Capitolo 4

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Il vento tra i capelli, il vuoto allo stomaco... da quanto non sentivo questa magnifica sensazione.

L'ultima volta che l'ho provata era quando ero bambina

Avevo 9 anni ed era la mia prima lezione di volo SERIA. Accanto a me c'era il mio maestro. Mi stava reggendo sotto la pancia e mi aiutava a volare e a sfruttare le correnti d'aria. Ricordo ancora la fiducia che riponevo nel mio maestro tanto da permettermi di distrarmi e guardare quel bellissimo panorama. Il sole di mezzogiorno faceva risplendere il lago sotto di me tanto da farlo sembrare pieno di piccole lucine, intorno ad esso, sul prato si stendeva un tappeto formato da una moltitudine di fiori colorati, ce ne erano si svariati e andavano dal viola scuro degli iris al bianco delle semplici ma bellissime margherite.  L'enorme pianura si estendeva per centinaia di metri, da dove poi iniziava ad apparire qualche albero, per poi arrivare al folto bosco. Era bellissimo.

Adesso quel lago è stato rovinato...al posto del lago limpido e cristallino ora c'è un lago pieno di sporcizia, rovinato anche dalle barche che ogni giorno senza sosta lo attraversano per pescare oltre che dalla presenza dell'uomo. A volte mi chiedo come Dio abbia potuto creare una creatura così...avrebbero dovuto essere a sua immagine e somiglianza...

Appena sorpassato il lago percorro ancora un po' di strada e inizio a planare sulla foresta, dopo qualche minuto poggiai i piedi per terra e controllai le coordinate. Ero vicina. Decisi di proseguire a piedi.

Percorsi la strada per qualche minuto sotto gli alberi che facevano con la luce un gioco di ombre sul mio viso e arrivai nel punto prestabilito. Era una grotta coperta da frasche naturali che era quasi invisibile, solo un occhio attento avrebbe potuto notarla. Mi guardai intorno e ascoltai... non c'era nessuno a parte gli animali del bosco, così entrai.

L'entrata portava ad una semplice, piccolissima grotta che poteva definirsi quasi un buco, ma io sapevo che non era così. Iniziai a tastare le pareti e la trovai... una piccola insenatura tra le rocce e pronunciai la frase che mi avrebbe permesso l'accesso alla VERA dimora di Imael. -Pulvis et umbra sumus-. Iniziarono a spostarsi alcune rocce in modo che si aprisse un piccolo varco che pian piano scendeva sotto terra, iniziai ad entrarci e dovetti procedere lentamente perché non si vedeva un palmo dal naso...però arrivando sempre più in fondo l'oscurità lasciava spazio ad un timido bagliore tremolante. Arrivata alla fine del varco mi ritrovai in un'ampia sala. Era magnifica. Sembrava un'enorme biblioteca antica poiché la maggior parte dell'enorme sala era occupata da scaffali pieni zeppi di volumi e pergamene antiche, probabilmente riguardanti arti mediche o altre cose riguardanti le anime. Attaccate ai muri vi erano delle fiaccole, ed ecco spiegata la luce tremolante. Al centro della sala invece c'era una teca che conteneva tra le piante più fantastiche che io abbia mai visto, probabilmente servivano ad Imael per i suoi studi. Nonostante la bellezza di quelle piante, il mio occhio fu catturato dalla magnificenza che si ergeva in tutta la sua potenza infondo alla sala. Il Cancello delle Anime.

Angelo...vieni da noi...liberaci...

Quelle voci...mi tentavano, ma resistetti perché sapevo che varcare in cancello mi avrebbe causato sofferenze sia fisiche che mentali. Una voce mi riscosse.

-Angelo peccatore! Benvenuta nella mia umile dimora- si protrasse Imael in un inchino.

-Grazie. Ma per favore, chiamami con il mio nome, Isafiel-

-D'accordo, Isafiel, scommetto che sei venuta qui per prenderti il tuo compagno di missione- disse con un sorriso - Vieni avanti Samuel-

Da dietro uno scaffale spuntò un ragazzo biondo dagli occhi color cenere, mi guardava con un sorriso che coinvolgeva anche gli occhi. -Ciao- mi disse.

L'angelo peccatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora