Era da tanto che Tony non saliva sul suo jet privato, ed era da ancora più tempo che non raggiungeva quell'altitudine.. Più precisamente non si trovava così in alto dalla Battaglia di New York.
Serrò forte la mascella mentre guardava la città piano piano scomparire dietro le nuvole bianche.
Chiuse gli occhi e davanti a sé comparirono di nuovo quelle immagini, quei terribili istanti, quel buco nero..
Sentì il cuore iniziare a battere ancora più forte nel suo petto e il respiro iniziare a diventare più corto, di questo passo non sarebbe mai arrivato in Italia.
Un senso di nausea iniziò a farsi largo nel suo stomaco, prese un grosso respiro sperando così di poter calmare quella sensazione, ma fu tutto inutile.
Cercò di distrarsi in tutti i modi, avrebbe tanto voluto parlare con qualcuno, ma ovviamente stavano tutti dormendo.. l'unico ancora sveglio era lui, ma si sentiva ancora troppo imbarazzato per stare di nuovo vicino al Capitano. Aveva paura di poter provare di nuovo quelle sensazioni provate il giorno prima.. anzi, ne era terrorizzato.
Intanto la nausea piano piano si stava trasformando in un vero e proprio senso di vomito così si alzò di scatto e corse velocemente in bagno.
Si chiuse la porta alle spalle e si inginocchiò vicino al water, sforzò il suo corpo a vomitare tutto il suo malessere, ma non ci riuscì.
Provò ancora, ma il risultato fu lo stesso.
Chiuse gli occhi e la sua mente lo costrinse a rivivere quei momenti terribili. L'ansia, la paura e la sensazione di avere ancora quel missile sulle spalle lo stavano divorando vivo.
Si buttò per terra con la schiena contro il muro e scoppiò a piangere e singhiozzare, non voleva rivivere quei momenti, voleva dimenticarsi di tutto. Voleva guarire da quei ricordi, cauterizzare quelle ferite.
Ma ogni volta era sempre peggio.
Sentì qualcuno bussare alla porta, ma non rispose.
Si passò una mano sul petto per sentire il battito del suo cuore, ma la sua mano sfiorò il medaglione che apparteneva a sua madre, e il dolore non fece altro che aumentare.
Cercò di calmare i singhiozzi per paura di essere sentito, ma non ci riusciva.
Sentì ancora qualcuno bussare alla porta e di nuovo decise di non rispondere.
-"andate via"- sussurrava a denti stretti tra le lacrime -"lasciatemi solo"- pregò ancora, ma non si riferiva a qualcuno in particolare.. lui stava pregando quei terribili ricordi di scomparire. Supplicava la sua mente di dimenticarsi di quelle immagini.. piangeva disperato e non c'era nulla che potesse riuscire a calmarlo.
-"Tony? Ti prego, calmati.. apri la porta"-
Tony era riversato nel panico più totale, ma avrebbe riconosciuto la sua voce ovunque -"va via Steve"- disse poggiando la fronte alle ginocchia
-"Ti prego, apri la porta.. fammi entrare"- lo supplicò ancora l'altro
Sentiva nella sua voce un fremito di paura, Steve era in pensiero per lui.. a qualcuno importava di lui.
Si alzò lentamente e andò ad aprire la porta, e poi si rimise a sedere per terra.
Steve entrò dopo pochi secondi e si chiuse la porta alle spalle, gli corse incontro e si mise a sedere per terra di fianco a lui.
Avvicinò lentamente la mano alla sua, la prese delicatamente e la strinse forte.
Tony sentì da subito un senso di pace pervadergli tutto il corpo, calmando quei demoni dentro la sua testa.
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Questo Piccolo Grande Amore - Stony Au
Hayran KurguDopo gli avvenimenti di Avengers, gli eroi più forti della terra iniziano una convivenza che piano piano li porta ad essere sempre più uniti. Soprattutto tra Tony e Steve, dopo i battibecchi iniziali, sembra essere nato un legame molto forte destina...