Capitolo 12

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Mi sveglio e guardo l'ora.
Sbarro gli occhi appena vedo che erano quasi le undici.
Balzo fuori dal letto e, indossando solo una felpa sopra il pigiama, esco di corsa senza nemmeno fare colazione.
Scendo le scale in fretta, facendo rumore con i tacchi.

Non avevo bene idea di come fossi conciata, ma in realtà non volevo saperlo.

Sulle strade libere, spingo l'acceleratore più che posso e ignoro diversi semafori rossi.
Mentre stavo andando, vedo dei lampeggianti della polizia comparire sul mio specchietto.
Accosto e scendo dall'auto sbuffando.
"Documenti e patente per favore" mi ordina l'agente.
Io ubbidisco e gli passo ciò che chiedeva.
Dopo avermi osservata per bene, mi rida' i documenti e mi dice "Sa di aver superato il limite di velocità e di essere passata con diversi semafori rossi vero?"
Io annuisco e mi spiego agitata "M-ma sono in ritardo. Se vuole le posso anche dire dove lavoro, ero quasi arrivata"
"Non mi interessa che lavoro fa. Può anche essere un'attrice di fama mondiale, ma ha infranto le regole della strada. Quindi deve pagare" mi dice freddo il poliziotto
"Oh andiamo, la prego. Non vede come sono vestita? Sono letteralmente in pigiama e se arrivo pure in ritard-"
Ma l'uomo mi interrompe e alzando la voce dice "Senta, non mi interessa se arriverà in ritardo e in pigiama. Lei ora deve pagare la multa e ci faccia il piacere di stare in silenzio e salire sull'auto"
Io iniziavo a vedere tutto sfocato, ero stanchissima e continuavo a pensare agli ultimi avvenimenti abbastanza particolari.
Nella mia mente c'era solo lui.
Non riuscivo a torgliermelo dalla testa.

Torno in me quando mi rendo conto che il poliziotto mi stava prendendo per il braccio per portarmi sulla loro auto.
"Ei! Lasciami!" esclamo cercando di libermi dalla sua presa.
Ma il poliziotto non mi molla e, anzi, rafforza ancora di più la presa.
"Signorina! Deve venire con noi! Sta solo peggiorando le cose!" esclama arrabbiato l'agente.
"Mi lasci andare! Mi sta facendo male!" urlo io.

Vista da fuori, ero abbastanza imbarazzante.
Ero in pigiama, non ero truccata e pettinata e mi stavo dimenando tra le braccia di un poliziotto.
Non mi ricordavo quanto avessi bevuto il giorno prima, credo la dose necessaria per dimenticare l'accaduto.

Una macchina accosta e vedo scendere un viso familiare, ma non riesco ad identificarlo.
Vedo che i due agenti rimangono un po' spiazzati alla vista della persona scesa dall'auto.
"Ei! Cosa le state facendo?!" esclama il ragazzo.
Appena si avvicina, riesco a riconoscerlo.
"Lui lo conosco! È un mio amico!" esclamo, sempre trattenuta dal poliziotto.
"Signor Mbappè, conosce questa ragazza?" chiede l'altro agente.
"Sì, è la giornalista del Paris Saint-Germain, nonchè mia amica" risponde il calciatore.
I due poliziotti si guardando perplessi e finalmente mi lasciano.
"Ah, ehm..." farfuglia uno dei due.
"Cosa ha fatto?" chiede Kylian, avvicinandosi a me, che mi stavo guardando il braccio dolorante.
"La signorina ha superato i limiti di velocità ed è passata con diversi semafori rossi" spiega il poliziotto, facendo segno al suo collega di scrivere sul momento la multa.
"Oh, va bene...e per quale motivo la stavate strattonando cosí?" chiede corrugando le sopracciglia il calciatore, guardando anche il lui il segno sul mio braccio destro.
"Si rifiutava di salire in auto, volevamo semplicemente portarla in caserma per verificare la sua identità e farle pagare la multa. Era un po' confusa, non so se sta molto bene..." risponde il poliziotto, diventando pacifico.
"Stronzate! Mi stava facendo male e non mi ha lasciata!" esclamo io arrabbiata.
Kylian mi mette un braccio davanti e mi fa segno di stare calma.
"Senta agente, non c'è bisogno di portarla in caserma, la porto io con me. Mi lasci solo pagare la sua multa, grazie"
"D'accordo. Scusi per il disturbo" si scusa l'agente
"Non fa niente" ribatte Kylian.

Dopo aver sistemato tutto, i due agenti chiedono al calciatore "Scusa, possiamo fare una foto?"
Kylian accetta e, dopo avergli fatto la foto, i due salutano l'attaccante ripetendogli quanto fosse forte e un idolo per tutti.
Io guardavo questa scena abbastanza disgustata.

Salgo nel Range Rover di Kylian e resto in silenzio finchè non partiamo.
"Non ho parole. La foto? Stiamo scherzando?! Dopo quello che è successo?" esclamo io indignata.
Ma il calciatore non sembra reagire.
"Camila, mi puoi dire cosa è successo?" mi chiede serio Kylian.
Io guardo in basso e guardandomi le unghie colorate, dico quasi sussurrando "Sai cosa è successo"
"No, non lo so. Hai preso una multa, ok. Ma come sei messa? Sembri appena alzata dal letto"
Io lo guardo e lui capisce al volo.
"Aspetta, hai veramente il pigiama addosso?" mi chiede sorpreso Kylian.
"Ehmmmm...sì"
"Non credo che sia stato solo un problema della sveglia...hai bevuto?"
"Giusto il necessario per dimentacare la figura di merda che ho fatto ieri" rispondo sorridendo.
"Camila! Perchè? Sai che puoi parlare con me!" esclama Kylian arrabbiato e, allo stesso tempo, dispiaciuto.
"E l'ho fatto! Ti ho detto l'unico segreto che ho! Ti ho detto che sono follemente innamorata di Neymar! Non ho altro da dire!" ribatto io urlando.
Lui mi guarda e poi il suo sguardo torna lentamente verso la strada.
"Scusa" sussurro.
"Tranquilla, è tutto a posto. Non ti devi scusare per qualcosa che non puoi decidere...i tuoi sentimenti"
"Ah ma allora sei un romantico eh?" scherzo io.
"Cosa? No! Anche se quando ero piccolo mi piaceva scrivere poesie..." confessa ridendo Kylian.
"Serio?! Allora ne dovrai scrivere una per me...giusto?" gli dico io, lanciandogli uno sguardo da "fallo o sei morto"
"E va bene, solo perchè ti voglio bene" cede il calciatore sorridendo.

Arriviamo al centro e io decido di scendere prima che lui vada al parcheggio.
"Che scusa uso per il ritardo?" gli chiedo prima di chiudere la portiera.
"Che ti sei sentita male, fidati che funzionerà" mi consiglia Kylian, facendomi l'occhiolino.
Io lo abbraccio e lo ringrazio.
Chiudo la portiera e lo vedo sparire nel parcheggio sotterraneo.
Mi giro e trovo Neymar a qualche metro da me, che stava guardando me e Kylian abbastanza male.
Io lo guardo a mia volta e sorrido.

"Che ci fai qui fuori?" gli chiedo, una volta averlo raggiunto.
"Facevo una passeggiata...cosa stai facendo tu qui a quest'ora?" mi chiede il calciatore.
"Oh, sono in ritardo. Non mi sono sentita molto bene" invento io.
"Ah, mi dispiace"
Vedo che il suo sguardo si posa sul mio braccio rosso.
Me lo prende delicatamente e mi chiede preoccupato "Che cosa ti sei fatta?"
"Niente, ho preso una botta sul tavolo di casa..." invento io l'ennesima bugia.
Dopo avermi osservata da testa a piedi mi chiede "Sicura di stare bene?"
"Certo, mai stata meglio" rispondo io sorridendo.
Lo supero e cammino verso l'entrata, ma sentivo il suo sguardo ancora su di me.
"Camila" mi chiama Neymar, facendomi girare.
"Sì?"
"Stai andando alla grande"
"Di cosa stai parlando scusa?" chiedo confusa, tornando da lui.
"Con Kylian. Formate una bella coppia"

Le sue parole mi lasciano di stucco.
Sapeva che eravamo solo amici.
Mi provocava sempre e io diventavo rossa come un peperone appena mi rivolgeva la parola.
Perchè dirmi questo?

Io scoppio in una risata piuttosto nervosa.
"Lo sai pure te che siamo solo amici"
"Certo certo" mi stuzzica il brasiliano.
"Non c'è niente tra di noi e lo sai, perchè Kylian è tuo amico" ribatto io parlando con le labbra quasi serrate.
"Esatto. So quando un mio amico è cotto di qualcuno" continua Neymar, mantenendo quel sorrisetto provocatorio.
"Smettila" gli dico fulminandolo con lo sguardo.
Lui mi sorride e si avvicina sempre di più a me.
C'erano pochi centimetri tra di noi e io riuscivo a sentire il suo profumo costoso.
Ci guardiamo intensamente e lui mi sussurra "Sai che quando si tratta di te, non smetterò mai"
Le sue parole delicate mi provocano mille brividi sulle schiena e sul resto del corpo.
Le mie labbra si ammorbidiscono lentamente dalla smorfia arrabbiata che avevano preso e vedo che lui fa lo stesso.
Le nostre labbra si stavano avvicinando sempre di più quando sento qualcuno chiamare Neymar.
Io mi tiro indietro subito, imbarazzata come mai.
Il calciatore si gira di scatto e dopo aver visto che era il suo compagno di squadra Sergio Ramos ad averlo chiamato, gli fa cenno di aspettarlo che sarebbe arrivato subito.
Gira la testa verso di me e facendomi l'occhiolino mi dice "Abbiamo una questione in sospeso"
Io arrossisco e sorrido, poi avvicinandomi a lui gli sussurro "Non credo proprio"
Mentre stavo andando dentro, lui mi afferra per il polso e mi dice "Mi piacciono le ragazze difficili. Tu sei decisamente una di loro e in più sei così bella quando arrossisci, quindi sappi che non mi arrenderò"
"Non ne dubito" gli dico, e soddisfatta cammino verso l'entrata.
Supero Sergio Ramos, che mi guarda stranito e io dico ridendo "E sì, sono in pigiama"

Avevo fatto la cosa giusta.
Non smetterò mai di ringraziare Sergio per aver interrotto qualcosa che sarebbe potuto diventare pericoloso.
Sapevo di essere innamorata, ma mentre alcune volte pensavo che fosse veramente il ragazzo giusto per me, altre capivo che non dovevo cadere ai suoi piedi.
Tuttavia, quel giorno e i seguenti, mi sono immaginata come sarebbe potuto essere quel bacio.

BLESSED || Neymar JrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora