Capitolo 23

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Non ci potevo credere, ero a casa. I cancelli si aprirono davanti a me inondandomi della loro maestosa luce. Volammo fino all'interno e poi atterrammo sul soffice lastricato che copriva le candide e soffici nuvole color dell'argento. Appena poggiai i piedi a terra sentii subito il cambiamento, la fresca aria che mi passava tra i capelli era così benevola, molto meglio di quella appiccicosa e bollente che si respirava all'Inferno, il mio corpo sembrò risanarsi e dimenticare tutte le brutte esperienze. Iniziai a piangere di gioia. Ero a casa.

-Oh Isafiel- Nithael mi abbracciò in modo da nascondere il mio viso pieno di lacrime agli altri -Adesso sei a casa, non devi più preoccuparti, ci siamo noi a proteggerti e non ti lasceremo più andare via- la sua mano accarezzava teneramente la mia testa e così calmai il mio pianto. Lo abbracciai a mia volta e lo ringraziai per quelle parole e per tutto quello che aveva fatto.

-Adesso andiamo, sarai stanca e di certo la prima cosa che vorrai fare non sarà di certo rispondere alle migliaia di domande che ti porranno, per quelle ci sarà tempo. Andiamo- mi spinse delicatamente dalla schiena e così ci allontanammo dai cancelli salutando e ringraziando gli altri diretti verso casa sua. Non saremmo passati per la strada principale o qualcuno ci avrebbe visto e costretto a fare rapporto, così passammo per i vari vicolini stretti che producevano le case e nel giro di pochi minuti arrivammo davanti alla sua dimora. Una modesta casina si parava di fronte a noi, più o meno uguale a tutte le altre. Lui aprì la porta e con un gesto della mano mi invitò ad entrare.

-Spero che ti troverai bene, scusami se non ti lascio andare a casa tua ma lì ti troveranno e ti sottoporranno ad un interrogatorio e non voglio che ti procurino altro stress, quindi voglio che tu riposi qui, forse non ti verranno a cercare a casa mia. Spero-

Entrai in casa sua e mi sedetti sul soffice divano sdraiandomi.

-Dormi e fai bei sogni, domani sarà una lunga giornata-

Feci come aveva detto e chiusi gli occhi rilassandomi finalmente dopo un tempo che mi era parso infinito.

Non feci nessun sogno, e di questo ne fui grata, solo una leggera nebbiolina governava i miei pensieri e oltre quella non vedevo nulla. La pace regnava nel mio dolce sogno.

Mi svegliai con la dolce luce che inondava i miei occhi, quanto mi era mancata.... Mi alzai lentamente mettendomi seduta e stropicciandomi gli occhi, avevo dormito davvero bene. Appena li riaprii mi trovai davanti un Nithael tutto sorridente.

-Ben svegliata- mi sorrise.

Gli sorrisi a mia volta -Grazie-

Lui si girò e prese dal tavolo degli abiti per poi porgermeli.

-Ho trovato dei vestiti di mia madre, penso che possano andarti bene, non penso che quelli siano molto adatti per stare qui- sbuffò una risata.

-Sì, lo penso anch'io- dissi ridendo leggermente.

-Se vuoi farti una bella doccia il bagno è quello- disse indicandomi una porta alla destra del divano.

-Grazie, vado subito-

Presi i vestiti che mi stava porgendo e mi precipitai in bagno. Mi spogliai e mi misi sotto il getto gelido della doccia togliendomi finalmente il sudicio accumulatosi dopo tutto quel tempo. Una volta uscita mi asciugai e presi gli abiti che mi aveva dato Nithael. Una bellissima maglia color del cielo con degli strascichi trasparenti sulle spalline era accompagnata da pantaloni indaco stretti in vita e poi completamente larghi fino a raggiungere le caviglie. Li indossai e poi mi misi le comode scarpe che trovai in bagno, mi stava tutto alla perfezione, era la mia misura. Mi sistemai i capelli in morbide ciocche ondulate che ricadevano sopra il petto e mi preparai per uscire. Aprii la porta del bagno e con un sorriso chiesi -Come sto?-

Ma il mio sorriso si affievolì -Buongiorno Michele-

Lui aveva lo sguardo severo ma nonostante tutto chinò la testa in segno di saluto.

-Buongiorno a te Isafiel-

Abbassai la testa imbarazzata, non era comune che una ragazza dormisse nella stessa casa di un ragazzo che non fosse il suo compagno. Inoltre la abbassai anche per timore, la prima cosa che avrei dovuto fare era andare alla reggia dei Serafini per raccontare l'accaduto, invece avevo trasgredito le regole e me n'ero infischiata pensando al mio bene e andando a rilassarmi a casa di Nithael. Ma la cosa che mi preoccupava maggiormente era che avevo messo nei guai anche lui.

-Lo sai vero perché sono qui?- chiese sapendo bene la risposta.

-Sì- risposi con voce flebile.

-Seguitemi allora-

Lo seguimmo in un volo silenzioso fino ad arrivare alla Sacra Sala dove si trovava Gabriele in compagnia di molti altri Serafini. Un silenzio innaturale regnava nella sala, un silenzio che poi fu spezzato dalle parole del grande Serafino -Mettetevi pure comodi, avete molto da raccontarci-

E fu così che iniziò il più grande interrogatorio che mi fosse mai stato fatto, raccontai tutto quello che mi era successo fino al mio ritrovamento, naturalmente evitando vari particolari tra cui il mio addestramento e Asmodeo, e mi scusai anche per il comportamento disdicevole che avevo dimostrato. Poi toccò a Nithael raccontare della sua spedizione e infine anche lui si scusò. Fummo perdonati per fortuna e poi mi fu posta la fatidica domanda che mi aspettavo -Isafiel. Sapresti dirci l'entrata dell'Inferno?-

Sospirai e risposi sinceramente -No, non saprei dirvelo-

Loro annuirono anche se ovviamente non contenti della risposta e ci lasciarono andare dopo vari convenevoli. Io e Nithael ci trovammo all'aria aperta tra i bellissimi giardini della piazza, ci sedemmo sopra i rami di un albero e ci beammo della luce che ci scaldava lievemente. Restammo così, in silenzio e ad occhi chiusi ad ascoltare i sussurri del vento. Poi la mia attenzione fu catturata da delle voci che bisbigliavano e che pronunciavano il mio nome, aprii gli occhi e cercai la loro provenienza; un gruppo di angeli mi stava guardando e poi quando videro che li osservavo curiosa si voltarono e proseguirono per la loro strada.

-Non ci fare caso Isafiel, la notizia ha girato parecchio qui e vedere che sei tornata da quell'orrendo posto è quasi innaturale. Inoltre molti sarebbero curiosi di sapere cosa hai visto in quel buco di demoni-

-Già, probabilmente sarei curiosa anch'io- affermai mentre vidi delle truppe tornare da una spedizione.

-Quelle truppe erano state inviate per cercarti- mi spiegò Nithael.

Mi voltai stupita.

-Davvero? Si sono mossi in così tanti per cercarmi? E' incredibile....-

Lui sorrise teneramente ma gli occhi avevano un velo di tristezza. Stemmo così per tutto il tempo, parlando di cose stupide come ai vecchi tempi, fino a che non arrivò sera. Così ci salutammo con un abbraccio e ci dirigemmo ognuno a casa propria.

Passeggiai lentamente fino ad arrivare davanti alla mia dolce e tanto amata casetta bianca. Entrai e trovai tutto come avevo lasciato l'ultima volta. Sorrisi e mi distesi sul letto a pancia all'insù fissando il soffitto. Mi addormentai dopo poco ma questa volta i miei non furono sogni ma incubi, incubi pieni di urla e grida strazianti capeggiati da degli occhi con un colore che per me era diventato speciale.

SPAZIO AUTRICE:

Lo so, scusatemi per il ritardo ma a quanto pare i professori si divertono a fissare verifiche e interrogazioni tutti in una settimana. Spero di poter aggiornare il più in fretta possibile e di non fare certi ritardi. Noi ci vediamo al prossimo capitolo (se sopravvivo ai compiti) ciaooooo!!

L'angelo peccatoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora