Isabelle
È il giorno del Gran Premio, purtroppo ho avuto della nausea e non me la sono sentita di andare alla pista così mi sono vista la gara in tv. Inaspettatamente ho ricevuto una chiamata da Louise che mi ha domandato come io stessi, probabilmente Mick le ha raccontato dei miei malesseri; gentilmente le spiego quanto accaduto e ad un tratto ironizza sul fatto che io possa essere incinta, che cosa folle. Non ci faccio molto caso e continuiamo a parlare fino a quando non mi riferisce di dover andare da Kevin, così chiudo la chiamata e decido di fare una doccia calda per passare il tempo prima che Mick torni. Appena esco mi asciugo i capelli per evitare che mi possa tornare la febbre e infilo una felpa del mio ragazzo, ormai vivo con i suoi vestiti addosso, mi siedo sul divano e accendo un po' di televisione. Dopo un paio d'ore sento qualcuno bussare alla porta, quando lo riconosco mi avvicino immediatamente per baciarlo, poi lo lascio libero per poter entrare e sistemarsi dato che deve essere a dir poco stremato.
«Sai mi ha chiamato Louise, voleva sapere come stessi.» riferisco mentre lui legge il menù del servizio in camera.
«Gentile da parte sua.»
«Si, ha anche fatto una battuta sul fatto che potrei essere incinta, ironico vero? - Mick deglutisce forzatamente, poi alza lo sguardo su di me come se aspettasse dicessi chissà cosa - Non è possibile. Non è possibile vero?»
«Io non lo so, abbiamo sempre usato il preservativo, è strano che si sia rotto. Dici che dovremmo fare un test?»
«Io... potrebbe toglierci il dubbio giusto?»
«Corro a prenderne un paio, tu non muoverti.» molla il menù sul divano e esce dalla porta come un fulmine. Ci mancava solo questa.
Continuo a fare avanti e indietro per la stanza toccando la mia pancia, e se fossi davvero incinta? Sarebbe surreale. Stiamo insieme da due mesi, che succederebbe? Cosa diremmo ai nostri genitori? Non si sono nemmeno conosciuti.
Tutti questi pensieri vengono interrotti dalla porta che si apre, Mick appare subito chiudendola dietro di sé, appoggia un sacchetto sul tavolo e tira fuori due scatole di test di gravidanza.
«Ne ho presi due diversi per sicurezza, meglio andare sul sicuro.»
Faccio un respiro profondo e lo guardo, noto nei suoi occhi molta preoccupazione, anche lui deve aver pensato le stesse cose che ho pensato io, non sarebbe semplice; mi afferra la vita e mi stringe a sé, poi mi accompagna in bagno.
Passano cinque minuti, afferro il test e insieme osserviamo il risultato: non è possibile, dice che sono incinta. Mi gela il sangue. Guardo Mick e sembra star vivendo le mie stesse emozioni. È vero, ci amiamo e vogliamo una famiglia, ma non adesso, ho appena iniziato l'ultimo anno di università, lui sta migliorando nella sua carriera, non adesso.
«Ok, che facciamo? Non sono pratico in queste cose, ma credo spetti a te decidere, è il tuo corpo.» è per questo che lo amo. Siamo in una situazione anomala e la prima cosa che fa è preoccuparsi per me.
«Io... È tutto una stronzata. È troppo presto, non fraintendermi io ti amo, ma devo laurearmi, aprire il mio studio a Parigi e tu devi focalizzarti sulla tua carriera, sono tanti i motivi per cui non dovremmo tenerlo...»
«Ma?» chiede sentendo la mia esitazione.
«Ma credo che dovremmo tenerlo. Non so se sono pronta, ma se c'è una cosa di cui sono sicura sei tu, siamo noi, e vorrei scoprirlo con te.»
«Per me è lo stesso, dico davvero. È sicuramente una pazzia, ma noi ci amiamo ed è questo che conta, è ciò che insegneremo a nostro figlio o a nsotra figlia: se c'è amore nessun ostacolo è grande abbastanza.»Mick
Ok, non era previsto, non così presto. Ma sarà fantastico perché io e Belle saremo insieme.
«Ti amo.» le dico prendendo le sue mani che fino a poco fa tenevano in mano il test di gravidanza.
«Ti amo anche io.» mi bacia e la paura sembra scomparire, potrei buttare giù una montagna con lei al mio fianco.
Il prossimo passo sarà dirlo ai nostri genitori, abbiamo deciso di passare dai suoi prima di tutto perché Belle ha bisogno del loro appoggio; la capisco d'altronde sono due persone fondamentali per lei.
Sono passati circa due mesi da quel giorno, Belle sta iniziando ad avere un po' di pancia e io la trovo estremamente attraente, sapere che dentro di lei c'è una creatura che abbiamo creato noi mi fa venire la pelle d'oca. I nostri genitori, proprio come pensavo, si sono dimostrati molto disponibili e felici per la notizia; finalmente si sono conosciuti, abbiamo organizzato una cena in Svizzera ed è andato tutto per il meglio. Anche casa a Parigi va avanti, abbiamo finito i lavori strutturali e ora ci stiamo dedicando completamente all'arredamento, alla fine abbiamo fatto bene a comprarla con quelle camere da letto in più. Adesso abbiamo l'ecografia per scoprire il sesso del bambino, sono molto emozionato, il tempo passa e non vedo l'ora di tenere in braccio mio figlio o mia figlia.
«Bene, tutto è nella norma. Sarete genitori di due gemelli!» esclama la ginecologa lasciandoci a bocca aperta. Questo non ce l'avevano detto, forse era ancora presto.
Belle si commuove visibilmente e anche io non ne posso fare a meno, le prendo la mano e le poso un leggero bacio sulla fronte facendo sorridere la ginecologa.
«Possiamo sapere il sesso?» chiedo non smettendo di sorridere.
«Vediamo se i bambini collaborano - scherza la signora mettendosi a visionare nuovamente l'ecografia - Ok, allora questo è sicuramente un maschio, - sentenzia indicando uno dei due corpicini che si intravedono sul display - questa invece è una femmina.»
«Saremo genitori.» dice Belle non togliendo gli occhi dal monitor e stringendo sempre di più la mia mano.
«Saremo una bellissima famiglia.» rispondo ricambiando la stretta.
«Come facciamo per i nomi?» mi domanda Belle appena risaliamo in macchina.
«Ho un'idea: ognuno di noi scrive un nome femminile e uno maschile su un foglietto, poi quando saranno nati gli sceglieremo.»
«Mi piace, bell'idea.» si congratula scompigliando leggermente i miei capelli biondi.
«Affare fatto quindi?»
«Affare fatto.»
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Quel filo blu || Mick Schumacher
FanfictionIsabelle è nata a Marsiglia, ha 20 anni, studia per diventare un'arredatrice di interni nella sua agenzia immobiliare di famiglia; ha sempre desiderato trasferirsi a Parigi e aprire uno studio in autonomia. Ama tutti quei passatempi che ormai non va...