Isabelle
Il mercoledì è il giorno della settimana che ho sempre odiato, è solamente un giorno in mezzo alla settimana, né troppo vicino al weekend né troppo lontano, l'unico aspetto positivo è il fatto che devo lavorare solo mezza giornata nell'agenzia immobiliare di famiglia; non che non mi piaccia lavorare con loro, gli voglio bene, ma mi piacerebbe aprire uno studio per consulenze sull'arredamento degli immobili a Parigi, la città più romantica che esista. La separazione dalle persone che abitano qui sarebbe il minore dei problemi, non ho molti legami oltre alla famiglia, sono sempre stata una persona tendente al solitario tranne quando mia sorella mi coinvolgeva nelle sue bravate, questo prima che quasi quattro anni fa, alla sola età di diciotto anni, fu coinvolta in un incidente in auto mentre stava venendo a prendermi al bar per tornare a casa. Se solo non fossi uscita a studiare tutto ciò non sarebbe successo, è inevitabile che lo pensi nonostante tutti mi dicano che non è colpa mia, la vedrò sempre così perché sono le nostre scelte che decidono la nostra vita, e quel giorno avevo deciso quella di Sophie. Una parte dei miei genitori quel giorno morì con lei, non erano più loro e proprio per quello non avevo intenzione di lasciarli soli, avevano bisogno di me, la loro unica figlia. Anche io però sono cambiata, mai più andata in quel bar, o in nessun altro, e mai più salita in auto, il solo pensiero di fare una di quelle due cose mi terrorizza ancora; in compenso ho iniziato a passeggiare, andare in bici, a prendere solo caffè d'asporto e a studiare in spiaggia. Vado lì quasi tutti i giorni, o dopo scuola o dopo lavoro; prendo i miei libri, la mia pallina antistress per evitare di mangiarmi le unghie e mi siedo sulla sabbia, devo ammettere che non sempre studio, delle volte faccio partire nelle cuffie canzoni francesi stile "la vie en rose" e mi godo il tramonto, è estremamente terapeutico.
Oggi però è uno di quei giorni in cui studio realmente, mi sento particolarmente ispirata, così inizio a mettere giù qualche idea sull'ipad per il mio prossimo esame che consiste nel presentare un arredamento per un loft a New York. Tutto procede per il meglio fino a quando vedo un cane fiondarsi sulla pallina che ho lasciato accanto a me, avvicino la mano alla sua bocca per riprenderla ma inizia a correre verso l'acqua, capisco che vuole giocare e dato che ho sempre amato i cani decido di inseguirlo; alla fine non riesco a recuperare ciò che mi ha rubato, mi sono però rinfrescata e salvata da questo caldo estenuante, dovrebbe essere un meteo illegale. Mi arrendo e decido di dargliela vinta, sto per tornare al mio asciugamano quando vedo l'animale avvicinarsi a un ragazzo biondo che ride agli schizzi che gli arrivano addosso dallo scrollarsi del cane. Il giovane devo ammettere è veramente attraente, biondo con gli occhi che mi appaiono chiari anche se da lontano è veramente complicato distinguere il loro colore e un sorriso estremamente contagioso che mi fa sorridere di riflesso. Lo guardo ancora per qualche secondo, poi torno definitivamente al mio asciugamano, riprendo il mio lavoro almeno fino a quando non vedo avvicinarsi nuovamente il cane, stavolta accompagnato da quel ragazzo con in mano la mia pallina. Inizia a muovere le labbra ma per via della musica non sento nulla, sposto i capelli dietro l'orecchio e rimuovo le cuffie per dedicare allo sconosciuto la mia completa attenzione.
«Scusa non avevo visto le cuffie, questa deve essere tua.» dice mostrandomi la pallina. Anche la sua voce mi suona perfetta anche se devo ammettere che il suo francese è molto buffo e per questo mi scappa una risata.
«Si grazie, questa furbetta me l'ha rubata. - rispondo accarezzando il muso del cane senza pensare al pelo ancora umido - Scusa se te lo chiedo ma di dove sei?»
«Pensavo di mascherare bene il fatto di essere straniero con il mio francese molto fluido, vivo in Svizzera comunque.»
«I turisti sicuramente ti crederebbero ma gli abitanti di qui non ti darebbero neanche un euro.» scherzo sperando rida e non ci rimanga male.
«Beh allora è stato un piacere, non vorrei far saltare la mia copertura. Ci si vede, ragazza della pallina.» "Ragazza della pallina", che soprannome buffo, anche se mi piace soprattutto se detto da lui. Peccato non sia di qui, sarebbe stato bello da vedere in spiaggia, magari in costume... Ok Izi, basta. È un bel ragazzo che non vedrai più per cui ora prendi le tue cose, torna a casa e smetti di pensare a lui.Mick
«Angie, quante volte te l'ho detto che non devi rubare le cose alle altre persone.» spiego al mio cane mentre apro il bagagliaio per farla salire. Stavolta però almeno ha scelto una bella ragazza, non so appena l'ho vista ho sentito qualcosa di strano alla pancia, probabilmente è stata quella sensazione che tutti chiamano farfalle nello stomaco o roba simile. Credo sia il suo sorriso, o il modo in cui ha giocato con Angie nonostante non l'avesse mai vista, può sembrare una cosa sciocca ma si capisce molto delle persone dal modo in cui trattano gli animali e anche dall'opinione che hanno i secondi sui primi. Angie si è immediatamente fidata di lei e la ragazza l'ha trattata in modo molto premuroso, è sicuramente una persona dolce anche nella vita. Dovrei vederla di nuovo per capirlo, magari sfido il destino e torno qua dopo la gara anche se è da idioti sperare di trovarla in una città del genere. Fortunatamente però mi piace correre dei rischi, d'altronde di questo ne ho fatto il mio lavoro, non sono uno che si arrende facilmente, soprattutto per le cose importanti e credo lei lo sia. Ora basta però, adesso torno a Le Castellet e penso solo al weekend pieno che mi aspetta; prove libere, qualifiche e gara, sono la mia priorità, lei può aspettare, non scomparirà. Lo spero almeno, lo spero con tutto me stesso.
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Quel filo blu || Mick Schumacher
FanfictionIsabelle è nata a Marsiglia, ha 20 anni, studia per diventare un'arredatrice di interni nella sua agenzia immobiliare di famiglia; ha sempre desiderato trasferirsi a Parigi e aprire uno studio in autonomia. Ama tutti quei passatempi che ormai non va...