Vi presentiamo Giselle Rose Moretti, un'assassina conosciuta come
"L'assassino" e una combattente di strada conosciuta come "l'angelo del diavolo".
È stata rapita all'età di cinque anni, torturata e addestrata per essere una macchina per uccidere as...
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
~Giselle Rose Moretti~
Sono entrato in una stanza che segue un ufficio e sono stato accolto da sei paia di occhi che corrispondevano ai miei. Ero entusiasta di vedere tutti dopo tanti anni, ma non posso dimostrarlo perché ancora non posso perdonarli. Mio "padre" si è presentato, ma nessuno degli altri lo ha fatto.
Mi stavano guardando, e quando ho annuito a mio padre, ho fatto un respiro profondo e mi sono presentato. "Ciao, mi chiamo Giselle Rose e presumo che tu lo sappia." Qualcosa gli balenò negli occhi...ferito?...cosa?...no, ma tirò fuori rapidamente un piccolo sorriso.
Siamo usciti e ho notato Bran uscire anche con i suoi genitori. Stavo per incontrarlo, ma la voce di papà ha gridato, wow lo sta già chiamando papà eh non che lo chiamerò in realtà "Dove stai andando, Bambina?" "Indico crusca e i suoi genitori. Stava per dire qualcosa quando è stato interrotto da un'altra voce.
"Perché?! Chi è?!" Era uno dei gemelli a cui non conosco ancora il nome.
Ho tirato un po' indietro sul suo tono, ma speravo che nessuno se ne accorgesse. Ero già irritata e scattato nel mio solito tono freddo. "È il mio migliore amico, e va anche con i suoi genitori, dirò addio anche se non sono affari tuoi e ho la mia macchina, vi seguirò ragazzi".
Ho colto l'occasione del cenno del papà e sono andato da Bran. "BRAN", si voltò e mi vide, e si avvicinò a me, i suoi genitori vicini.
"Ehi, stai bene?" Abbiamo chiesto, e lui ha riso, e io ho solo ridacchiato. Ho mentito e ho detto: "Sto bene". "tu?" "Onestamente non lo so, mi sento sopraffatta. Penso che dobbiamo parlare e non ho altra scelta che andare con loro." dice abbracciandomi strettamente.
"Ti chiamo, penso che sarò qui ancora per qualche giorno ora che ho incontrato la mia "famiglia". »
L'ho abbracciato e ho salutato il signor e la signora González prima di tornare alla mia auto e incontrarli dove mi stavano aspettando. Sono stata contenta della loro finta sorpresa nel vedere la mia auto. Questo è solo l'inizio che ho pensato, mentre andavamo a casa loro.
~.... ~
Circa mezz'ora abbiamo raggiunto una villa e potrei dire che era una villa fottutamente bella e la più grande che abbia mai visto.
Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.
