Il collo mi bruciava ancora là dove Juvia aveva strappato la collana. Mi stesi sul letto a pancia in su e osservai il soffitto con lo sguardo perso.Cosa faccio ora? La mia unica speranza si è volatilizzata. E' scomparsa come sabbia tra le mie dita.
Osservai il soffitto e non riuscendo a trovare pace anche grazie a quegli orripilanti affreschi mi voltai a pancia sotto e nascosi la testa sotto il cuscino. Senza neanche accorgermene mi addormentai.
Mi svegliò un suono fastidioso.
-Ma cosa?- mi voltai e vidi che era la sveglia.
COSA? Non è possibile....ho...saltato la cena. E se avessi mancato di rispetto?
Le più grandi paure si insinuarono nella mia mente quando a spazzarle via fu un bussare insistente alla porta.
-A...avanti-
La porta si aprì con un lento cigolio e dallo spiraglio sbucò una folta testa nera con il solito ciuffo argenteo.
-Asmodeo-
Lui entrò del tutto nella stanza e chiuse la porta.
-Non sei ancora pronta?- chiese con voce ferma ma allo stesso tempo calma e quasi gentile.
-No...la sveglia è appena suonata, dammi un minuto e...-
-Mi dispiace- mi interruppe.
Ci misi qualche secondo a realizzare quanto aveva appena detto.
-Cosa?- dissi con voce flebile.
-Mi dispiace- ripetè lui.
-Per cosa?-
-Per tutto-
Mi misi seduta per bene sul letto e lo guardai dritto negli occhi.
-Un demone non chiede mai scusa-
-Chi ti dice che io sia un demone?-
Ma cosa sta dicendo?
Prima che potessi aprir bocca per parlare lui mi prese per un braccio e disse -Forza muoviti o faremo tardi-
Mi trascinò fuori dalla stanza di corsa e così ci incamminammo per i tetri corridoi. Ogni mio tentativo di riaprire l'argomento fallì perché da lui non ricevetti altro che silenzio.
Arrivati fuori nel solito campo iniziai a pensare.
Conosco la strada da qui al lago e dal lago posso arrivare facilmente in Paradiso...se solo trovassi l'occasione...
Mentre ero rinchiusa tra i miei pensieri Asmodeo si girò verso di me e mi alzò il mento portando il mio sguardo su di lui.
Sorrideva.
Rimasi senza fiato a guardare quei meravigliosi occhi screziati d'oro e quello splendido sorriso.
-E' tre volte che ti faccio la stessa domanda e tu mi rispondi con un grugnito. Sei buffa a volte. Si può sapere se era un sì o un no?-
-Eh?-
-Non mi stavi ascoltando vero?- abbassò la sua mano e il suo sorriso si allargò ma lo nascosa abbassando il viso. -Ti ho chiesto se ti va di andare alle cascate-
I miei occhi si illuminarono. -DAVVERO? MI CI PORTERESTI?-
-Si certo ma tu cerca di non sfondarmi le orecchie grazie. Non c'è bisogno di urlare-
Ci mettemmo a ridere e poi ci alzammo in volo.
Dimenticai del tutto il ragionamento che stavo facendo prima che mi parlasse.
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L'angelo peccatore
ParanormalIsafiel è una ragazza di 17 anni. Una ragazza un po' speciale...bhe, dopotutto lei è un angelo. Isafiel vive in Paradiso assieme a molti altri angeli, la quiete regna in quel posto. Ma un giorno la pace nel suo animo sarà rotta dall'entrata di un d...