Mick
«Allora Izi, quanto manca?» domanda la moglie di Seb appena usciamo tutti quanti dalla gelateria vicino alla nostra casa di Parigi.
«Poco, troppo poco. Il termine dovrebbe essere tra qualche giorno ma ho la sensazione che avverrà prima del previsto.» Ha ragione, ormai siamo agli sgoccioli, è soltanto una questione di giorni e poi avrò in braccio i miei figli. Se non fosse per il mio amore per Belle sarei già scappato il più lontano possibile, non so se sarò all'altezza ma ce la metterò tutta.
Continuiamo a camminare per un po' fino a quando la mia ragazza non mi fa intendere di essere stanca così salutiamo la famiglia Vettel e torniamo a casa nostra.
Verso sera siamo tranquilli sul divano quando Belle inizia a lamentarsi di avere delle contrazioni, inizialmente nessuno dei due ci presta particolare attenzione, poi però dando un occhio all'orologio capisco quanto sia più breve l'intervallo tra l'una e l'altra così la convinco ad andare all'ospedale. Arriviamo e sistemano Belle in una stanza, è arrivato il momento: sta per partorire.
La vedo sdraiata continuare a lamentarsi del dolore e odio non poter fare nulla per alleviarlo, ma d'altronde i medici mi hanno imposto di tenere le mani a posto e che sarebbero tornati al momento giusto, così mi siedo accanto a lei e non faccio altro che tenere la mano fino a quando un uomo con il camice bianco irrompe nella stanza svegliandoci e dicendo che era arrivato il momento, stavano per nascere i nostri due figli.
Il primo che sta nascendo è il maschio, a quanto sembra non sta avendo troppe difficoltà, al contrario della femmina che sta facendo penare Belle da quasi dieci minuti che sembrano un'eternitá. Continuo a stringere la mano della mia ragazza invitandola a spingere, i medici dicono che basta un'ultima spinta, ed ecco qua: la mia bambina.
Le lacrime ormai mi hanno bagnato il volto, teniamo in braccio i nostri due bambini per qualche minuto mentre tagliamo loro il cordone ombelicale, poi insieme a delle infermiere esco dalla stanza per assistere ai normali controlli che si svolgono alla nascita dei bambini, infine gli fanno indossare due braccialetti e li mettono in due culle diverse.
Dopo qualche ora i medici hanno finito di fare gli ultimi controlli anche a Belle così li portiamo da lei che allatta prima uno e poi l'altro, alla fine i due piccoli si addormentano nelle rispettive culle mentre noi due non togliamo loro gli occhi di dosso.
«Sei stata bravissima. - mi complimento baciandole la fronte, sorride e mi stringe la mano continuando a non togliere lo sguardo dai nostri figli - Prendo le buste dei nomi.»
Mi alzo e mi avvicino al borsone cercando di fare il minimo rumore possibile, afferro i due pezzi di carta e mi risiedo accanto a Belle, le apro una alla volta e appena leggo i nomi mi mordo il labbro inferiore per trattenere altre lacrime.
«Che c'è?»
«Abbiamo... abbiamo scelto gli stessi nomi.»
«Davvero?» mi domanda divertita posando i suoi occhi blu nei miei.
«Sophie e Michael.»
«Allora, i nostri neo genitori hanno scelto i nomi?» sussurra un'infermiera appena entrata dalla porta.
«Si. - risponde Belle - Sophie e Michael.»
«Mi piacciono.» afferma sorridendoci.
Sono passati un paio di giorni, oggi torniamo a casa, devo ammettere che mi fa strano, siamo entrati in questo ospedale in due e ora stiamo uscendo in quattro.
Arrivati a casa troviamo le nostre famiglie e qualche amico ad aspettarci, salutiamo tutti e ognuno si presenta ai bambini, Sophie rimane completamente incantata da Max mentre Michael da chi se non da Seb.
«Mick, non sai quanto io sia felice per te.» si congratula l'ormai ex pilota.
«Sarà dura, ma credo sarò bravo come padre.»
«Certo, non dubitare di questo nemmeno per un secondo. Hai avuto l'esempio migliore che ognuno avrebbe potuto chiedere.» sorrido e lo abbraccio, sa che fatico a dirgli quanto gli voglia bene, ma ciò non è un problema per lui, lo capisce e soprattutto mi accetta per ciò che sono.
Per un attimo io e Belle rimaniamo in piedi in disparte mentre guardiamo tutte le persone a cui vogliamo bene circondare quelle due culle con all'interno la nostra nuova ragione di vita, con un braccio le circondo la spalla e lei appoggia la sua testa su di me, poi sospira facendo finalmente uscire tutta la tensione degli ultimi giorni dal suo corpo e dalla sua mente.
«Ma guardali, mi immagino già Michael guidare un piccolo kart con Seb e Sophie giocare a travestirsi con Max truccandolo e facendolo vestire di tutto punto.»
«Ei! - mi pizzica Belle - Chi ti dice che faranno queste cose, potrebbe anche essere il contrario.»
«Hai ragione, saranno tutto quello che vorranno, noi li sosterremo.»
«Andrà tutto bene vero Mick?»
«Ma certo, saremo una bella famiglia.»
«Ti amo.»
«Ti amo.»
Ci scambiamo un tenero bacio poi ci riuniamo agli altri per goderci quei due spettacol8 che sono certo ci renderanno la vita ancora più bella.
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Quel filo blu || Mick Schumacher
FanfictionIsabelle è nata a Marsiglia, ha 20 anni, studia per diventare un'arredatrice di interni nella sua agenzia immobiliare di famiglia; ha sempre desiderato trasferirsi a Parigi e aprire uno studio in autonomia. Ama tutti quei passatempi che ormai non va...