Capitolo 9

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Mick
Appena avvicino il telefono al mio orecchio noto che la sua voce è estremamente felice, poche volte l'avevo sentita così ma, non appena mi spiega la ragione capisco tutto è ad un tratto mi sento veramente fiero di lei, come se io c'entrassi qualcosa in quel risultato che ha raggiunto, come se avessi partecipato quando chiaramente non capivo nulla né di arredamento né di tecniche immobiliari. Appena abbiamo finito la chiamata e io e la mia famiglia torniamo a casa, subito mi sdraio sul letto e leggo mille volte la nostra chat: sono felice per lei, le manca poco per laurearsi in ciò che ama e spero davvero tanto riesca a raggiungere il suo sogno e che riesca a trasferirsi, tuttavia ciò mi crea un'enorme tristezza perché saremo lontani. Non credo nelle relazioni a distanza, ho bisogno del contatto fisico, non solo sesso, intendo gli abbracci, i baci, le carezze, annusare la sua pelle e sentire quel calore che solo lei riesce a trasmettermi; se partisse io non so come farei, siamo già lontani e così lo saremmo ancora di più. Chissà cosa farebbe papà al mio posto, per noi credo lascerebbe tutto, non ci avrebbe pensato due volte a partire con mamma. Ok forse sto viaggiando troppo, non so nemmeno se stiamo insieme e sto già pensando di andare a Parigi con lei, il che per inciso sarebbe fattibilissimo dato che dovrei comunque viaggiare molto ma almeno tornerei a casa dalla ragazza che amo. Amo? Dio Mick se ti stai facendo smielato, amare, stai correndo troppo e per quanto ti piaccia la velocità rischi di farla scappare a gambe levate. Se sono così sicuro di cosa non fare perché continuo a tormentarmi? Nascondo la testa sotto il cuscino cacciando un urlo di frustrazione che fa allarmare Gina che entra nella mia stanza.
«Che ti succede Mick? Già finita la tua relazione?» domanda dispettosamente sdraiandosi accanto a me.
«Non so che fare con Belle. Il suo sogno è quello di trasferirsi a Parigi se riuscirà ad affrontare i suoi, e io voglio che lo faccia, davvero. Voglio il meglio per lei, ma se si trasferisce sarà ancora più complicato vederci, prima ho addirittura pensato di trasferirmi con lei, vedi tu come sto messo.»
«Sai, quando due persone si trovano, e intendo per davvero, niente dovrebbe separarle. Se ti piace così tanto devi lottare per lei, fanculo la distanza tanto saresti via, che cambia da qui a lì? Papà lo avrebbe fatto, lo sai. Poi dopo il suo incidente... devi vivere sempre come se fosse l'ultimo momento a tua disposizione, per cui caro il mio fratellino - scherzò affettuosamente scompigliando i miei capelli - vai da lei e dille tutto quanto.»
«Ok, vediamo. - dico alzandomi agilmente dal letto - Sono le sei di pomeriggio, se parto ora arriverò da lei tipo per le undici, mi prenderà per pazzo.»
«Mick, prendi l'auto e muoviti.» annuisco come un'idiota per qualche secondo, poi afferro il caricabatterie, una felpa e corro in auto. Grazie a Dio non trovo per nulla traffico e alle undici circa arrivo a Marsiglia, ci metto un po' per ricordarmi dove fosse casa sua ma appena la trovo suono pregando non mi insulti; la vedo aprire la porta timidamente, quando mi vede rimane a dir poco sbalordita.

Isabelle
Ho appena finito la chiamata di Mick mi sono fatta una doccia, ho cucinato la mia cena e, come da routine, sono uscita per fumare; proprio appena accendo la sigaretta un brivido di freddo percorre il mio corpo così corro in camera e mi infilo la felpa di Mick, ogni volta che la annuso mi sembra di averlo qua vicino a me. Dio quanto mi manca. Sobbalzo quando sento il campanello, è impossibile siano i miei dato che stanno via la notte per il loro anniversario così vado verso la porta e appena la apro sgranò gli occhi: non è possibile.
«Sorpresa!» esclama aprendo le braccia.
«Mick, che cosa? Non ti aspettavo.» dico impacciata spegnendo la sigaretta a terra mentre apro la porta per farlo entrare.
«Indossi la mia felpa.»
«Si, mi... piace sentire il tuo profumo.» confesso sperando di non sembrargli strana.
«È una cosa che mi fa impazzire.» mi sussurra alle spalle facendomi venire i brividi in ogni centimetro del mio corpo.
Mi giro, gli metto le braccia attorno al collo e azzero la distanza tra le nostre bocche, inizialmente il bacio è dolce, casto, poi però diventa più travolgente. Infilo le mie mani sotto la sua maglia percorrendo ogni centimetro del suo addome mentre lui mi solleva e, andando completamente alla cieca, mi porta in camera mia lasciandomi cadere sul letto. Si rimette sopra di me e si lascia togliere la maglietta, dire che è bello è diminutivo, lui è letteralmente perfetto. Noto che è impacciato così sorrido e mi tolgo la maglia, mi guarda come se aspettasse il permesso di continuare così lo tiro vicino a me e i nostri corpi diventano uno. Ho già fatto sesso ma questa volta è completamente differente, è come se fossimo una sola persona, i nostri corpi, i nostri pensieri, i nostri respiri: tutto è perfetto così com'è.
«Io... beh quando sono partito non mi aspettavo di certo tutto questo.» commenta scherzosamente Mick accarezzando i miei capelli.
«Nemmeno io credimi. Ma è stato bello, vero?» gli domandò girando lo sguardo verso di lui mostrando per la prima volta le mie insicurezze.
«È stato perfetto.» mi rassicura per poi baciarmi ancora una volta, vorrei poter stare così tutta la vita, credo non ne avrò mai abbastanza di lui.
«Ok, ora vado fuori a fumare.» mi alzo dal letto, mi infilo la sua maglia e esco sul balcone, sto aprendo il pacchetto quando sento le sue mani afferrarmi la vita e la sua testa appoggiata alla mia spalla.
«Ti fa male lo sai?» sorrido. Mi piace quando si preoccupa per me.
«Lo so, ma è da quattro anni che provo a smettere inutilmente.»
«Ok, facciamo un gioco. Se tu fumi lo faccio anche io.» lo osservo per capire se è serio e lo capisco solo quando afferra il pacchetto e ne tira fuori una, prima che possa accenderla gliela strappo via e la getto via. Non voglio che cominci, so quanto fa male e l'ultima cosa che voglio è che una persona a cui tengo soffra.
«Andiamo a letto?» mi domanda allungando la sua mano e aspettando che io gliela afferri; esito ma poi annuisco, lascio il pacchetto fuori sul tavolino e rientro con lui; mi sdraio e gli faccio cenno di affiancarmi spiegandogli che i miei sarebbero rimasti fuori, così lo fa e mi addormento con il suo corpo dietro al mio e le sue braccia che mi avvolgono. Non voglio che finisca tutto ciò, mi piace tanto, forse troppo per il tempo trascorso insieme insomma, può veramente esistere l'amore a prima vista? Non lo so, ma una cosa è certa: dal primo momento in cui l'ho visto ho capito che io e lui eravamo destinati.

Quel filo blu || Mick SchumacherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora