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megan's pov

2 mesi dopo.

In questi ultimi due mesi le cose non sono cambiate molto.

Jackson e Valentine sono ancora fidanzati, e mentirei se dicessi che non li invidio.

Fa male vederli ogni singolo giorno, così uniti e felici, a vivere la loro vita di coppia.

Mi fa sentire ancora più sola di quanto già lo sia.

In quest'ultimo periodo sto osservando particolarmente Jackson e i suoi comportamenti, soprattutto nei confronti di Abigail.

Non riesco a stare tranquilla, ho paura che ciò che ho dovuto subire da piccola accada anche a quest'esserino che porto in pancia.

Jackson è un padre meraviglioso, ma io ho troppe paure ed insicurezze per vivere la gravidanza serenamente.

Lui è distante da me, troppo distante.

Non ha neanche mai messo un orecchio o una mano sul mio ventre per sentire il suo cuore che batte o per sentirlo scalciare.

Valentine ne fa di ogni pur di non farlo avvicinare a me, è gelosa, ha paura che io glielo porti via.

Anche se provassi qualcosa nei suoi confronti, lo terrei nascosto.

Non voglio essere ferita, non di nuovo.

Non sono abituata ad esternare i miei sentimenti.

Non penso che l'amore faccia per me, in vent'anni di vita credo di non averne mai ricevuto.

Tra meno di un ora andrò a fare l'ecografia, nella quale scoprirò il sesso del mio bambino.

Per l'emozione ho passato la notte in bianco.

Jackson verrà con me, è la prima volta in cui andiamo insieme ad una visita che riguarda nostro figlio.

Non so cosa aspettarmi.

Abbasso lo sguardo sul mio ventre, sorridendo.

Ultimamente sta crescendo molto, la pancia è sempre più evidente.

Ad interrompermi dai miei pensieri è proprio lui.

«Andiamo?» mi domanda, venendo verso di me, con in mano le chiavi della macchina.

Io annuisco.

Così, dopo essere usciti di casa, andiamo in garage, ed entriamo nella sua auto.

Lui mette in moto e partiamo.

Abigail non è in casa, stanotte ha dormito a casa di Viola e Jackson l'andrà a prendere prima di cena.

Siamo da poco entrati nello studio, e stiamo attendendo che ci chiamino.

L'ansia mi sta divorando.

E Jackson non è di aiuto, dato che continua a fare avanti e indietro per tutto il corridoio.

«Allen.» quando sento il mio cognome, mi alzo in piedi, e seguita da Jackson entriamo nell'ambulatorio.

La dottoressa è una giovane ragazza.

Mi fa accomodare sul lettino, mentre mi spalma del gel sul ventre.

Jackson è accanto a me.

Alzo lo sguardo sul monitor e dopo pochi secondi compare su di esso una sagoma, la sagoma del mio bambino.

«Volete sapere il sesso?» ci domanda, e noi annuiamo contemporaneamente.

È arrivato il momento che attendo da mesi.

𝑰 𝒏𝒆𝒆𝒅 𝒖Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora