensola bianca di legno che contiene una piantina finta, una lucina a forma di stella ed un peluche a forma di orso, mentre vicino ad essa c'è un quadro con una cornice di legno, con disegnata una ballerina.

Di lato rispetto al letto c'è un comodino di legno con su un'abat-jour bianca con dei dettagli oro e la scritta "princess" che si illumina.

Al centro della stanza un tappeto bianco e morbido, in modo tale che possa giocare su di esso e dall'altra parte della stanza una scrivania bianca con una sedia del medesimo colore.

Ora va ancora all'asilo perciò non le servirà granché ma le sarà utile più avanti.

«Davvero questa è la mia stanza?» mi domanda, con occhi sognanti.

«Tutta tua.» annuisco.

Lei senza neanche aspettare un secondo di più si avvicina e mi abbraccia, così la stringo a me.

«Ti va ancora di andare in giardino?» le chiedo.

«Sì!» esclama felice.

«Andiamo, allora.» la prendo per mano e ritorno al piano inferiore.

Le lascio la mano ed apro la lunga porta finestra di vetro ed usciamo in giardino.

Ammira ciò intorno a lei, guardando i diversi tipi di fiori presenti a terra.

«Queste sono gardenie.. a te piacciono i fiori?» mi chiede, avvicinandosi al vaso che si trova al centro del tavolo.

Mi sorprende sempre di più, credo di aver trovato una piccola amante della natura.

«Sì ma non me ne intendo, come fai a sapere il loro nome?» domando, sorpreso.

«Fino a qualche mese fa c'era un'altra direttrice, era una signora un po' vecchia.. le piacevano tanto i fiori e ne parlava continuamente.» mi spiega, strappandomi un sorriso.

«Quali sono i tuoi preferiti?» le chiedo, ormai incuriosito.

Ho davvero molti tipi di fiori lungo il giardino, ma non tutti.

Se non ho i suoi preferiti li comprerò nei prossimi giorni.

«La Dalia e la Calla.» mi risponde.

Poco più giù, ho un area recintata piena di Dalie di diversi colori, ma purtroppo la Calla mi manca.

«Allora penso che dovresti vedere una cosa.» le dico, facendole cenno di seguirmi.

Appena siamo davanti alle Dalie, si perde a guardarle.

«Sono bellissime, a me piace tanto quella rosa.» mi dice.

«Già, quella rosa è proprio bella.» concordo con lei.

«Abby, ho una cosa da darti.» le dico, e lei si gira verso di me, trattenendo una risata.

«Perché ridi?» le domando.

«Perché mi hai chiamato Abby.. non lo ha mai fatto nessuno.» mi risponde, giocando con una ciocca dei suoi capelli castani.

«Non ti piace?» le domando, non capendo.

Lei si affretta a scuotere la testa.

«Mi piace un sacco.» ammette.

Sorrido, capendo di non aver sbagliato nulla, per ora.

«Che cosa devi darmi?» mi domanda poi, in seguito.

«Seguimi.» le dico, camminando e rientrando in casa.

«Chiudi gli occhi ed aspettami qui.» le dico, accertandomi poi che li abbia chiusi realmente.

Corro velocemente in camera mia e prendo il peluche a forma di panda che ho acquistato qualche giorno fa.

Spero possa piacerle.

Torno giù e la vedo con un occhio semi-aperto.

«Hey furbetta, ti ho visto!» esclamo, facendola scoppiare a ridere.

Mi avvicino a lei e le passo il peluche, che stringe a se.

«Grazie mille, è bellissimo.» mi ringrazia, avvicinandosi a me e lasciandomi un bacio su una guancia.

Ho già detto che è terribilmente dolce?

«Di niente, piccolina. Glielo diamo un nome?» le chiedo, riferendomi al peluche.

Lei annuisce.

«Mh.. potremmo chiamarlo Penny.» mi risponde, dopo qualche secondo di riflessione.

«Sì, vada per Penny.» le dico.

Guardo come al solito il mio orologio e noto che l'ora di cena non sia poi così lontana.

«Ti va di guardare i cartoni con Penny mentre preparo la cena?» le chiedo e lei accetta.

Si siede sul divano ed io accendo la televisione.

«Hai mai visto Inside out?» le domando, ed Abigail scuote la testa in segno di negazione.

Così lo metto e faccio partire il film, alzando leggermente il volume.

Dato che lei ora è occupata ne approfitto per andare in cucina a preparare la cena.

Vado sul sicuro prendendo la pizza margherita dal congelatore ed accendendo il forno.

Quando è calda la tiro fuori e la taglio, mettendola al centro della tavola.

Ritorno in salotto e lo sguardo di Abigail è completamente rapito dal cartone.

Le tocco una spalla e lei si gira verso di me.

«È pronta la cena, lo dopo finiamo di guardarlo insieme, okay?» le chiedo, riferendomi al film e lei annuisce.

Ci sediamo a tavola l'uno di fronte all'altra.

«Ti metto due pezzi di pizza nel piatto, dopo se ne vuoi ancora basta che me lo dici e te la do'.» le dico.

«Grazie.» mi risponde, per poi iniziare a mangiare.

Riempio anche il mio piatto e ceno insieme a lei.

𝑰 𝒏𝒆𝒆𝒅 𝒚𝒐𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora