Capitolo 20

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La sera era calata su Parigi e lo stadio della capitale era ancora più magico.
La luce dei riflettori illuminava le gocce di pioggia, che non avevano la minima intenziona di fermarsi.

Il pullman della squadra non era ancora arrivato e i giocatori avrebbero dovuto trovarsi in campo ad allenarsi pochi minuti dopo.
Eravamo tutti preoccupati ma per fortuna, vediamo i fari bianchi comparire tra la pioggia.
I calciatori scendono uno ad uno e vengono assaliti da giornalista e fotografi.
Neymar era l'ultimo a scendere e prima di entrare nello stadio, si avvicina ad una bella ragazza bionda, che era dietro al "nastro di sicurezza".
Il brasiliano le dice qualcosa nell'orecchio e le fa l'occhiolino, guardandola dall'alto al basso.
La bionda ride e diventa tutta rossa, giocherellando con i capelli lunghi.
Io osservo tutta la scena e mi stava salendo l'istinto omicida, sia verso Neymar che verso la ragazza.
Decido di fare una corsetta, in mezzo alle telecamere, per raggiungere il calciatore.
La bionda non si era allontana da quel posto e continuava a fissare il brasiliano, mordendosi il labbro inferiore.
"Cosa pensi di fare?" sussurro a Neymar, una volta averlo raggiunto.
"Vincere la partita e tornare a casa dalla ricompensa che mi spetta" risponde lui, continuando a guardare avanti.
"Vuoi seriamente portati quella biondina a letto?" gli chiedo alzando un sopracciglio.
"Forse. Non è di sicuro un 10 come te, ma si colloca tra l'8 e 9" risponde lui, facendomi arrossire.
"Cosa mi fa essere un 10?" chiedo io curiosa.
"I tuoi occhi, la tua voce, il tuo carattere di merda, il tuo fis-"
"Fermati ti prego! Perchè te l'ho chiesto...ew" lo fermo io, facendo una smorfia.
Lui ridacchia e io lo colpisco sul braccio, si gira verso di me e ci guardiamo negli occhi per 3 secondi buoni.

Avevo una famiglia intera di farfalle che mi svolazzano nello stomaco e volevano disperatamente uscire.
Le mie braccia vengono percorse da brividi intensi e per poco non svengo.
Dopo essere tornata in me, distolgo immediatamente lo sguardo e non dico niente.
Vedo con la coda dell'occhio che Neymar stava ridendo sotto i baffi ma decido di restare in silenzio.

"Vabbè è stato bello, come sempre, vederti. Ci vediamo" mi dice facendomi l'occhiolino.
"Non contarci troppo" ribatto io mentre salivo le scale verso il campo.
Lo sento ridere e sorrido tra me e me.

Appena sento delle gocce sulla testa, apro l'ombrello e mi butto sotto al diluvio.
In due secondi, mi ritrovo con l'orlo dei pantaloni e gli stivali zuppi.
Corro, facendo attenzione a non scivolare, verso la panchina del Paris.
Saluto diversi calciatori e raggiungo la postazione telecamere, dove c'era Philippe ad aspettarmi.

Dopo aver cercato di dire qualcosa di sensato sotto la pioggia, vado in tribuna.
"Finalmente!" esclamo appena mi siedo sull'asciutto.
"Già" sento alla mia sinistra, quindi mi giro e vedo la bionda che era fuori dallo stadio ad aspettare Neymar.
Sbarro gli occhi e, sforzando un sorriso, dico "Oh ciao! Ti ho visto fuori dallo stadio, io sono Camila"
"Jessica" si presenta stringendomi la mano.
Noto che aveva delle unghie perfette e diversi anelli con pietre preziosi sulle lunghe e magre dita.
"Sei un'amica di Neymar?" mi chiede lei.
"Non proprio. Lavoro per la squadra...sono una reporter. Diciamo che lo conosco piuttosto bene" rispondo guardando in alto.
"Ah perfetto! Allora posso chiederti un consiglio?"
"Ehm...credo di sì"
"Secondo te stasera mi porta a letto?"
Io rimango abbastanza spiazzata dalla sua domanda e sbarro gli occhi, guardando tutto tranne la ragazza.
D'improvviso mi viene in mente un idea, abbastanza cattiva ma non me sarei per niente pentita.
"Non saprei...sai, non sembra, ma lui non si porta a letto una ragazza già dalla prima sera. Anzi, lo fa dopo molto tempo..." le dico, guardando la sua felicità sparire in un attimo.
"Davvero?!" esclama delusa.
"Sì...mi spiace" rispondo alzando le spalle.
"Vabbè, mi butterò su Mbappè" dice come se niente fosse.
Io mi giro a guardarla incredula, pensando che stesse scherzando ma lei sembrava seria.
Quindi torno a guardare la partita e ignoro la ragazza per tutto il tempo.

Il psg aveva portato un altra vittoria in casa e i tifosi stavano festeggiando scatenati, nonostante la pioggia.
Dopo il fischio finale, scendo in campo, dove trovo il mio collega con il microfono in mano.
Me ne porge uno e io lo afferro, bagnandolo leggermente.
Mentre Philippe parlava io ero persa nei pensieri: lui.
Nella mia mente c'era solo lui.
Per tutta la partita guardavo solo lui e qualche volta i nostri sguardi si incrociavano.
Quando succedeva, sentivo le farfalle nello stomaco e le guance bruciare.

Dopo le interviste, con "l'uomo partita" Hakimi, scendo nel tunnel per andare a recuperare le mie cose, che avevo depositato nel mio camerino.
Mi cambio velocemente i pantaloni e i calzini, che si erano completamente infradiciati.
Esco dal camerino, chiudo a chiave la porta e vado con calma verso l'uscita.
Ma, a pochi passi dalla porta, mi trovo davanti una scena inaspettata e, anche,  disgustosa.
Neymar e la bionda si stavano baciando appassionatamente, bloccando l'uscita, e io mi pianto davanti a questa scena.
Il calciatore si accorge della mia presenza e si stacca dalla ragazza, che imbronciata mette le mani sui fianchi.
Ci guardiamo negli occhi per dei secondi infiniti.
Io facevo fatica a trattenere le lacrime e dal mio sguardo si poteva capire la profonda delusione che provavo, mentre nel suo vedevo rimorsi.
Abbasso lo sguardo, li supero ed esco spedita verso il parcheggio, asciugandomi qualche lacrima.

Lo sento chiamarmi ma io continuo per la mia strada, senza voltarmi.
La pioggia mi schiaccia i capelli ricci e fa aderire i vestiti al mio corpo.
Sento la sua mano toccarmi la spalla, quindi mi fermo e mi giro.
Il trucco si stava sciogliendo e mi sentivo gli occhi sempre più pesanti.

"Camila, lascia che ti spieghi..." cerca di giustificare Neymar.
"No. Mi hai spiegato fin troppe volta, sono stufa" rispondo io arrabbiata.
"Ma non è come sembra..."
"Non è come sembra?! Ti sei scopato una donna diversa ogni sera e mi stai dicendo di non credere a quello che vedo?"
"No, non sto dicendo questo. Voglio dirti che mi dispiace, sono stato uno stupido"
"No, non sei stato uno stupido. Sei stato un egocentrico figlio di puttana, ecco cosa sei stato" esclamo io, alzando la testa e mostrando le mie lacrime.
Lui mi guarda senza dire niente e gli si umidiscono occhi.
"E ora non far finta di essere dispiaciuto. No. So che non lo sei e le tue scuse, le tue lacrime, non servono a niente. Quel che è fatto è fatto"
La mia voce si rompe alla fine della frase e sento mille lacrime rigarmi il viso.
La fitta pioggia ci impediva di vederci bene in faccia, ma si vedeva chiaramente il viso triste e corrucciato di Neymar.
Alza lo sguardo e, guardandomi dritta negli occhi, mi dice "Camila, ma perchè quella sera era vicino a casa mia?"

Sapevo benissimo a cosa si stava riferendo: quella notte in cui, io ubriaca, Neymar mi aveva salvata da un gruppo di malintenzionati.
Anche se ero brilla, mi ricordavo perfettamente cos'era successo.

Io gli rispondo abbassando lo sguardo "Ero in difficoltà. Avevo litigato con i miei amici, ero sola e mi rimanevi solo tu. Ma se non fossi stata ubriaca non sarei venuta...troppo orgoglio"
"Sicura?" ribatte il calciatore, cercando il mio sguardo.
"...no" rispondo io alzando il mento.

I nostri visi erano ad un paio di centimetri di distanza.
Senza pensarci due volte, mi butto sulle sue labbra.
Accorciamo le distanze tra i nostri due corpi e prolunghiamo il bacio per altri secondi preziosi.
La pioggia si intrommeteva nel nostro bacio ma a noi non interessava: finalmente era successo.

BLESSED || Neymar JrDove le storie prendono vita. Scoprilo ora