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Lui mi prende il mento e mi alza il capo mentre io continuo a piangere.

P:-Gio'...-

Lo guardo negli occhi e lo vedo per la prima volta preoccupato per me, per come mi sento e per cosa provo. È una delle rare volte in cui mi hanno visto piangere, sono sempre stato freddo con loro... Ho sempre nascosto i miei sentimenti a loro.

-scusa...-

Balbetto togliendo debolmente la sua mano dal mio mento.
Abbasso nuovamente il capo comprendo il viso con le mie mani.

P:-Hey... va tutto bene...-

Lui porta una sua mano fra i miei capelli per poi accarezzarmi.
Ma adesso, voglio solo piangere.
Vedo tutto sfocato, colori mischiati su altri colori, ombre su ombre. Mi guardo le mani che tremano mentre non riesco a smettere di piangere.
Mio padre mette una sua mano dietro la mia testa per poi portare il mio volto sul suo petto. Gli sto bagnando la maglietta ma lui sembra come se volesse che io rimanessi in questa posizione.

P:-adesso andiamo in camera e mi racconti tutto, ok?-

Mi dice dolcemente staccandosi da me.
Si alza e prende il comando della sedia a rotelle mentre io mi riporto a nascondere il viso fra le mani. Dopo un po' si ferma, mi prende il braccio e mi fa sedere sul bordo del mio letto. Si siede vicino a me.
Singhiozzo trattenendo le lacrime, cerco di non mostrarmi debole ma è tutto inutile.

P:-quindi... dai, dimmi un po'-

Respiro profondamente e fisso il pavimento mente i miei singhiozzi diminuiscono sempre di più.

-ecco... è stato un incidente, non posso dirti altro-

Dico provando ad alzarmi.
Lui mette un braccio davanti a me impedendomi di alzarmi anche se... Non posso a prescindere.

P:-è stato qualcuno? C'entra tua madre?-

-no... adesso voglio dormire-

Lui mi aiuta a sdraiarmi e mi dà la buona notte.

[...]

È da quasi una settimana che non vado a scuola e finalmente mio padre mi dà la buona notizia.
Lui è seduto sul divano mente io solo sulla mia sedia a rotelle.

P:-ti ho comprato queste... spero ti aiutino-

Mi mi mostra delle stampelle ed io annuisco leggermente. Si avvicina a me e mi aiuta a mettermi in piedi, mi porge le stampelle ed io le prendo.

Sto appoggiato a lui mentre provo a muovere le stampelle anche se le mie gambe sono ancora deboli.

P:-prova a fare un passo-

Io ci provo e con un po' di fatica ci riesco. Sempre tenendomi, continua ad aiutarmi facendomi avanzare in una direzione a caso. Sorrido leggermente.

-grazie papà-

Lo guardo e lui ricambia il sorriso. Vedo per la prima volta i suoi occhi color nocciola splendere, ne sono contento.

Dopo qualche giorno ci prendo la mano e riesco finalmente a camminare con le stampelle. Mio padre ha iniziato a darmi più attenzione, ma anche con il suo appoggio, ancora non riesco a riprendermi completamente.

Tengo ancora quel mio lato che mi dice ripetutamente di stare neutro e non fare capire a nessuno ciò che provo, e lo faccio, ormai ci ho preso l'abitudine.
Adesso sono seduto in camera mia sul letto che guardo le mie gambe tremare. Sento qualcuno bussare, sicuro è mio padre.

-è aperto-

Dico tranquillo, la porta si apre ed entra mio padre.

P:-lo so Gio' che non è il momento... ma te la senti domani di andare a scuola? Ho già il certificato e se mi dai la conferma, vado a riferirlo alla preside della tua scuola-

Annuisco senza pensarci due volte.

Cazzo, non voglio tornare a scuola ma devo... Non posso rinchiudermi qui dentro per sempre.

Incidenti sul percorso[1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora